Il merito va dato tutto alla mia ospite: la gentilissima e bravissima Melinda M. Snodgrass, che ringrazio per la sua disponibilità.
Per chi fosse interessato vi segnalo il blog personale della scrittrice ed anche la scheda che le ho dedicato in preparazione all'intervista.
Fatemi sapere cosa ne pensate! Attendo i vostri commenti!
(For english version, please scroll down )
Nick: Ciao Melinda! Benvenuta su Nocturnia, è un onore averti ospite. e grazie per aver accettato questa intervista.
Come prima domanda mi piacerebbe parlare dei tuoi inizi e del percorso che hai compiuto prima di diventare una scrittrice
C'è una frase di quel periodo che mi ha colpito molto: per giustificare il tuo abbandono della pratica legale: la frase diceva più o meno questo" che apprezzavi ancora la Legge ma non apprezzavi più gli Avvocati". Cosa intendevi dire?
Melinda M. Snodgrass: In sé stessa la Legge è una cosa grande e nobile. Io venero la Costituzione americana. A volte compiamo errori e falliamo nella nostra dedizione ai principi giuridici su cui gli Stati Uniti, sono stati fondati, ma questo ci dà qualcosa per cui lottare. Purtroppo nella pratica quotidiana del diritto mi sembrava che molti avvocati erano fossero preoccupati per le loro ore di lavoro fatturabili che sul' attenzione nei confronti della legge. La cosa non mi piaceva così ho smesso di esercitare.
Nick: Hai sempre dichiarato che due persone in particolare ti hanno spinto a cimentarti nella scrittura ed in particolare nelle sceneggiature: i tuoi amici e colleghi Victor Milan e George R.R. Martin. Ce ne vuoi parlare?
M. M. Snodgrass: Vic ed io ci siamo incontrati quando io ero in procinto di iniziare la scuola di legge, mentre invece lui era appena tornato col suo zaino e col suo sacco a pelo da un viaggio in Europa. Era già uno scrittore. Abbiamo cominciato a giocare assieme a vari giochi di ruolo, e dato che Vic sapeva anche cantare quando c'è stato bisogno abbiamo lavorato assieme ad un certo in un certo numero di commedie musicali. Ad esempio quando io ho interpretato Ginevra nel musical Camelot lui era uno dei cavalieri. Sapeva che ero infelice del mio lavoro nello studio legale e un giorno mi disse: "Scommetto che sapresti scrivere se solo ci tentassi." Così ho iniziato a scrivere la sera con Vic che mi dava consigli di scrittura e leggeva le cose che scrivevo. Una volta che ho iniziato a vendere i miei lavori ho potuto smettere di praticare come avvocato. Assieme a Vic tempo dopo ho anche scritto un libro intitolato Runespear. Aveva la copertina più brutta che avessi mai visto e quindi non ha venduto molto e la cosa si è rivelata un enorme peccato. Runesperar era un libro divertente.
George e io ci siamo conosciuti quando lui si è trasferito in New Mexico. All'epoca io lavoravo ancora come avvocato, ma l'ho fatto entrare a far parte del nostro gruppo di gioco e quella volta che ho venduto la mia prima storia George è stata la prima persona, dopo Vic, a cui io l'abbia raccontato.E' stato dal nostro gruppo di gioco che è venuto fuori Wild Cards - l'antologia sul mondo condiviso che George ed io abbiamo creato insieme e su cui ancora lavoriamo insieme. E 'stato George che mi ha fatto entrare a Hollywood. Era andato a lavorare per lo show di New Twilight Zone e poi per Beauty and the Beast. Lui mi chiese se avessi avuto voglia di scrivere una sceneggiatura che poi avrebbe provato a mostrarla al suo agente. Così mi sono seduta e ho scritto la sceneggiatura per La Misura di un Uomo, che è stata venduta per Star Trek dove poi sono stata assunta. Ha lanciato la mia carriera a Hollywood. George è il mio migliore amico.
Melinda Snodgrass assieme a George R.R. Martin
ed un gruppo di altri scrittori alla presentazione delle
guide di Wild Cards.
