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Intervista di Emanuele Piacentini Paggi a Federico Roncoroni ed al suo “Un giorno, altrove”

Creato il 12 marzo 2014 da Alessiamocci

Saggista e viaggiatore, Federico Roncoroni ha pubblicato vari testi sulla lingua italiana e su autori dell’Ottocento e del Novecento.

Intervista di Emanuele Piacentini Paggi a Federico Roncoroni ed al suo “Un giorno, altrove”Un giorno, altrove” (Mondadori), dopo l’esordio narrativo con i racconti del Sillabario della memoria (Salani 2010), è il suo primo romanzo.

Filippo è un uomo disincantato, un intellettuale che ha deciso di vivere in splendido ritiro, lontano da tutti. In questa solitudine, un giorno riceve una mail da parte di Isabella, la sua Isa, con cui non ha rapporti da sette anni.

Nei cinque mesi che trascorre mandando mail al suo amore ritrovato e aspettando di poter leggere le sue risposte, Filippo ha finalmente l’occasione di raccontare a Isa ciò che ha vissuto senza di lei e di riavviare il discorso amoroso interrotto.

 

E. P. P.: Lei ha scritto numerosi saggi e molte grammatiche scolastiche, inoltre è autore di un libro di racconti intitolato “Sillabario della memoria” (Salani, 2010). Ci racconta in breve questa sua pubblicazione?

Federico Roncoroni: Il Sillabario della memoria contiene la storia della mia vita, quella dei miei familiari e dei miei più cari amici, raccontata attraverso oltre duecento parole: ogni parola – privata, aulica, volgare, dialettale, letteraria e sessuale – è l’occasione per rievocare tutto un mondo, e di ognuna viene ricostruita la storia attraverso l’etimologia e l’uso che ne è stato fatto nel tempo.

 

E. P. P.: Veniamo ora al suo ultimo lavoro, ovvero il suo primo romanzo, intitolato “Un giorno, altrove” (Mondadori). Dopo sette anni, Isabella torna, scrivendo a Filippo una mail. Da quel momento comincia un dialogo virtuale interrotto molti anni indietro. Per quale motivo ha scelto proprio questa forma di romanzo epistolare e non, invece, raccontare la storia secondo lo stile classico dei capitoli?

Intervista di Emanuele Piacentini Paggi a Federico Roncoroni ed al suo “Un giorno, altrove”Federico Roncoroni: La spinta iniziale è venuta da una mail che Isa mi ha mandato dopo sette anni di lontananza: è stato naturale continuare così. Senza dire che i romanzi epistolari, a cominciare dal settecentesco Le relazioni pericolose, mi hanno sempre affascinato.

 

E. P. P.: Da dove nasce il titolo “Un giorno, altrove”?

Federico Roncoroni: È un’espressione di Isa.

 

E. P. P.: Chi è Filippo Linati?

Federico Roncoroni: Un intellettuale che, dopo vari naufragi, è approdato a un provvisorio porto di quiete.

 

E. P. P.: E Isabella…?

Federico Roncoroni: La giovane donna che Filippo ha amato a da cui è stato costretto, suo malgrado, a separarsi.

 

E. P. P.: Mi ha colpito moltissimo il rapporto di Filippo con i suoi genitori, specialmente nel momento del dolore. E’ stato così anche nella realtà?

Federico Roncoroni: Sì. I genitori di Filippo sono i miei genitori.

 

E. P. P.: Nel romanzo appaiono figure singolari l’una all’altra: come ad esempio il lago e il gatto. Cosa rappresentano per lei queste due cose?

Intervista di Emanuele Piacentini Paggi a Federico Roncoroni ed al suo “Un giorno, altrove”Federico Roncoroni: Quello che rappresentano per Filippo: il lago è il lago della sua infanzia e della sua adolescenza e quello dove è finalmente tornato dopo tanto vagare. Il gatto è il “suo” gatto.

 

E. P. P.: Le vorrei chiedere un consiglio da rivolgere ai giovani scrittori e saggisti.

Federico Roncoroni: Leggere sempre più di quanto non si scriva: il rapporto è 90% di lettura, di studio e di riflessione e 10% di scrittura. Fare esperienze, tante esperienze, imparare a maneggiare le tecniche di scrittura fino a padroneggiarle completamente. Scrivere e riscrivere. Non arrendersi mai.

 

E. P. P.: Per concludere, la ringrazio del tempo che mi ha dedicato. C’è un pensiero che vuole rivolgere ai suoi lettori?

Federico Roncoroni: Un pensiero di gratitudine.

 

Written by Emanuele Piacentini Paggi

 


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