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Intervista di Bernadette Amante alla scrittrice Erika Corvo

Creato il 29 gennaio 2014 da Alessiamocci

Erika Corvo nasce nel 1958, donna tuttofare, con tanta grinta e coraggio affronta la vita di ogni giorno con allegria e sdrammatizzando i brutti eventi che si presentano nella sua strada.

 

Intervista di Bernadette Amante alla scrittrice Erika CorvoA 17 anni incide un LP con la Baby Records, dopo aver vinto un concorso per voci nuove nella sezione Cantautori. Ha iniziato a scrivere per dimenticare i problemi quotidiani, creando mondi incredibili che portano il lettore ad entrare nel romanzo con cuore e anima, facendogli  affrontare mille avventure e pericoli con i vari personaggi.

Il 18 Febbraio 2012 viene pubblicato il suo primo libro “Fratelli dello Spazio Profondo“, scritto da marzo a luglio 1997. Il 5 maggio 2012 Erika pubblica il suo secondo libro “Blado 457 Oltre la Barriera del Tempo”, scritto da novembre 1996 a marzo 1997. Il 20 Gennaio 2013 arriva il terzo libro “Tutti i doni del buio”, scritto dal dicembre 1995 a Pasqua 1996. Il 31 Luglio 2013 viene pubblicato da Youcanprint il quarto libro “Black Diamond“, scritto da luglio a ottobre 1996.

 

B.A.: Ciao Erika e grazie per avermi concesso questa intervista, leggendo il tuo libro “Fratelli dello spazio profondo” sono rimasta colpita dal rapporto di amore-odio presente nei personaggi principali, da cosa nasce questo rapporto?

Erika Corvo: Buona giornata a tutti e grazie dello spazio che avete deciso di dedicarmi. Nonostante io scriva di fantascienza e fantasy, cerco sempre di rimanere con i piedi ben piantati per terra. I miei personaggi sono persone comuni, non eroi tutti d’un pezzo senza macchia e senza paura, come nei film americani. Quando mia figlia aveva cinque anni, ricordo, rise a crepapelle vedendo in tv un telefilm in cui i protagonisti cadevano in una pozza di fango e nella scena dopo erano già tutti belli puliti, cambiati, pettinati e forse anche profumati. Che credibilità hanno, mi chiedo, personaggi di questo calibro? Le persone normali quando cadono si sporcano, quando vengono colpiti sanguinano e portano conseguenze a vita, non si svegliano al mattino già truccati e pettinati e, di quando in quando, Intervista di Bernadette Amante alla scrittrice Erika Corvovanno anche in bagno.  Viene da sé che, volendo restare coerente alla realtà, nei miei romanzi nessuno è tutto buono o tutto cattivo. Tutti conosciamo persone che adottano un bambino a distanza ma ucciderebbero volentieri il vicino di casa antipatico, persone squisite sul lavoro e magari despotiche in famiglia o viceversa; dolcissimi animalisti che in mezzo al traffico diventano una versione diabolica di Shumaker… ne conoscete qualcuno anche voi? Ecco, i miei personaggi sono questi: persone sempre sul filo della lama, in bilico tra il bene e il male, tra amore e odio, dolcezza e crudeltà. Sono eroi loro malgrado, in quanto si trovano a dover fronteggiare e risolvere situazioni improvvise più grandi di loro. E il più delle volte, è proprio la loro fragilità di esseri umani comuni, a salvarli dal pericolo. Il confine è sottilissimo ma tangibile. Imparano a stare insieme, a condividere gioie e dolori, e ognuno di loro ha lati buoni e cattivi. E chi non li ha?

 

B.A.: Quali generi letterari hanno influenzato il tuo modo di scrivere?