Melinda Snodgrass: Tolkien, gli young adult di Heinlein, John le Carre, Georgette Heyer,
Nick: In Particolare cosa ti ha avvicinata alla fantascienza?
Melinda Snodgrass: Il primo libro che mio padre mi ha letto è stato 20.000 Leghe sotto i Mari di Verne. Penso che sia stato quello. Ho amato la fantascienza fin dall'inizio. Invece il primo romanzo di fantascienza che ho letto per conto mio è stato La Principessa di Marte ( Nota di Nick :da noi il romanzo é conosciuto anche col titolo Sotto le Lune di Marte, il titolo originale è A Princes of Mars ) di Burroughs. Da allora ho continuato a leggere fantascienza e lo faccio ancora.
Scena tratta da "La Misura di un Uomo"
Star Trek Next Generation ( 2x09) il primo episodio
sceneggiato da Melinda M.Snodgrass
Melinda Snodgrass: Io non avrei potuto scrivere l'episodio se non avessi frequentato gli studi di legge. La Misura di un Uomo si basa su una infame decisione della Corte Suprema chiamata caso Dred Scott. Il caso verteva sulla questione se si dovesse considerare uno schiavo come persona o come proprietà. Il giudice ha ritenuto che lo schiavo dovesse essere considerato come proprietà. Mi sono resa conto che si sarebbe potuto applicare molto bene al personaggio di Data.
Nick: Per "Star Trek Next Generation" oltre che come sceneggiatrice hai lavorato anche come (e sopratutto) come executive script consultant e come Story Editor, quali sono stati i tuoi episodi ed i tuoi personaggi preferiti delle serie ? E a distanza di tempo quali ricordi ti sono rimasti di quella serie?
Melinda Snodgrass: Data è sempre stato il mio personaggio preferito, perché era il più umano. C'è qualcosa di malinconicamente ironico sul fatto che tra tutti quanti fosse proprio il robot ad essere il personaggio più interessante. Star Trek è stato uno spettacolo difficile. Non ho molti bei bei ricordi del periodo trascorso a lavorare lì. Non lo è stato fino a quando ho avuto modo di approdare alla serie Ragionevoli Dubbi dove mi sono resa conto che lavorare all'interno di uno staff di scrittori televisivi poteva essere divertente. Ho imparato molto dal periodo passato come sceneggiatrice di Star Trek, e Ira Behr è stato un vero e proprio mentore per me.
Amici per la Pelle (Pen Pals) Ep. 2x15
Un altro episodio di Star Trek Next Generation
sceneggiato dalla Snodgrass.
Melinda Snodgrass: Mi è stato chiesto di proporre una storia per Seaquest. Ho pensato che sarebbe stato divertente scrivere una storia di fantasmi. Il mare ha così tante storie sulle navi fantasma - L'Olandese Volante, ad esempio Essi hanno convenuto ed è stato divertente da scrivere. Non ho idea di come sia stata accolta. Spero che alla gente sia piaciuta.
Nick: Un altra serie per cui hai lavorato è l'interessante "Profiler" per cui hai scritto 4 episodi tra il 1998 ed il 1999. Secondo me "Profiler" è stata una serie meritevole ma che si è trovata schiacciata dalla concorrenza di altre serie consimili. Le tue sceneggiature per "Profiler" hanno rappresentato un riuscito mix tra azione investigativa e l'approfondimento dei personaggi. Quanto è difficile lavorare su personaggi creati da altri?
Melinda Snodgrass: Penso che sia divertente cercare di entrare nelle teste dei personaggi che non abbiamo creato noi. Si tratta di una delle competenze necessarie se si sta lavorando in televisione. All'interno di una serie riuscita lo show runner / creator consente sempre di aggiungere qualche caratteristiche ai personaggi, ma ma mai di cambiarli completamente. E' una vera sfida e la scrittura è più divertente quando c'è una sfida. Facciamo stessa cosa con Wild Cards, perché all'interno della serie noi scrittori arriviamo a scambiarci reciprocamente l'utilizzo dei personaggi che abbiamo creato.
