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Intervista: Dario Villasanta, angelo ribelle

Creato il 23 febbraio 2015 da Babetteleggepervoi
Diamo il benvenuto a Dario Villasanta, autore di “Angeli e Folli” e “Dalla cenere: racconti brevi scritti sul bordo del posacenere”.
Intervista: Dario Villasanta, angelo ribelle
Grazie per avere accettato di rispondere alle mie domande, Dario. Raccontaci qualcosa di te. Sono un tipo dall’umore altalenante, il che mi facilita l’entrare in diverse fasi della scrittura da un momento all’altro della giornata. È più facile descrivere atmosfere tra loro opposte se ti ci puoi calare dentro, no? Bene, io faccio così: tutto “nature”. Per il resto, ho un passato non proprio edificante, che si è alternato a momenti decisamente più sobri e felici. Come dico sempre, non si sa mai quando bisogna ricominciare daccapo. E io ricomincio, ogni giorno, innanzitutto perché mi hanno insegnato che bisogna fare così, in secondo luogo perché non ho scelta.
Che tipo di scrittore sei e qual è il genere che più ti rappresenta?Guarda, in realtà non so bene che tipo di scrittore sono: ancora mi devo conoscere, anche se i risultati sono più che confortanti, devo dire. Il mio genere? Il noir senz’altro, ma adoro quella letteratura psicologica che ho imparato ad amare leggendo Dostoevskij. Ecco, questo è il motivo per cui nei miei scritti di qualsiasi genere la componente psicologica è molto forte: in teoria non è affatto facile, ma quando riesce ha un effetto devastante sulla lettura. Nel senso buono del termine.
Hai un autore (o un’autrice) al quale (alla quale) ti ispiri?Mi piace moltissimo Welsh, ho adorato fin da subito quel modo apparentemente scarno, ma non privo di sottigliezze stilistiche (anche nel tratteggio psicologico, sì anche lì) che lo rende duro e commovente allo stesso tempo. È tutt’altro che facile scrivere come fa lui. Inoltre, il già citato mostro sacro russo per le atmosfere interne e, per quanto riguarda le descrizioni, ho ammirato molto Wharton, vedi “Maggie ragazza di strada” tra tutte le sue opere. Un po’ datato? Sì, lo so, e forse anche un po’ nostalgico di certa scrittura che non c’è più.
Qual è il primo romanzo che hai pubblicato?Fu un romanzo breve, “Il migliore”. Molto autobiografico, anche se la parte da padrona l’ha fatta la fantasia di vedermi come qualcuno/qualcosa che non sono mai neanche lontanamente stato, cioè un cantante dotatissimo come il protagonista. Flavio è stato un esperimento che non potevo non fare, con quel libro mi sono “fatto le ossa” nell’editoria, anche se molto ancora era da imparare e conoscere. Così facendo, “sacrificandolo” al mio debutto, ho forse salvato quello seguente (“Angeli e Folli”) dall’anonimato più completo.
Quale sarà il prossimo?Il titolo provvisorio ce l’ho già, la trama anche, devo soltanto completarlo ma… lui non vuole! Sì, perché quando scrivo, la storia prende vita e non mi segue più, ha un suo sviluppo naturale che non posso controllare completamente. Ed è bene che sia così, altrimenti lo rovinerei senz’altro. Comunque, il titolo provvisorio è “Il gioco del castello”, anche se ho un titolo di riserva che al momento taccio. Sarà pronto fra pochissimo.
Da dove arriva l’ispirazione?Da situazioni ed emozioni di cui sono stato testimone. Tutto può ispirare, anche se amo dire (e pensare) che l’ispirazione non esiste: o sai cosa devi scrivere o non lo sai, punto. E non c’è nessuna magia in questo, anche se è vero che in alcuni momenti è più facile che in altri. Quando sono di stato d’animo più riflessivo, nella fattispecie.
Hai un luogo speciale nel quale ti rifugi per scrivere?Mais oui: il mio letto! Non scherzo, mi ci siedo sopra a gambe incrociate e scrivo, a penna o col pc. Ora, per problemi alla schiena, lo faccio meno, ma è il mio luogo ideale.
Qual è il tuo metodo di scrittura?Penso prima a quello che devo scrivere, in solitudine totale. Il come lo decido in base all’atmosfera che devo creare. Inoltre, anche se a volte scappano, guerra agli avverbi in “mente” e ai generici “bello”, “molto”, eccetera, che non vogliono dire davvero niente secondo me in un contesto narrativo, non descrivono. Gli aggettivi, purché non ampollosi, svolgono benissimo lo stesso compito. Il parlato, tuttavia, entra spesso nella mia scrittura, avverbi compresi, a seconda del tono che voglio dare a narrazione e/o dialogo. Per farla breve, mi concentro allo stremo su quanto devo fare, rileggo a fatica e, quando ho finito, dopo correzioni di massima non lo riguardo mai più. Non ci riesco, è più forte di me. È un limite, lo so, ma non posso fare in altro modo. E me lo scordo…
Come tieni separate (se ci riesci) la vita di tutti i giorni e l’attività di scrittore?Non lo faccio. Entrambe si mischiano in una terra di nessuno, lì si fondono e danno vita così alle storie. Credo che questo sia alla base dell’onestà, della credibilità di molti autori, non trovi? Lo spiegava bene Stephen King nel suo “On Writing”: scrivi di ciò che sai, e io lo faccio.
Grazie, Dario. Alla prossima.
Se vi viene voglia di parlare con Dario Villasanta, lo trovate su Facebook:https://www.facebook.com/dariostefano.villasanta?ref=ts&fref=ts
Questo è il suo blog:
ilvillachescrive.wordpress.com
Questo il suo indirizzo di posta:[email protected]
L'imbrattacarte Villasanta è un classe '72, ex cantante non professionista, scrive sin da ragazzino ma pubblica solo nel 2014.Esordisce con dei racconti brevi, la sua vera passione, poi pubblica 'Il migliore'.'Angeli e folli' è il suo ultimo romanzo appena uscito ed è disponibile su amazon.it.
Intervista: Dario Villasanta, angelo ribelle
Angeli e folli è un noir crudo e intenso, in cui i tre personaggi principali, Dax, Giulia e Domenico, si scambiano di continuo ruoli e riflessioni. Tentando di salvare una situazione di quest'ultimo che precipita, dibattendosi tra la legge rigida dello Stato e quella altrettanto dura della strada, cementano un rapporto che va al di là del semplice bisogno reciproco e danno vita al sorgere di sentimenti contrastanti.
Ribaltamenti di fronte e colpo di scena finale.http://www.amazon.it/Angeli-e-Folli-dario-villasanta-ebook/dp/B00SOXNAAC/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1424712122&sr=8-1&keywords=angeli+e+folli
Intervista: Dario Villasanta, angelo ribelle

Dalla cenere è una raccolta di sei racconti brevi, scritti di notte o all'alba, in uno stato d'ispirazione furiosa e frettolosa. Spaziano tra varie sfumature dell'animo umano quando versa spesso in condizioni estreme.http://www.amazon.it/Dalla-cenere-racconti-scritti-posacenere/dp/1508407894/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1424712488&sr=8-2&keywords=racconti+sul+bordo+di+un+posacenere

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