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Intervista con Pablo Montagne sui suoi "Mirrors" di Andrea Aguzzi
Creato il 21 luglio 2014 da Empedocle70Ciao Pablo, con questi Mirrors, queste composizioni per chitarra elettrica e delay, sei uscito un po' dall'ambito dell'improvvisazione per codificare le tue idee, come mai questo cambio di prospettiva?
Sia l’improvvisazione che la scrittura sono entrambi dei mezzi ( e non dei “fini”) per ottenere determinati risultati musicali. L’improvvisazione permette di lavorare su degli aspetti della musica che con la scrittura non sarebbe possibile fare.Essendo i Mirrors composizioni basate completamente su incastri ritmici ben precisi, ho avuto la necessità di notarli su pentagramma.
In generale cerco di prendere ciò che di meglio offrono l’improvvisazione o la scrittura, cercando sopratutto di tenere lontano i difetti e le cattive abitudini che queste portano con sé.
Entriamo un po' nello specifico di queste composizioni, non solo sono disponibili come spartiti, ma per chi è interessato hai anche realizzato dei video su youtube dove li interpreti, come mai questa scelta? E' una prassi un po' insolita ...
I Mirrors è come se fossero dei brani per due chitarre, perché c’è un continuo sovrapporsi della linea di chitarra con la sua ripetizione (delay), ……diciamo che possono essere dei canoni a due voci.
Non aveva senso scrivere tutto ciò su due pentagrammi perché bisogna eseguire comunque la parte della prima chitarra leggendo il singolo pentagramma .
Il risultato totale (chitarra+delay) avviene all’ascolto (…nell’aria) , per questo ho previsto all’interno dello spartito degli esempi delle sovrapposizioni su due righi e ho caricato i brani su youtube, così che l’interprete possa capire che tipo di incastri avvengono per ciascun brano.
Come mai la scelta di utilizzare il delay e solo il delay? e poi .. delay digitale o analogico? Come li programmi? Solo delay o anche loop?
La scelta di utilizzare il delay è come una sfida, …….volevo riuscire a tirare fuori da un effetto banale dei brani per chitarra elettrica che fossero interessanti.
Per questo ho estremizzato il procedimento , cioè :
a) Il delay è lo stesso per tutto il brano, lo si fissa all’inizio e poi si pensa solo a suonare (ES: 1000millisecondi o 800 millisecondi).
b) Il numero di ripetizioni del delay è al minimo, quindi una sola ripetizione, nella maggior parte dei casi si suona una battuta intera e mentre il delay la ripete si suona la battuta successiva, e così l’inseguimento (canone) va avanti senza interruzione,
c) Non volevo/potevo disattivare il delay, che quindi continua a rimandare le frasi suonate fino alla fine del brano.
Non ci sono altri effetti come loop o altro , anche se gli incastri ritmici, alle volte fanno pensare che ci sia dell’altro e il delay è digitale proprio perchè quello analogico non arriva a 1000 ms, ma raggiunge 800 ms circa.
Il delay è un effetto molto usato nel rock fin dai tempi del rockabilly dove si usava la Echobox ... poi è stato ripreso negli anni '80 in particolare da chitarristi come The Edge degli U2, che ne ha fatto un suo marchio stilistico, ma anche Adrian Belew e Bill Frisell ... nelle tue composizioni hai .. dato un orecchio a questi chitarristi?
No anche perché come ho spiegato , nei Mirrors il delay non viene usato tanto come effetto , ma come una vera e propria seconda chitarra.
Forse in questo lavoro ha inciso molto la mia passione per gli intrecci ritmici che usano Robert Fripp e Adrian Belew nei King Crimson, sia dal punto di vista musicale che da quello tecnico per la grande capacità necessaria nel controllo ritmico.
I brani sono piuttosto lunghi. Come gestisci il loro sviluppo, intendo dire .. mi sembra di muovano su un percorso ben definito e pianificato, cosa c'è alla base della struttura?
Essendo composizioni basate sulla ripetizione è inevitabile che rientrino caratteristiche del minimalismo come per esempio la musica di Steve Reich o Terry Riley, e quindi anche le durate dei brani, essendo basate su piccole variazioni, hanno bisogno di tempo per svilupparsi (all’incirca dai 6 agli 8 minuti l’uno).
Comporre i Mirrors è stato un po’ come giocare a tennis contro un muro, dove ogni tiro viene mandato indietro,…. hanno anche l’aspetto di un incontro di Box contro il Delay che, ottuso, rimanda indietro ciò che suoni e questo carattere di sfida/combattimento ha generato brani di una certa durata.
C’è un altro aspetto che ho rivalutato alla fine di questo percorso, e cioè che i Mirrors sono dei brani non tanto per chitarra ma proprio per il delay ……..”musica per un pedalino di delay”.
Per suonarli sono richieste tecniche o strumentazioni particolari? Te lo chiedo perchè ho notato l'uso del distorsore in Mirror 3 e, mi sembra, della tecnica tapping in Mirror 4 ...
Le tecniche sono molto convenzionali e in alcuni casi ricalcano seppur in parte alcuni “generi musicali” come il Metal. L’unico ad avere una tecnica non convenzionale ( anche se è ormai “convenzionalissima”) è il Mirror n. 10 ( nel volume 2) che si basa tutto sulla tecnica del tapping.
In alcuni uso il distorsore come per il Mirror n.3, invece nel n.4 è l’intreccio ritmico che porta a pensare al tapping invece è con plettrata.
Proverò ad addentrarmi in una spiegazione dell’intreccio ritmico del n.4, che può essere interessante per capire quali generi di intrecci ritmici uso.
Il Mirror n.4 è in 5/8, nella prima battuta si suona il 1°,3° e 5° ottavo, mentre il delay ripete questa battuta, si suona il 2° e il 4°, così il risultato generale sono 5 ottavi di seguito. Il risultato sonoro è molto legato e da l’impressione dell’ uso del tapping, ma non è. Chiaramente questa idea si sviluppa per tutto il brano e permette di ottenere linee ritmiche molto intriganti.
Hai già avuto riscontri in termini di interesse da altri interpreti per queste musiche?
Si ,anche se è poco tempo che sono pubblicati e distribuiti ho avuto buoni riscontri, ci sono stati anche feedbacks interessanti per un utilizzo ”didattico” proprio per la complessità ritmica e per la varietà di articolazioni delle linee melodiche.
So che sei sempre attivissimo .. quali sono i tuoi prossimi progetti?
Adesso sto preparando l’uscita dei Mirrors Vol.2, e per quando riguarda la scrittura sto lavorando alla pubblicazione degli “ Studi sulle legature e indipendenza delle due mani” ( per chitarra classica), brani per due chitarre classiche e composizioni per chitarra elettrica sola.
Inoltre è in uscita proprio in questo periodo un disco in Trio “Cups Glasses and Tanks” per l’etichetta AUT Records, con Nicola Guazzaloca al pianoforte e Giacomo Mongelli alla batteria.http://feeds.feedburner.com/ChitarraEDintorni
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