Nick: Esistono differenze nel tuo stile di lavoro tra lo scrivere una sceneggiatura e lo scrivere una storia di narrativa?
Melinda Snodgrass: Scrivere sceneggiature e scrivere narrativa sono due cose profondamente diverse. Nelle sceneggiature sono più le cose che non vengono dette, perché si confida che sia il talento degli attori a fare il lavoro per voi. Nei romanzi invece sono presenti molte più descrizioni e dialogo interno. Non ho preferenze tra i due tipi di lavoro. Credo che nella fase iniziale, quando si si sta delineando la trama, le due cose siano abbastanza simili. Io utilizzo una scrivania diversa, carte e matite diverse a seconda che la storia su cui io sto lavorando sia una sceneggiatura o un romanzo. Mi piace scrivere sceneggiature. Mi piace scrivere romanzi.
Nick: Parliamo adesso della Melinda Snodgrass scrittrice di narrativa, con il romanzo "Circuit "del 1986, cominci a comporre la serie della "Circuit Trilogy" . "Circuit " parla del tentativo di costruire una sorta di giurisprudenza e di creare una costituzione Legale dello Spazio da parte dei tuoi personaggi. Personalmente io ci ho visto da parte tua anche un modo per cercare di riavvicinarti dei lati idealistici e positivi della tua ex professione. E' una ricostruzione sbagliata la mia?
Melinda Snodgrass: Io ritengo che Circuit abbia rappresentato il mio tentativo di parlare della maestosità della legge. La mia specializzazione verteva sulla legge costituzionale per questo è stato così divertente scrivere questi libri. Inoltre ho basato i libri sulla biografia di John Marshall, il primo presidente della Corte suprema e sul come riuscisse a guidare il distretto giudiziario della Virginia, perfino nel periodo in cui prestava servizio presso. la Corte Ho voluto rispondere alla domanda se la Costituzione sia riuscita a restare fedele alla bandiera.
Nick: Una delle tue tue opere più conosciute è la collaborazione è la serie di antologie "Wild Cards" dedicate all'omonimo universo condiviso curato da George R. R. Martin a. Ci vuoi raccontare come è nata questa collaborazione? Ti faccio questa domanda perché recentemente ho intervistato Walter Jon Williams che mi ha parlato delle vostre serate di gioco di ruolo assieme.
Melinda Snodgrass: E' cominciato tutto quando un anno per Natale Victor Milan l' autore di The Dinosaur Lords ha regalato. un gioco chiamato Superworld a George R.R. Martin. George ha iniziato a creare campagne del gioco per noi e noi abbiamo giocato ossessivamente. Due o tre notti a settimana fino alle 2:00 e alle 3:00 del mattino. George stesso avrebbe preferito passare la notte a casa mia piuttosto che guidare per tornare a casa sua a Santa Fe così tardi la notte. Una mattina mentre stava uscendo per la prima colazione e ha detto: "Dobbiamo trovare un modo per tirar fuori soldi da questa ossessione." Quindi ha suggerito una "antologia dedicata ad un mondo condiviso" ( una“shared world anthology”), e abbiamo iniziato a buttar fuori le idee. George non aveva mai amato la maniera con la maggior parte dei supereroi ha ottenuto i suoi poteri - tipo essere punti da una formica radioattiva, o come dicevo io scherzando - Colpiti da un fulmine, mentre erano in cima ad una discarica di rifiuti tossici. Così ho proposto l'idea degli alieni e di un virus che stavano testando sulla Terra. Poi George é uscito e ha invitato in altri scrittori e tutti abbiamo avuto modo di giocare nello stesso universo e il libero utilizzo dei personaggi creati da altri. E 'stato molto divertente. Io aiuto George con la costruzione delle trame e con l'editing e ora mi occupo di cercare in nuovi scrittori per il progetto. Recentemente ho portato nel gruppo anche Paul Cornell e Ian Tregellis.
