Magazine Cultura
Con l'intervista odierna chiudiamo il ciclo del Mese della Fantascienza Italiana, anche se questo non porrà certo termine mio interesse per l'argomento. Presto infatti usciranno nuove recensioni, articoli ed interviste, solo che torneranno anche gli interventi sulla situazione estera e il materiale italiano sarà intervallato da quello sul resto del mondo. Visto il successo dell'iniziativa niente però vieta di ripetere Il Mese della Fantascienza Italiana anche nel 2016.
L'ospite odierno è Alessandro "Alex mcNab" Girola, uno dei più conosciuti tra gli autori auto-prodotti, con lui parleremo non solo dei suoi lavori letterari ma cercheremo di spostare il focus su quel peculiare mondo che è il self-publishing italiano.
Con quest' intervista chiudo anche un altro cerchio: Alessandro Girola è stato uno dei primi blogger che ho cominciato a seguire in rete quando nel 2009 mi sono affacciato nel rutilante mondo di Internet ed oggi mi sembra davvero di concludere un epoca ed aprire un nuovo ciclo di attività per me in quanto blogger e per Nocturnia.
Prima di cominciare voglio ringraziare Alessandro Girola per la sua disponibilità mentre a tutti voi auguro una buona lettura.
Nel frattempo: Buona Pasqua a tutti quanti! Ci rivediamo dopo Pasquetta!
Nick: Ciao Alessandro. Benvenuto su Nocturnia. Come prima domanda ti chiedo di raccontarci dei tuoi inizi e del momento in cui hai deciso di diventare uno scrittore.
Alessandro Girola: Ciao Nicola, grazie dell'ospitalità! Non ho mai deciso di diventare uno scrittore. Diciamo che mi è sempre piaciuto scrivere e che, anno dopo anno, ho maturato la voglia di provare a propormi al pubblico. Sicuramente Internet 2.0, ossia la versione "social" e interattiva del Web, mi ha spinto a creare una rete di lettori fin da principio interessati alle mie storie. Per una persona come me, che si è sempre posta molti dubbi sul se e come porsi al pubblico, questo è stato un bell'incentivo a proseguire. Poi, ok, se lo vuoi sapere, scrivo storie fin da quando ero adolescente (forse anche da prima), ma fino ai trent'anni non ho mai fatto leggere niente a nessuno, o quasi.
Nick: Quali sono stati gli scrittori che ti hanno maggiormente appassionato come lettore prima ancora che come scrittore?
Naturalmente puoi citare anche film, serie televisive, cartoon, musica e quant'altro ti venga in mente .
A: Sembra banale dirlo, ma i due maestri che mi hanno appassionato all' horror e al fantasy sono indubbiamente Lovecraft e Howard. Ho letto i loro racconti per la prima volta quando avevo dodici, tredici anni, senza nemmeno sapere cosa mi accingevo ad affrontare. Ancora oggi, nonostante il tempo trascorso e i tantissimi autori affrontati, quei due sono i primi nomi che mi sento di citare, in risposta a domande come la tua.
Poi, certo, potrei citarti molti altri autori più recenti, come il vecchio Terry Brooks, che ora trovo noioso e sorpassato, ma che ai tempi era molto in gamba e - ok, sparatemi - più divertente di Tolkien, che Terry ha scopiazzato alla grande.
In quanto alla fantascienza, genere che viene terza nella mia classifica di gradimento della speculative fiction (dopo horror e fantasy), devo ammettere che ho dei punti di riferimento che possono apparire bizzarri: Harry Turtledove, John Christopher, Dan Simmons, John Brunner, Richard Matheson.
Dico "bizzarri" perché in Italia vengono ristampati soprattutto Asimov e Dick, ed entrambi non mi hanno mai appassionato più di tanto.
Film e serial nemmeno inizio a citarli, perché verrebbe una lista pressoché infinita. Diciamo che i grandi classici di genere degli anni '80 sono pietre miliari che ancora oggi mi forniscono grande ispirazione: Terminator, Alien, Day of the Dead, Hellraiser, Excalibur... Come ti ho detto è impossibile citarli tutti.
