Paolo Cammilli è nato a Firenze nel 1974, dove tuttora risiede. È laureato in giurisprudenza e ha la passione per la scrittura. Su “Oubliette Magazine” lo avevamo recensito non molto tempo fa, ed ora è tornato a trovarci.
Diamo il benvenuto all’autore di “Maledetta Primavera”, un libro pubblicato da Newton Compton Editori nell’aprile 2014. Al suo esordio di romanziere, Cammilli trae spunto dalla celebre canzone di Loretta Goggi per regalarci uno dei fenomeni editoriali del momento. Segnalato dal popolo della rete, i social network sembrano avere “adottato” quest’opera, fino a trasformarla in uno dei casi editoriali dell’anno.
Con “Maledetta Primavera” l’autore ha partecipato al premio Campiello 2012. A metà fra un thriller e una storia d’amore, questo libro si batte per il sempre più diffuso ed inquietante fenomeno del femminicidio. Ma non diciamo oltre, e lasciamo che sia lui a parlare.
C.B.: Ciao Paolo, benvenuto. Grazie per avere accettato il nostro invito. Tu sei il caso editoriale dell’anno. Sei stato segnalato sul web dai lettori, che hanno gradito moltissimo il tuo libro, “Maledetta Primavera”. Che effetto ti fa tutto questo successo, giunto credo in maniera inaspettata e all’improvviso?
Paolo Cammilli: Mi fa un effetto strano, non mi rendo ancora bene conto, sicuramente sono contento!
C.B.: Quando hai capito che saresti diventato uno scrittore?
Paolo Cammilli: L’ho capito nel momento in cui avevo finito il romanzo, mi sembrava fosse un lavoro che potesse essere letto da molti e semmai apprezzato…
C.B.: “Maledetta Primavera” è un romanzo a metà fra un thriller e una storia d’amore. Come nasce l’idea di concepire una trama così articolata?
Paolo Cammilli: La mia intenzione era quella di mostrare cosa accade a un paesino sonnacchioso una volta che il protagonista di un grave fatto di sangue si trasferisce in questa località. Mi interessava vedere la collisione di due mondi completamente differenti, la gente normale e i vari centri di potere. Insomma tutto esplode: amicizie , amori, rivalse legate in modo più o meno diretto al fatto di cronaca. Sembra più articolato di quello che è perché sono molti i piani temporali in cui si svolge la narrazione.
C.B.: Se ti chiedessi di enunciarci il messaggio principale che hai voluto dare col tuo libro, cosa mi risponderesti?
Paolo Cammilli: Di essere se stessi come lo sono i due protagonisti, di seguire unicamente la loro natura e non le prepotenze del mondo della comunicazione che ormai impone tutto anche chi e come amare.
C.B.: Fra i personaggi di “Maledetta Primavera”, c’è un personaggio che ti ha divertito più di altri, oppure al quale ti sei sentito più vicino? E, al contrario, qual è quello che tu stesso hai detestato creare?
Paolo Cammilli: Il personaggio a cui mi sono sentito più vicino è Fabrizio Montagnèr, uno stagionato ex principe del mondo della notte che non si arrende mai, anche quando è tutto perduto. Mi sono divertito a raccontare tutti i personaggi anche quelli meno positivi.
C.B.: Devo confessarti che il finale del libro, che ovviamente non sveleremo, mi ha davvero spiazzata, come non mi capitava da anni. Paolo, non avevo sospettato nulla, di chi potesse essere il colpevole! Come se tu fossi partito dalla fine, con questo grande asso nella manica, per impressionare il lettore. Quanto conta, secondo te, non essere scontati nella vita, quindi differenziarsi anche da quelli che sono gli stereotipi creati dalla società?
Paolo Cammilli: Conta moltissimo, anzi conta solo questo, perché ognuno deve vivere la propria vita, non la vita che altri vorrebbero che tu vivessi per ricalcare i dettami sociali.
C.B.: Hai affrontato temi delicati, alludendo anche ad un caso di cronaca nera realmente accaduto, seppur in maniera velata. E poi, tante citazioni. Te lo chiedo proprio in qualità di persona che vive in questa società, e purtroppo, anche a suo discapito, ha avuto modo di testare come vanno le cose. Non hai paura di ritorsioni, querele o quant’altro?
Paolo Cammilli: No, non ho paura perché sono convinto che quello che ho scritto è semplicemente vero.
C.B.: Progetti per il futuro?
Paolo Cammilli: Sto proprio adesso scrivendo il mio secondo romanzo, spero che piaccia a molti lettori!
C.B.: Paolo, cosa puoi consigliare a tanti scrittori emergenti che purtroppo non hanno avuto la fortuna di farsi conoscere come hai fatto tu? Quali canali utilizzare per divulgare le loro opere?
Paolo Cammilli: L’unica via è l’auto-promozione attraverso i social network dove le micro e macro comunità contribuiscono al passaparola, metodo di conoscenza unico per chi non ha i mezzi economici delle grandi case editrici.
C.B.: A chi dedichi il successo di “Maledetta primavera”?
Paolo Cammilli: Lo dedico ai miei genitori, loro lo sapevano…
C.B.: Ringraziamo Paolo Cammilli per essere stato con noi. Ci auguriamo di riaverlo presto nostro ospite con un altro bel romanzo.
Written by Cristina Biolcati