Nick: Secondo te quali sono i motivi per cui la serie "Wild Cards" è diventata così popolare e quali sono stati i motivi della sua longevità?
Melinda Snodgrass: Credo che abbiamo realizzato un modo molto grintoso e reale di guardare al mondo dei Supereroi molto prima che il fenomeno diventasse di moda. Penso che sia durato nel tempo perché abbiamo avuto buoni scrittori e personaggi interessanti, davvero convincenti che a cui i lettori si sono affezionati.
Edizione italiana del primo volume
di Wild Cards creato da George R.R. Martin
e curato da Melinda M. Snodgrass
Nick: Da molto tempo si parla di un probabile film su "Wild Cards" sceneggiato da te. Ci sai dire qualcosa in più in proposito?
Melinda Snodgrass: Ci sono alcune grandi novità in arrivo da Hollywood, ma non posso ancora anticiparti niente.
Nick: Uno dei tuoi lavori riguarda la serie sul personaggio di Richard Oort ( anche conosciuta come "The Edge Series"). L'ultimo volume della serie The Edge of Dawn è uscito recentemente. La serie tratta del conflitto tra religione e scienza, tra certezza e dubbio. Da dove nasce l'interesse per questo tema?
Melinda Snodgrass: E' cominciato tutto durante il Capodanno del 1999. Stavo bevendo drink con degli amici - Walter Jon Williams, Steve Gould e Laura Mixon mentre stavamo guardando i festeggiamenti in corso in tutto il mondo. Mi è capitato di pensare a voce alta, "Siamo al'alba del 21 ° secolo e sembriamo diventare sempre più stupidi e superstiziosi invece di abbracciare scienza e tecnologia. La gente crede in sciocchezze come gli angeli custodi, i tarocchi, e il potere di guarigione dei cristalli invece di credere nella chimica, biologia, astronomia, ecc. Perché avviene tutto questo? " Da qui è nata l'idea di creature provenienti da dimensioni alternative che si nutrono di emozioni oscure e sono la base per tutti i nostri Dei e miti . Mi piace scrivere questo tipo di libri e spero di arrivare a scrivere un quarto capitolo per concludere la storia. Dentro di me ho saputo quale dovesse essere la scena finale di tutta la storia sin dal momento in cui ho scritto la prima pagina del primo libro.
Nick: Raccontaci qualcosa del tuo "alter ego" letterario Philippa Bornikova
Melinda Snodgrass: Philippa è nata a causa delle aspettative dei lettori. I lettori che amano i miei libri del ciclo The Edge potrebbero essere delusi da questi libri più leggeri così ho creato un alter ego. Ho di nuovo usato la mia formazione giuridica per creare il mondo e il personaggio. Il terzo libro è stato consegnato all'editore Tor quasi 2 anni fa, ma non ho ancora ricevuto le mie note editoriale quindi non ho idea di quando quel libro uscirà.
Nick: Ci daresti una tua definizione di fantascienza?
Melinda Snodgrass: Credo che l'unica differenza tra fantascienza e fantasy sia "l' arredo". Se ci sono astronavi è fantascienza. Se ci sono unicorni e gli elfi è fantasy. Ma entrambi sono letterature del "Cosa succederebbe se ?" La fantascienza, in particolare, fornisce spesso un parere sugli eventi dei nostri giorni. Credo che la fantascienza aiuti a preparare il pubblico per i grandi cambiamenti tecnologici e biologici. Quando hanno clonato la pecora Dolly la mia prima risposta è stata "Perché ci hanno messo così tanto?" Per la mia matrigna invece la cosa era spaventosa e sorprendente. Quando le ho detto che avevo scritto per 30 anni di queste cose prima che avvenissero nella realtà la cosa ha contribuito a calmarla
Nick: Tra i tuoi colleghi scrittori quali segui con maggiore attenzione ed interesse?
Melinda Snodgrass: Ci sono così tanti scrittori che amo leggere - Paul Cornell, Max Gladstone, Django Wexler, George, naturalmente, David Anthony Durham, Dorothy Dunnett. In realtà Dorothy (1) non sono mai nessuno riuscita ad incontrarla, ma ritengo che lei sia stata una brillante narratrice. Sono anche una grande lettrice di gialli.