Nick: Vorrei rimanere un attimo sulla questione influenze letterarie. Molte volte quando scrivi al riguardo delle tue origini "letterarie" descrivi non solo il tuo rapporto con la tua città, ma anche il rapporto con la tua famiglia. Famiglia che ti amava indubbiamente, ma che dimostrava di non comprendere le tue passioni. Dal momento che questo è stato il percorso di molti di noi ti chiedo se ti va di approfondire con noi questo punto.
A: Curiosone! :D In verità la mia famiglia, pur non comprendendo affatto la passione che nutrivo per argomenti tanto irreali e poco pratici (horror, fumetti, giochi di ruolo etc) ha sempre assecondato la mia voglia di leggere, la mia esigenza di acquistare libri e "giornaletti" (papà li chiamava così). Se mi sono goduto gli anni belli dell'editoria italiana, quando essa era ancora viva e in mano a persone competenti, lo devo soprattutto ai miei genitori e ai piccoli grandi sacrifici che facevano per me.
Certo, credo che tuttora mia madre (papà è morto qualche tempo fa) preferirebbe vedermi, che ne so, commercialista o avvocato, ma ha infine accettato questo mio percorso. Meglio tardi che mai, no?
Nick: Come lettore ti ho conosciuto all'epoca della trilogia dei Prometei. In quel ciclo e in molti altri successivi si possono inserire appieno nel genere steampunk e in tutte le sue declinazioni (dal dieselpunk al saldalpunk ) Da cosa deriva quest'interesse ?
A: La passione per i vari filoni del "-punk" deriva innanzitutto dal mio grande amore per la Storia e in particolare per l'Ottocento e il Novecento, ma anche per Roma Antica, soprattutto per il periodo imperiale. Essendo però un cultore (o un cultista?) del fantastico, non potevo certo limitarmi a scrivere dei semplici romanzi storici :) Così, grazie al dieselpunk, allo steampunk e prossimamente anche al sandalpunk (è in arrivo un romanzone con gladiatori e mostri giganti) ho potuto dedicarmi all'ucronia, senza rinunciare agli elementi della speculative fiction che tanto amo.
Aggiungo che in Italia sono ancora pochi gli autori che azzardano qualcosa nei generi "-punk" (steam a parte, ma quello è un discorso a se stante), e a me piace l'idea di fare un poco il pioniere di questi sottogeneri, senza però avanzare la pretesa di inventare o reinventare chissà cosa (medaglia che altri si appuntano al petto, tanto per darsi un tono). All'estero questa narrativa è molto apprezzata da anni, io mi limito a proporre tematiche simili nella nostra bella lingua.
Nick: Rimanendo in quest' ambito, nella tua narrativa si sembra di notare alcune costanti: una forte attenzione presso i classici, la rielaborazione dei medesimi classici adattandoli alla realtà italiana, un massiccio uso del folklore regionale e sopratutto una forte commistione ed un enorme crossover tra i generi. E' una ricostruzione sbagliata la mia?
A: No, non è una ricostruzione sbagliata. Semmai mi domando quanti, oltre a me, a te, e ai pochi che si son fatti le ossa con le buone letture degli anni '80 e '90, ritengono classici certi titoli. Non fraintendermi: per me lo sono eccome. Ma temo che in Italia siano sempre meno a conoscerli, specialmente tra i giovani e i giovanissimi. Anche per questo, quando reinterpreto o omaggio questi romanzi, mi piace citarli nella postfazione, oppure in appositi articoli di "making of" pubblicati su Plutonia Experiment. In tal modo spero di fare un minimo - ma giusto un pochetto, eh - di cultura di genere.
Riguardo invece ai crossover, sì, lo ammetto senza riserve: li adoro.
Adoro scriverli e leggerli. Ritengo che alcune delle migliori cose prodotte in campo letterario, fumettistico e cinematografico siano proprio alcuni crossover, come per esempio la saga Marvel Zombies, tanto per citare qualcosa di specifico.
Nick: Ne abbiamo parlato spesso in rete, ma te lo chiedo anche qui: il folklore, la storia regionale e le leggende italiane possono essere la soluzione giusta per creare una via italiana all' horror e al gotico?