Erika Corvo: Senza ombra di dubbio, la fantascienza degli anni sessanta-settanta. Gli alieni non erano ostili e minacciosi ma semplicemente esseri diversi su altri pianeti, anch’essi con pregi e difetti, da imparare a conoscere e rispettare. In quegli anni, chiunque, nella vita reale, poteva essere segnato a dito come “diverso”: nonostante Milano fosse una grande città, la mentalità era molto ristretta e limitata. Basti dire che il dialetto cambiava di quartiere in quartiere, ed era già difficile che da Porta Nuova a Porta Ticinese ci si potesse capire a vicenda! Cinesi, africani, indiani, ebrei, vegetariani… venivano tutti guardati con diffidenza e ostilità. Mostri. Marziani. Stranieri. Con  la fantascienza, invece, imparavo a valutare la diversità altrui come ricchezza: linguistica, culturale e spirituale. La prima volta che vidi un negro, da bambina, pensai che se si fosse lavato bene sarebbe venuto bello bianco come noi. È stato interessante crescere cercando di conoscere il loro mondo, piuttosto che criticare e scartare a priori. La prima volta che vidi un americano (bianco) coi capelli raccolti a coda, pensai che dovesse essere matto. Una volta conosciuto di persona, era normalissimo e sapeva suonare la chitarra. In un’epoca dove perfino il “terrone” era più alieno degli alieni, per me, più la gente era diversa e più la frequentavo cercando un confronto e la conoscenza di diverse culture. Forse, i più bei libri che ho letto, sono state le persone. L’inglese, alle medie, è stato una rivelazione. Potevo parlare con tutti! Scambiare idee, notizie, informazioni! E chi mi fermava più? Ad ogni modo, leggere, ho letto qualsiasi cosa mi capitasse davanti. C’è gente che pensa che l’aliena sia io, quando dico che prima di dormire sfoglio qualche pagina del dizionario etimologico. Terminati i classici della letteratura, ho iniziato con le biografie dei personaggi storici e con la saggistica degli argomenti più svariati: dall’erboristeria all’etologia, approfondimenti storici, scientifici, manuali di sopravvivenza e di fai da te… qualsiasi cosa potesse darmi un pizzico di conoscenze in più.

 

B.A.: Sembra quasi che nei tuoi romanzi racconti degli eventi vissuti da te, c’è una parte di te in quello che scrivi?

Intervista di Bernadette Amante alla scrittrice Erika CorvoErika Corvo: C’è tutto, di me. Faccio spesso l’esempio della torta da impastare e infornare: non puoi metter niente che già non ci sia in frigo, e tutto quello che ci metti, c’è perché è tuo. Al massimo ti fai prestare mezzo limone dalla vicina, ma il resto è tutta roba tua. Quando poi l’impasto esce dal forno, non è più uova, burro, farina eccetera. È una torta. Ha quegli ingredienti, e li senti ancora sul palato, ma formano un insieme che è una coralità di sapori; un insieme che ha un nome e un gusto diverso.  E questi sono i miei romanzi: sono sempre io, ma come in una commedia dove reciti tutti i ruoli. Per scrivere, prima devo immedesimarmi in uno, poi nell’altro, e poi nell’altro ancora. Anche per questo, riporto sempre i diversi punti di vista dei protagonisti. Per raccontare le loro vicende io devo essere loro, identificarmi totalmente.

 

B.A.: Se potessi scegliere di essere uno dei tuoi personaggi chi sceglieresti?

Erika Corvo: Senza ombra di dubbio, Brian Black (“Fratelli dello Spazio Profondo”, “Black Diamond” e il prossimo in uscita “Diamond, il mio Miglior Nemico”). È il più completo, il più sfaccettato, il più tormentato, sempre in bilico sul sottilissimo confine tra l’odio e l’amore. Sta per uscire la versione audiobook di “Tutti i Doni del Buio” con la Libriascolto, dove un attore interpreterà il romanzo a voce. Ora, può darsi che ne rimanga soddisfattissima; ma stavo pensando, per la versione audio dei racconti della saga spaziale citati sopra, di essere io ad interpretare Brian: anche se sono una donna, nessuno meglio di me sa come parli Brian, conosce il suo tono di voce e le sue inflessioni.  Mi sforzerò di modificare la mia voce e renderla il più maschile possibile… Poi, naturalmente, chi vivrà, vedrà. Non c’è niente di definitivo, per ora. Solo ipotesi.

 

B.A.: Con i tuoi romanzi hai ottenuto un grande successo, secondo te cosa amano dei tuoi libri i lettori?

