Mi dispiace per il lungo silenzio. E’ stato un periodo un pò impegnativo. In questo periodo sto cercando di fare dell’insegnamento il mio unico mestiere, per questo ho meno tempo da dedicare al blog. Mi prometto di ricominciare a scrivere con la bella stagione, che in Svezia si incomincia finalmente a manifestare dopo le dure settimane di aprile quando il maledetto termometro di google mi segnava implacabile, la grossa differenza tra i sei gradi della bella cittadina svedese ed i trenta di Milano. Sono sopravvissuto anche a questo, ormai il resto dell’anno è in discesa.
Rompo il silenzio anche per pubblicare, per chi ne fosse interessato, l’intervista richiestami dal sito paperblog e che proprio oggi verrà pubblicata a piena pagina. Per me è un onore che voglio condividere con tutti quelli che leggono o che si trovano per caso su questo sito.
1)Innanzitutto, chi c’é dietro Diario di un esule in Svezia ?
Sono Luca, ex milanese di 32 anni ormai in Svezia da due anni. Vivo in una cittadina svedese, Jönköping. Per i (molti) che non hanno la minima idea di dove si trovi, basta tracciare una linea immaginaria che unisca Stoccolma e Götebörg. Lì, nel mezzo, immersa tra laghi che sembrano oceani e boschi che sembrano foreste equatoriali mi trovate. Ho una grande passione per i viaggi, la storia, il calcio. Tutta roba che non dà da mangiare! Ho sempre avuto il pallino dell’esperienza all’estero ma, col senno di poi, devo ammettere che senza una grande motivazione, non credo avrei mai avuto il coraggio di lasciare tutto e ricominciare daccapo. Mi piacerebbe dire con sicurezza “e il treno io l’ ho preso e ho fatto bene” ma ho bisogno di più tempo per sbilanciarmi tanto! Vivere in Svezia mi ha fatto diventare un amante della vita all’aria aperta. Sembra contraddittorio ma solo dopo avere passato un inverno scuro e rigido puoi trovare davvero la felicità estrema in una semplice giornata di sole.
2) Da quanto tempo possiedi un blog e perché hai deciso di aprirne uno?
Da più di un anno scrivo in italiano per descrivere quello che penso della Svezia. Da qualche mese ho aperto anche un blog in lingua svedese in cui parlo dell´Italia e che mi serve anche a sponsorizzare la mia attività d´insegnante. Lo stimolo ad aprire il blog “diariodisvezia” mi è venuta dalla passione della scrittura e dal desiderio di non perdere del tutto i contatti con la madrepatria. Nonostante i soliti “Oh, non perdiamoci di vista” che si fanno al momento della partenza è molto complicato mantenere i rapporti con tutte le persone che ti vogliono bene. La corrispondenza via mail è una faccenda molto più complicata di quanto si immagini . Cosi volevo un po’ raccontare a tutti quelli che mi conoscono il nuovo mondo in cui vivo. Nel mio piccolo vorrei anche essere una sorta di guida per tutti coloro che passano dalla parola ai fatti e decidono di lasciare davvero l’Italia. E’ un passo enormemente difficile, l’intenzione è quella di essere d’aiuto verso tutti quei coraggiosi che partono allo sbaraglio per dare una svolta, di qualsiasi tipo, alla propria vita. Per ora non ho ancora ricevuto insulti pesanti, quindi credo di non avere fatto malissimo…
3) Da dove trai ispirazione per gli articoli del tuo blog?
Ho sempre chiacchierato molto con i compagni di viaggio che incontravo per la strada. Il confronto tra le diverse abitudini e le mentalità differenti erano sempre uno degli argomenti più interessanti e popolari. Tanti dialoghi con svedesi e soprattutto i profondi confronti e a volte conflitti culturali con la mia ragazza mi han portato a scoprire le differenze e a cercare di capire le motivazioni di tali differenze, da che retroterra culturale nasce. Non sapete la lotta tra la mia mentalità leggermente macista (fortuna che non sono un estremista in questo senso) e l’uguaglianza quasi totale raggiunta dalla donna svedese, emancipata, forte e libera. Da tutti questi confronti e scontri nascono buona parte degli spunti per gli articoli. Ma anche notizie curiose di giornale, avvenimenti importanti, fatti storici
4) Quando smetti i panni del blogger, di cosa ti occupi?
Lavoro come insegnante di italiano e faccio altri lavoretti per arrotondare. Mi sono laureato in scienze politiche ma l´arte di arrangiarsi e l´esigenza di reinventarsi per trovare una posizione in una società in cui sei automaticamente retrocesso a causa del problema linguistico mi ha portato a scoprire il mestiere dell´insegnamento. Non ho mai studiato da insegnante ma mi sono trovato molto a mio agio ad insegnare regole grammaticali e caratteristiche culturali dell´Italia, che qui in Svezia è molto popolare. All’inizio può essere leggermente noioso dedicare due ore alla pronuncia di “bruschetta” e “Michelangelo” che qui leggono rigorosamente come se l’h non ci fosse, ma non potete immaginare la soddisfazione di veder crescere il loro vocabolario e la loro espressione. E’ come creare l’universo
5) Un pregio e un difetto di Paperblog.
Mi piace paperblog. Mi ha dato la possibilità di far conocere gli articoli che scrivevo. E´proprio questo il pregio maggiore. Individuare argomenti interessanti e dargli spazio anche se non sono parte della discussione generale, se non fanno parte degli argomenti caldi in quel momento trattati dalla maggior parte dei media. Non è facile raccontare dei difetti. Non per piaggeria o perché il sito sia perfetto, ma lo trovo comunque molto gradevole per lo scopo che si prefigge. Se si vuole trovare qualcosa da migliorare, devo dire che non mi farebbe proprio schifo essere pagato per gli articoli esposti in prima pagina. Sarebbe una bella ricompensa per tutto il tempo dedicato alla scrittura.
6) E per finire, dal tuo blog traspare un grande amore per la Svezia e quello che ha da offrire. Ci sembra che il tuo trasferimento sia un’esperienza assolutamente riuscita. Ti senti davvero così ben integrato, o l’idea di un ritorno in patria non è proprio da escludere?
La vita dell´emigrato è ben più complicata di quanto faccia trasparire sul mio blog. Ci sono spesso persone che accusano noi blogger che scriviamo dall´estero di volere dimostrare al mondo che abbiamo vinto la nostra sfida. La vera ragione non è quella, almeno nel mio caso e credo anche da parte degli altri. Scrivo per raccontare e per fare divertire. Non mi piace scrivere troppo sul mio privato e quindi raccontare in dettaglio le gioie ma anche i dolori del vivere lontano da casa. Il blog ha un tono quasi sempre ironico e leggero, non vuole essere un diario della mia vita, nonostante il titolo. Vivere in Svezia non è male ma a volte sembra strano immaginare di non vivere mai più in Italia, dove bene o male ho passato la maggior parte della mia vita, quindi non escludo nessun tipo di scelta. Specialmente le sere di febbraio più di una volta mi sono ripetuto “ma che cavolo ci faccio qua?”. Immagino sia normale nei momenti difficili. Ovvio che penso a volte a tornare indietro e poter rendere finalmente i miei genitori felici del mio ritorno, ma ci sono molte condizioni che rendono la vita molto più facile in Svezia che in Italia. Ho molti amici in Italia che si barcamenano tra un contratto e l´altro e hanno difficoltà a sopportare la vita dell´eterno precario. Lo svedese medio a 30 anni ha molte più possibilità di costruirsi casa e famiglie sicure, avendo più diritti, stabilità e salari migliori.