A: Il nostro è un paese antico, che ha subito influenze culturali forti e variegate. Siamo ricchi di tradizioni e di miti. Il nostro folklore è semplicemente spettacolare, roba che ci sarebbe da studiarlo per anni. Senz'altro, almeno per quel che concerne l'horror, ricorrere alle storie delle comari e alle leggende legate al territorio può essere un'ottima soluzione per non scimmiottare gli autori inglesi e americani.
Per fortuna ci sono ottimi colleghi che hanno intrapreso questo percorso. Mi piace citarne tre, che consiglio a tutti i tuoi lettori di scoprire: Fabrizio Borgio,coi suoi romanzi che hanno protagonista l'agente speciale Stefano Drago, Davide Mana, coi suoi Orrori della Valle Belbo e Luigi Musolino, ottimo "cantore" dell'Italia gotica. *
Nick: Un altra tua opera di grande interesse è La Nave dei Folli, che io non esiterei a definire quasi "barkeriana" Ti dispiacerebbe presentarla ai lettori di Nocturnia?
A: La Nave dei Folli nasce come sequel di un racconto di media lunghezza, Il Treno di Moebius, una delle mie opere più apprezzate (o almeno così mi dicono). Senz'altro siamo dalle parti di quell'Italia gotica citata nelle domande che mi hai posto prima, ma c'è anche qualcosa di più. Ho infatti sviluppato una delle mie tematiche preferite, vale a dire quella delle realtà parallele alla nostra, invisibili ai più e mostruose - o quantomeno bizzarre - agli occhi dei pochi che hanno la sfortuna di metterci piede. La Nave dei Folli nasce - così come Il Treno di Moebius - dall'assoluta adorazione che provo nei confronti della pittura di Hieronymus Bosch. Mondo Delta, la dimensione nascosta a cui si accede da un tunnel ferroviario abbandonato sugli Appennini, ha una struttura geografica e una flora/fauna ispirata alle opere del grande pittore fiammingo.
Poi sì, se proprio vogliamo, in entrambe le opere c'è un po' di Barker, un po' di Lovecraft e probabilmente molto altro :)
Nick: Recentemente tra i vari cicli da te lanciati sta conquistando grande spazio la saga dei Venatores. Presenta anche questa ai lettori di Nocturnia.
A: La Saga dei Venatores nasce come spin off di un romanzo breve ambientato nel nostro presente, Il Palio.
Avevo voglia di provare a scrivere fantasy "puro" (ovvero non contemporaneo, né urban fantasy o altri generi derivativi). Ho scelto un contesto storico - il Rinascimento italiano - ho inventato una cittadina tra Ferrara e Verona in cui ambientare le mie novel, e quindi ho deciso di raccontare la genesi di questo borgo, già noto ai lettori de Il Palio.
La saga dei Venatores è più vicina allo sword and sorcery che non ad altro. Di certo non è un fantasy tolkeniano. Ne abbiamo già abbastanza, per carità. Se devo citarti un punto di riferimento, in quanto a stile e ad approccio alla scrittura di questo ciclo narrativo, posso citarti Il Mastino della Guerra, di Michael Moorcock. Romanzo che non esito a definire un capolavoro assoluto, quantomeno nel suo genere.
Nick: Sei da sempre uno dei paladini dell'auto-produzione.Quali sono i pregi e i difetti dell'auto-produzione e quali sono invece i pregi ed i difetti della pubblicazione tramite editori.
A: Faccio una premessa: io ho scelto l'auto-produzione dopo aver bazzicato per qualche tempo l'editoria tradizionale italiana. Di questa non mi sono piaciuti (né mi piacciono ora) i salamelecchi necessari per accedere a una pubblicazione, le esagerate interazioni sociali con cui ingraziarti l'editore di turno, insomma, tutte queste cose qui. Essendo fondamentalmente un tipo chiuso e poco avvezzo a certe dinamiche, ho mal sopportato chi, ai tempi, mi diceva "devi offrire la cena a Tizio, così accelera la pubblicazione del tuo racconto sull'antologia X". Sì, sto parlando di esempi reali, non teorici.
