Matteo Mobrici (chitarra, voce), Federico Laidlaw (basso), Gabriele Prina (batteria) e Fabio Brando (chitarra) si incontrano circa un anno fa, nel 2013, tra Legnano e Milano, per dare vita a Canova, un progetto tra brit e cantautorato italiano che anticipa l’album di esordio, previsto per il prossimo autunno.
Il singolo d’esordio “Expo” è stato prodotto e arrangiato da Stefano Clessi e Davide Simonetta all’ EMG lab Studio. Il primo video, EXPO, è stato girato da Tiziano Russo, già al lavoro con artisti del calibro di Negramaro ed Eros Ramazzotti.
Un brano fresco, estivo, che racconta l’epoca di cambiamento che stiamo vivendo, tra occasioni perse e speranze, che accompagnerà la nostra estate.
“Il video di Expo è un’attenzione al dettaglio,” spiega Tiziano Russo, “macroscopica, maniacale, dettagliata, minuziosa. Sono i nostri corpi. Vestiti o nudi, siamo noi, uguali sempre. Ogni dettaglio è fondamentale perchè ogni dettaglio racconta la nostra storia.”
Noi di Oubliette Magazine abbiamo deciso di intervistare la band per estinguere alcune curiosità nate dopo l’ascolto del brano. Buona lettura!
B.A.: Ciao, grazie per avermi concesso questa intervista, inizio chiedendovi, come nasce il vostro progetto?
Canova: Siamo quattro amici innanzitutto. Siamo cresciuti insieme, abbiamo suonato in diversi progetti fino a quando abbiamo pensato di metterci insieme; e da lì son successe tante cose belle.
B.A.: Perché avete scelto Canova come nome per il vostro gruppo?
Canova: È quasi come se ci avesse scelto lui; la ricerca di un nome può diventare davvero una fatica, e così fu fino a quando ci apparì la scritta Canova per delle strade di Milano. Amore a prima vista. Breve, italiano e diretto. Poi c’è anche un senso più profondo: Antonio Canova, scultore, attingeva dall’arte greca antica per riproporla nel suo tempo; noi arriviamo dalla musica retrò ma ci divertiamo anche molto ad ascoltare quello che passa m2o alle tre di mattina. Nelle canzoni che facciamo ci piace un po’ quest’aspetto, fondere il passato col presente.
B.A.: Qual è il messaggio che volete trasmettere ai vostri fans?
Canova: Per adesso, vorremmo solo che la gente si divertisse così come facciamo noi.
B.A.: Quali sono i vostri artisti di riferimento?
Canova: Ci piace molto la musica inglese e quella dei cantautori italiani. Abbiamo gli stessi gusti principalmente, ma ognuno ha le sue preferenze e i suoi ascolti solitari. Diciamo che oggi ci troviamo d’accordo pienamente sui Kasabian o sull’ultimo disco dei Coldplay. Però ci esaltiamo anche se passano Avicii in un djset.
B.A.: Come vivete il palco?
Canova: Beh il palco è fondamentale, è il succo di tutto quello che stiamo facendo. Di solito ci divertiamo molto tra di noi, anche perché non siamo dei perfezionisti e quindi ci lasciamo andare anche se ci sono delle sbavature. Siamo convinti che le persone debbano divertirsi ai concerti, oltre che ascoltare della musica. Già la concorrenza con le discoteche è altissima, se poi chi suona fa sbadigliare, allora la crisi discografica esiste eccome.
B.A.: Avete aneddoti da condividere con i nostri lettori?
Canova: Abbiamo fatto il nostro primo concerto, in un locale a Como. Non eravamo molto sicuri di noi stessi, dei pezzi da fare e allora non l’abbiamo detto a nessuno. Ci siamo presentati lì e basta. Morale a terra e live con davanti sette persone, tra cui barista e gestore. Serata andata malissimo, chiaramente niente cachet e ci hanno chiesto i soldi per le pizze.
B.A.: Avete progetti per il futuro?
Canova: Adesso stiamo spingendo il primo singolo, “Expo“, è un brano in cui crediamo molto e vogliamo capire che strada possa prendere. Nel frattempo continuiamo a scrivere brani e a provare cose nuove. Quindi sicuramente ci saranno altre pubblicazioni.
B.A.: Per concludere, c’è qualcosa che vorreste dire ai vostri fans?
Canova: Se avessimo dei fans, stamperemmo cappellini e magliette da vendere. Al momento abbiamo delle persone che ci seguono con interesse e curiosità. E dobbiamo dire, che siamo molto contenti dei piccoli risultati che iniziano ad arrivare. Le persone che ci stanno seguendo in questo percorso, sono come noi, e se dovesse succedere qualcosa di davvero bello, organizzeremmo un mega festone con loro.
Written by Bernadette Amante
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