Supercalifragilistic... that one.
Oggi inauguro una nuova categoria, quella delle interviste. L’ispirazione mi è arrivata dopo che una vespa ha fatto capolino dalla canna del camino, gettandomi nel panico. Ecco che, cercando informazioni sui nidi di vespe sui camini, mi sono imbattuta in Alberto Pianalto, professione spazzacamino. Mi sono incuriosita e gli ho fatto qualche domanda, scoprendo che gli spazzacamini non sono come i Panda o le tigri bianche: esistono e sono tanti! Questa è la prima parte dell’intervista, la seconda la trovate domani.
D: Alberto, sei uno spazzacamino. É un mestiere molto antico, vero?
R: Ebbene si, sono uno spazzacamino, anzi no, faccio lo spazzacamino! É un mestiere non proprio antico, nel senso che non ha una vera e propria tradizione. La prima testimonianza risale al 1600 in Francia quando un ragazzo, mentre puliva un camino nel palazzo reale, udì una conversazione tra due uomini che tramavano di uccidere il re. Grazie al ragazzo che avvisò del complotto, il piano fu sventato e lo spazzacamino fu premiato.
D: Ma è vero che siete “in via d’estinzione”?
R: No, non siamo più “in estinzione”: la figura dello spazzacamino in Italia era quasi scomparsa negli anni 60. Oggi nella mia provincia, dai due spazzacamini che eravamo vent’anni fa, ce ne sono almeno 20 in più. Il lavoro “moderno” di routine dello spazzacamino è quello di grattare la fuliggine dai camini e – come ieri – questo mestiere è importante per prevenire incendi e intossicazioni. Chiaramente ci siamo modernizzati sia nell’attrezzatura , con micro telecamere e spazzole elettriche, sia nel tipo di problemi da risolvere. Mi reputo fortunato perche il mio lavoro mi piace è mi dà molte soddisfazioni, anche perché mi chiamano pure per consulenze tecniche sull’acquisto di una stufa, il rifacimento di una canna fumaria o la messa in sicurezza di un camino.
D: Quali sono i pregi e i difetti del tuo mestiere?
R: Il pregio più grande per me è l’indipendenza che questo lavoro mi concede e il fatto di incontrare molta gente e di fare esperienze diverse. É un po’ come girare il mondo: molti clienti sono anziani e spesso mi raccontano le loro storie a volte incredibili… Io non lavoro con l’orologio sotto il naso e mi fermo ad ascoltare volentieri.
Il difetto più grande è la fuliggine, che è cancerogena. Anche usando precauzioni la respiro inevitabilmente. Inoltre, almeno una volta in carriera si cade dal tetto!
La seconda parte dell’intervista, condita con qualche consiglio per gestire bene il caminetto, la trovate qui!
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Today I open the new ‘Interviews’ category. The inspiration came to me after a wasp pepped out through the chimney flue, throwing me into panic. Then – looking for information on wasp nests on the chimneys – I came across Alberto Pianalto, professional chimney sweep. I asked him some questions and I discovered that chimney sweeps are not like Panda or white tigers: they are so many! This is the first part of the interview, tomorrow you will find the second one here.
Q: Alberto, you are a chimney sweep. Is it a very old craft, right?
A: Yeah, I’m a chimney sweep! Actually it’s not an ancient job, as it has no a real tradition. The first evidence dates back to 1600 in France when a young man, while cleaning a chimney in the royal palace, heard a conversation between two men who were plotting to kill the king. The guy warned about the plot, so the plot was foiled and the chimney sweep was awarded.
Q: Is it true that you are an “endangered species”?
A: Nope, we are no longer “endangered”: chimney sweep was about to gone in Italy during the Sixties. Today there are at least 20 chimney sweeps only in my province, and we were just two 20 years ago! The “modern” daily routine of a chimney sweep is to scrape the soot from chimneys and – like yesterday – this job is important to prevent fires and poisoning. Of course we have up-to-dated our equipment – with micro cameras and electric brushes – as well as the type of problems we have to solve. I consider myself a lucky man because I like my job and it gives me great satisfaction, even because some customers use to call me for technical advices such as the purchase of a stove, the rebuilding of a chimney or the safety of a fireplace.
Q: What are the pros and cons of your job?
A: The biggest pro for me is the independence that this job gives me. Besides, the fact of meeting many people and do different experiences. It’s like going around the world: many customers are elderly and they often tell me their incredible stories … I don’t work with the clock under my nose so I can stop and listen to them with pleasure.
The biggest con is the soot, which is carcinogenic. I inevitably breath it even using precautions. In addition, at least once in your career you fall from the roof!
Here you will find the second part of the interview, flavoured with some advice to care your fireplace!
Photo credit filmmakersjournal.co.uk
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