Al che ho trovato il mio naturale sviluppo professionale nel self-publishing. Esso mi concede totale libertà. La più grande tra esse è la libertà di scegliermi i collaboratori. Sì, non faccio tutto da solo. Non potrei mai riuscirci. Quindi ho stretto rapporti di amicizia e di lavoro con altri bravi artigiani e grafici "indie".
Tuttavia il settore del self publishing è bel al di là dall'essere privo di difetti. Anzi, direi che il 90% degli ebook italiani autopubblicati sono immondizia pura. Robe imbarazzanti,da tema di prima liceo. Il fatto che portali come Amazon, Lulu e Narcissus siano facilmente accessibili ha scatenato orde di dilettanti convinti di poter fare i "big money" pubblicando racconti senza editing e senza qualità, nella speranza che i lettori boccaloni ci caschino.
L'editoria tradizionale dovrebbe offrire un filtro qualitativo, separare il loglio dal grano. Ciò avviene all'estero, mentre in Italia il settore è in gravissima crisi (io lo ritengo morto, te l'ho già detto), tra vecchie cariatidi che gestiscono case editrici con dinamiche vecchie di almeno trent'anni, giovani realtà che rincorrono la moda del momento (paranormal romance, erotico etc) e altre cose ancora più brutte.
Nick: Continuando su questi aspetti: Pregi e difetti dell'editoria digitale. Pregi e difetti dell'editoria in cartaceo.
A: Qui sarò brevissimo: metto entrambe le cose sullo stesso piano. Il digitale è bello perché abbassa i costi e salvaguarda gli spazi (casa mia trabocca di libri, non c'è più una mensola libera), il cartaceo è ancora ottimo per certi libri illustrati e per alcuni volumi da collezione. Entrambi i formati convivono tranquillamente. Chi fa guerre tra carta e digitale è, a parer, mio, il solito imbecille che legge sì e no due libri all'anno, e che ci viene a rompere la uallera con la storia del "profumo della carta".
Nick: Chiudiamo il trittico: sei molto attivo su internet (ho perso il conto dei siti, piattaforme e social sui quali agisci) Secondo te in che modo internet può aiutare uno scrittore a far conoscere e diffondere la sua opera e quali sono oggi gli attuali "mali" di internet secondo te?
A: Internet e in particolare i social network sono strumenti indispensabili per far conoscere il proprio lavoro. Purtroppo viviamo in un'epoca dalla memoria corta e dal livello d'attenzione bassissimo. Essere presenti su queste piattaforme è un bel modo per ricordare a tutti quel che facciamo e come lo facciamo.
Certo, si tratta anche di armi a doppio taglio. Occorre infatti mantenere un certo livello di educazione, evitare lo spam compulsivo (vendiamo libri, non pentole porta a porta!), evitare la polemica finalizzata al generare attenzione. Ecco, questi sono i mali di Internet. Ci aggiungo, e non certo per ultimo, un livello di aggressività crescente, che va contro la natura stessa della Rete (connettere, mettere in contatto).
Nick: Sempre in rete hai dato via a numerosi progetti, sia antologie collettive che progetti di scrittura condivisa come il Survival blog oppure round robin come Due minuti a Mezzanotte o la recente HPL 300. Che bilancio tracci di queste esperienze?
A: Sono state esperienze faticose, divertenti e istruttive. La cosa che mi stupisce sempre, di questi progetti collettivi, è la gran voglia che la gente ha di scrivere, di partecipare. Non tutti questi entusiasti riescono effettivamente a cogliere l'aspetto collaborativo e collettivo (mi scuso per la ripetizione) di tali round robin, sicché il rischio di mandare tutto in vacca è sempre molto alto. Ci vuole polso fermo per tenere in piedi il "gioco", e vale la pena farlo.
Grazie al Survival Blog e a 2MM ho conosciuto gente molto valida. Sono state ottime palestre, che hanno anche prodotto un quantitativo notevole di buoni racconti e romanzi.
Nick: Fantascienza italiana e fantascienza in Italia. Due rapporti non sempre idilliaci secondo te perché ?