Erika Corvo: Secondo me, per prima cosa, il livello di coinvolgimento emotivo. In tanti – e la cosa non può che lusingarmi – dicono di essere rimasti svegli fino alle tre del mattino per andare avanti a leggere. C’è chi si è dimenticato di andare a prendere la figlia alla fermata, chi ha bruciato l’arrosto, chi non si è presentato a un appuntamento… L’uso corretto della lingua, anche. Sebbene spesso si tratti di argomenti ostici o per cui serva una certa cultura scientifica, cerco di spiegarmi in maniera semplice e lineare, in modo che anche un bambino possa capire agevolmente. Ma anche i valori positivi che cerco di trasmettere: forza, tenacia, costanza, intelligenza, amore, passione, riflessioni, dinamismo, fantasia… anche se il contesto del racconto rimane sempre in bilico, ognuno fa le Intervista di Bernadette Amante alla scrittrice Erika Corvosue scelte, e decide da quale parte stare, sul sottilissimo confine tra il bene e il male. Una bella dose d’azione e di suspense. Niente scappatoie banali da situazioni complicate (la situazione, casomai, si complica ancora di più). Ritmo incalzante, trama serrata e avvincente senza cali di tono. Personaggi carismatici e intelligenti che combattono soprattutto col cervello, non soltanto con le armi. Combattimenti credibili, ben realizzati, ben descritti e mai noiosi. Eroi sfaccettati e tridimensionali che si evolvono e crescono di spessore, senza divisioni nette in “buoni” e “cattivi”. I cattivi possono anche avere, a volte, un cuore d’oro, e le damigelle in pericolo devono cavarsela da sole, tirare fuori le palle e magari impugnare le armi. Nessun eroismo cavalleresco inopportuno e stucchevole, e nessun richiamo a qualcos’altro che abbiate già letto o già visto da qualche altra parte. Una bella storia d’amore non preponderante: una storia nella storia. Ma niente triangoli/quadrangoli amorosi scontati. Flashback ridotti al minimo indispensabile. Dialoghi serrati, mai banali; spiritosi e coraggiosi nell’affrontare temi di rilevanza sociale, politica ed etica. Colpi di scena davvero inaspettati. Descrizioni accurate ma ridotte all’essenziale; mai soporifere o inutili. Ambientazioni di fantasy e fantascienza utilizzate al solo scopo di rendere il tutto ancora più spettacolare. Grande attenzione per i dettagli. Niente è lasciato al caso. Sono per i lettori dal palato fino: dicono che sia stata meticolosa, addirittura maniacale nel trattare gli argomenti scientifici, la tattica militare, i temi psicologici, i dialoghi… ed è quello che volevo. Incontestabile. Non ci deve essere un solo errore. Rimaneggiando Black Diamond, sono arrivata a chiedere ad un anatomo patologo la descrizione esatta di un cadavere ritrovato nello spazio, arenandoci entrambi sulla constatazione che ancora non lo sa nessuno, come questo possa presentarsi. Spero che i posteri mi perdonino eventuali imprecisioni, quando si scoprirà cosa succeda ai defunti nello spazio.

 

B.A.: Hai progetti per questo nuovo anno?

Erika Corvo: E mica pochi! Come dicevo, ho in mente di realizzare la versione audio dei miei romanzi. La gente non fa che andare in giro ascoltando musica con cuffie, auricolari e dispositivi vari. Perché, dico io, limitarsi alla musica, quando si può tranquillamente ascoltare un libro facendo qualunque altra attività che ci tenga le mani occupate?  Qualunque sia il risultato che otterrò dalla Libriascolto, andrò avanti anche da sola, se sarà il caso. E poi, bisogna ricordarsi che Erika Corvo è nata, artisticamente, come cantautrice. Quando avevo diciassette anni vinsi un concorso per voci nuove, sezione cantatutori, indetto dalla Baby Records. I fratelli La Bionda si occuparono della realizzazione di un intero album con le mie canzoni. A distanza di tanti anni, solo ora mi è venuto in mente di realizzare dei video con i pezzi migliori e postarli su Youtube. Incredibile ma vero, potenza di facebook, sono anche riuscita a ritrovare i fratelli La Bionda e questi, personaggi dolcissimi e straordinariamente umani, mi hanno fatto tornare la voglia di scrivere canzoni. Giusto questa settimana, una nuova ispirazione: un’amica di Facebook posta e condivide la presa in giro di una canzone coreana. Dopo dieci note lascio perdere la presa in giro e mi innamoro del pezzo, a tal punto che blocco tutto e le chiedo maggiori informazioni in merito. In due giorni avevo pronto il testo tradotto in italiano il più fedelmente possibile, cantato sulla base, registrato tutto e, giusto ieri (un’intera giornata di lavoro), ne ho realizzato il video. Spero vi piaccia. Il prossimo video inedito lo vedrete forse la settimana prossima, impegni permettendo.

 

B.A.: Grazie per il tempo che mi hai dedicato per questa intervista. Per concludere c’è qualcosa che vorresti dire ai tuoi lettori?

Erika Corvo: Non smettete mai di sognare. Dovunque vi portino i sogni, sarà sempre meglio che rimanere a terra senza avere mai volato. Grazie a voi per avermi dedicato qualche minuto della vostra vita leggendo questa intervista, e per il tempo che mi vorrete dedicare leggendo i miei romanzi. Vi ricordo che garantisco io personalmente sul gradimento di questi: se li comprate, li leggete e non vi piacciono, me li spedite e ve li rimborso, spedizione compresa.

Salute e saluti!

 

Written by Bernadette Amante

 

 

Info

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