Nick: Progetti per il futuro:a cosa stai lavorando adesso e cosa ci dobbiamo aspettare da Melinda Snodgrass nel prossimo futuro?
Melinda Snodgrass: Sto concludendo il secondo libro della mia serie di space opera, Imperials. Il primo libro The High Ground sarà in vendita a luglio 2016. Sto facendo alcuni lavori per Hollywood. Dopo probabilmente andrò anche a iniziare il quarto libro della serie Edge.
Nick : Bene,è tutto. Ti ringrazio ancora e nel salutarti ti rivolgo la classica domanda finale di Nocturnia: c'è qualche domanda a cui avresti risposto volentieri e che io invece non ti ho rivolto?
Melinda Snodgrass: Non riesco a pensare a niente di nuovo. Quelle che mi hai fatto sono state domande divertenti ed interessanti. Grazie per avermi voluta intervistare.
Note:
(1) Dorothy Dunnett era una scrittrice inglese di gialli storici morta nel 2001.
INTERVIEW WITH MELINDA M. SNODGRASS. - THE ENGLISH VERSION!
Today I propose my interview with the American writer and screenwriter Melinda M. Snodgrass (his site is HERE and HERE are the dossier that I have dedicated to the writer). I want to thank Melinda for her kindness and for her availability.To all of you readers I hope you enjoy reading!
Nick: Hello Melinda
Welcome to Nocturnia Blog, it is an honor having you as guest. and thank you for accepting this interview.
As a first question I'd like to talk about your beginnings and the path you have taken before becoming a writer
There is a phrase of that time I was very impressed by to justify your legal practice's less : the phrase saying something like this "that you still liked law but no more Lawyers". What did you mean by that?
Melinda M. Snodgrass: The law itself is a grand and noble thing. I revere the American Constitution. We sometimes fall short and fall in our dedication to the legal principles upon which the United States if founded, but it gives us something to strive for. Unfortunately in the day to day practice of law it seemed that many lawyers were more concerned about their billable hours then they were about the law. I didn’t enjoy that so I quit.
Nick: You Always said that two people in particular motivated you to try your hand in the writing and in particular in the scripts: your friends and colleagues Victor Milan and George R.R. Martin. Would you talk about them?
Melinda M. Snodgrass: Vic and I met when I was about to start law school, and he was just back from a backpacking trip in Europe. He was already a writer. We played role playing games together, and Vic was also a singer so we need a number of musical comedy shows together. He was one of the knights when I sang Guinevere in Camelot. He knew I was unhappy in the law firm and one day he said, “I bet you could write it you tried.” So I started writing in the evening with Vic giving me writing advice and reading what I had written. Once I started selling I could quit practicing law. Vic and I even wrote a book together called Runespear. It had the ugliest cover ever seen so it didn’t sell very well which was a shame. It was a fun book.
George and I met when he moved down to New Mexico. I was still a lawyer at the time, but he joined our gaming group and once I made my first sale he was the first person I told after Vic. It was out of the gaming group that Wild Cards was born — the shared world anthology that George and I created together and still edit together. It was George who got me into Hollywood. He had gone to work on The New Twilight Zone show and then onto Beauty and the Beast. He said if I’d write a spec script he’d show it to his agent. So I sat down and wrote The Measure of a Man, and Star Trek bought the script and then hired me. It launched my Hollywood career. George is my best friend.
Nick: What were the writers and works that have influenced you most as a reader more than as a writer. Of course you can also mention movies, TV series, comics, music and anything else you can think of.
Melinda M. Snodgrass: Tolkien, Heinlein young adult books, John le Carre, Georgette Heyer,
Nick: What in particular did close you to science fiction?
Melinda M. Snodgrass: The first book my Dad read to me was Verne’s 20,000 Leagues Under the Sea. I think that did it. I loved science fiction from the very beginning. The first science fiction novel I read on my own was Burroughs A Princess of Mars. I just kept reading science fiction and still do.