A: Innanzitutto perché siamo un popolo i cui "illuminati" custodi del sapere hanno sempre ritenuto inferiori, se non proprio da deficienti, certi genere letterari. Quindi la fantascienza è sempre stata vista come una roba per ragazzini, molto lontana dalla "vera" letteratura.
Con un ambiente così snob è stato difficile approcciare lettori e scrittori a questo genere.
Aggiungiamo anche che molte case editrici non fanno tuttora nulla per proporre quanto di nuovo - e di ottimo - viene pubblicato fuori dai nostri confini. Qui vengono ristampati Asimov, Dick e Simmons fino all'infinito. Fino alla nausea.
Per fortuna si stanno affermando realtà alternative, come Acheron e Multiplayer, che guardano un po' più lontano del nostro naso.
E dire che di buoni autori di fantascienza, con diversi titoli validissimi all'attivo, ne abbiamo anche noi. Penso per esempio a Tullio Avoledo. I suoi editori sembrano quasi vergognarsi nell'ammettere che scrive storie ricche di elementi di fantasia. E lui continua a farlo.
Nick: Tra i tuoi colleghi scrittori, quali segui con maggiore attenzione ed interesse ?
A: Intendi dire i colleghi italiani, immagino. Beh, è impossibile citarli tutti. Chi segue il mio blog ne conosce già parecchi:Germano Greco, Lucia Patrizi, Davide Mana, Marco Siena, Claudio Vergnani, Fabrizio Borgio, Samuel Marolla e altri. Questi appena citati li ritengo i migliori nei loro generi, quantomeno per quel che riguarda le nuove leve. Ci sono poi alcuni veterani che leggo sempre con grandissimo piacere, come per esempio Danilo Arona e Giulio Leoni.
Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando adesso e cosa dobbiamo aspettarci da Alessandro Girola nel prossimo futuro?
A: Al momento sto lavorando a Milano Tsunami, un horror con alcune sfumature da urban fantasy, ambientato (ancora una volta) nella mia città. Nel mentre ho già pronto, ma ancora da editare, il romanzo sandalpunk Gladiatori contro Kaiju. Credo che piacerà a molti appassionati di... di sane mazzate ucroniche :)
Nel 2015 conto poi di concludere due saghe ancora aperte: quella dei Venatores e quella risorgimentale/fantascientifica dei Robot di La Marmora.
Nick: Bene Alessandro, è tutto. Grazie per aver accettato questa intervista. Nel salutarti ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: esiste una questione alla quale avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto ?
A: Direi che la tua intervista è stata intensa ed esauriente così come è nata e si è poi sviluppata. Avresti potuto chiedermi di stilare una lista di editori buoni e cattivi, sempre secondo quello che è il mio giudizio. Io forse sarei stato così folle da scriverla :) Ma probabilmente è meglio che sia andata in altro modo :D
Grazie mille per l'ospitalità, è stato un piacere!
* Tutti autori molto apprezzati dalle parti di Nocturnia, non a caso ne ho parlato spesso sul blog.
BIOGRAFIA DI ALESSANDRO GIROLA:
Alessandro Girola è nato a Milano nel 1975 vive tuttora nella parte Ovest della provincia milanese. Professionalmente si occupa di gestione dati e di contabilità per un piccolo studio milanese, ma ambisce a mollare tutto perlavorare online ( o per andare a vivere a New York). Da sempre appassionato di letteratura fantastica e di scrittura, dal 2007 si occupa di Internet e apre il suo primo blog dove agisce sia col suo vero nome sia con lo pseudonimo di Alex McNab. Autore di numerosi eBook, nel corso degli anni ha curato e lanciato diversi progetti di scrittura collettiva, tra i quali cito il Survival Blog, Due Minuti a Mezzanotte e il recente HPL300
Ha collaborato con diverse webzine e blogzine, sia come recensore che come autore di articoli in cui parla in particolare di misteri storici e di folklore locale. Il suo attuale blog è il conosciutissimo Plutonia Experiment, ma Alessandro Girola è molto attivo anche su Twitter, FacebookeGoogle + e non so più nemmeno io su quanti social e/o piattaforme- probabilmente tutti quelli che esistono - da dove continua a lanciare nuovi progetti, quando non lo fa impiega il suo tempo a scrivere eBook.
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