Pics from "Measure of a Man"
Nick: between All of you written screenplays for Star Trek Next Generation I quite enjoyed the episode "Measure of a Man" (many consider as one of the best episodes of the series). How much did served your legal education to the drafting of that episode?
Melinda M. Snodgrass: I couldn’t have written it if I hadn’t been to law school. Measure is based on an infamous Supreme Court decision called Dred Scott. It was whether a slave was a person or property. The court held he was property. I realized it would apply beautifully to Data.
Nick: For "Star Trek Next Generation" as well as a writer you also worked as (and above) as executive script consultant and as Story Editor, which were your favorite characters and episodes of the series? And after some time what memories do you have left of that series?
Melinda M. Snodgrass: Data was always my favorite character because he was the most human. It’s sadly ironic that the robot was the most interesting character. Star Trek was a difficult show. I don’t have a lot of good memories about working there. It wasn’t until I got to Reasonable Doubts that I realized being on a TV writing staff could be fun. I did learn a lot from my time on Trek about plotting, and Ira Behr was a real mentor to me.
Pics from "Pen Pals"
Teleplay by Melinda M.Snodgrass
Nick: As A writer you wrote also good episode "Knight of Shadows" for the ill-fated series "Seaquest DVS", a supernatural tale of ghost ships for a series that, at least initially, had avoided this kind of stories. Tell us about that episode, its genesis and how it was received.
Melinda M. Snodgrass: I was asked to submit a story for Seaquest. I thought it would be fun to do a ghost story. The sea has so many stories about ghost ships — The Flying Dutchman, etc. They agreed and it was fun to write. I have no idea how it went over. I hope people enjoyed it.
Nick: One Other series you've worked for is the interesting "Profiler" for which you wrote four episodes between 1998 and 1999. In my opinion "Profiler" is a series worthy but found itself overwhelmed by the competition of other similar series . Your screenplays for "Profiler" represented a successful mix of investigative action and the deepening of the characters. How difficult is it to work on characters created by others?
Melinda M. Snodgrass: It think it’s fun to try and get into the heads of characters that you didn’t create. It is one of the skills you need if you’re going to work in television. On a good show the show runner/creator lets you add to the characters, but you can’t change them completely. It’s actually challenging and writing is more fun when there’s a challenge. We do same thing in Wild Cards because we get to use each others characters in the stories.
Nick: Are there differences in your work style between writing a screenplay and writing a history of fiction?
Melinda M. Snodgrass: Writing scripts and writing prose are very different. In scripts it’s more about what you don’t say, and trusting the actors to do the work for you. In novels there is so much more description and internal dialog. Neither of which I enjoy. I think initially, when you are plotting it’s the same. I use a board, cards and different colored pens to work out the story for both a script and a novel. I love writing scripts. I enjoy writing novels.
Nick: We speak now of Melinda Snodgrass fiction's writer . With your novel "Circuit" of 1986, begin to compose the series of "Circuit Trilogy". "Circuit" is about the attempt to build a kind of law and a Legal constitution in Space by your characters. Personally I've seen of you also a way to try to get closer of idealistic and positive sides of your former profession. Is it my rebuilding wrong?
Melinda M. Snodgrass: I do think Circuit was my attempt to talk about the majesty of the law. My speciality was Constitutional law so it was fun to write these books. They also grew out of a biography of John Marshall, the first chief justice of the Supreme Court and how he used to ride circuit in Virginia even while he was on the court. I wanted to answer the question if the Constitution followed the flag.
Nick: . One of your new best known works is the cooperation is the series of "Wild Cards" anthologies dedicated to eponymous shared universe edited by George R .R. Martin. Could you tell us how did this collaboration come about? I bring this up because I recently interviewed Walter Jon Williams who told me of your evenings of role play together.
Melinda M. Snodgrass: Victor Milan author of The Dinosaur Lords gave George R.R. a game called Superworld for Christmas one year. George started running the game for us and we played it obsessively. two or three nights a week until 2:00 and 3:00 in the morning. George would stay the night at my house rather then drive back to Santa Fe that late. One morning he came out for breakfast and said, “We’ve got to find a way to make money out of this obsession.” He suggested a “shared world anthology”, and we started kicking around ideas. George had always disliked how most superheroes get their powers — bit by a radioactive ant, or my joking version — Struck by lightning while standing in a toxic waste dump. So I came up with the aliens and the virus that they were field testing on Earth. Then George went out and invited in other writers and we all got to play in the same universe and use each other’s characters. It’s been great fun. I help George with the setting up plots and the editing and now I bring in new writers too. I brought in Paul Cornell and Ian Tregellis.
Nick: In Your opinion, what are the reasons why the series "Wild Cards" has become so popular and what were the reasons for his longevity?
Melinda M. Snodgrass: I think we were doing a very gritty, real world look at superheroes before that was in fashion. I think it’s lasted because we’ve had good writers, and really compelling, interesting characters that readers care about.
Nick: From A long time, it's talking about a possible movie of "Wild Cards" written by you. Can you tell us something more about it?
Melinda M. Snodgrass: We have some big Hollywood news, but I can’t announce it yet.
Nick: One Of your work relates to the number of Richard Oort (also known as "The Edge Series"). The last volume of the series The Edge of Dawn was released recently. The series is the conflict between religion and science, between certainty and doubt. Where did the interest in this subject?
Melinda M. Snodgrass: It started on New Year’s Eve 1999. I was having drinks with friends — Walter Jon Williams, Steve Gould, Laura Mixon and we were watching the celebrations going on around the world. I mused aloud, “It’s the dawn of the 21st century and we seem to be becoming more foolish and superstitious instead of embracing science and technology. People believe in nonsense like guardian angels and tarot cards, and crystal healing power instead of chemistry, biology, astronomy, etc. Why is that?”” And then the idea of creatures from alternate dimensions that feed on dark emotions and are the basis for all our gods and myths was born. I love writing those books and hope to get to write a fourth book to wrap up the story. I’ve known the final scene since the day I wrote the first page on book one.
Nick: Let's talk about your literary's "alter ego" Philippa Bornikova
Melinda M. Snodgrass: Philippa was born because of reader expectation. The readers who like my Edge books might be disappointed by these lighter books so I created an alter ego. I again used my legal education to create the world and the character. Book three has been delivered to Tor almost 2 years ago now, but I still haven’t gotten my editorial notes so I have no idea when that book is going to appear.
Nick: Would you give us your of science fiction's definition?
Melinda M. Snodgrass: I think the only difference between science fiction and fantasy is “furniture”. If there are spaceships it’s science fiction. Unicorns and elves it’s fantasy. But both of them are the literature of “What if?” Science fiction in particular is often a commentary on current day events. I think science fiction helps prepare the public for big changes in technology and biology. When they cloned Dolly the Sheep my first response was “What took so long?” For my mother-in-law it was frightening and amazing. When I told her we had been writing about it for 30 years before it happened it actually helped calm her down.
Nick: Between Your fellow writers who do you follow with more attention and interest?
Melinda M. Snodgrass: I have so many writers I love to read — Paul Cornell, Max Gladstone, Django Wexler, George of course, David Anthony Durham, Dorothy Dunnett. Dorothy isn’t actually anyone I got to meet, but I think she was a brilliant story teller. I’m also a big mystery reader.
Nick: Future plans: what are you working on now and what do we expect from Melinda Snodgrass in the near future?
Melinda M. Snodgrass: I’m finishing the second book in my space opera series, Imperials. Book one The High Ground will be out July 2016. I’m doing some work in Hollywood. I’m probably going to start that fourth Edge book too.
Nick: Well, That's all. Thanks again and greeting you I address the classic final Nocturnia question : is there any question that you would have responded willingly and yet I will not have it for?
Melinda M. Snodgrass: I can’t think of anything. These were fun interesting questions. Thank you for interviewing me.