Pino Pellegrino è uno dei pionieri di una professione nata pian piano e sottovoce, quasi dal nulla: quella del Casting Director.
Il 28 giugno 2014 vince il Nastro d’Argento nella prima edizione della sezione Casting Director. A portarlo alla vittoria il film ”Allacciate le cinture” di Ferzan Özpetek, lo stesso regista che lo ha lanciato nel mondo del cinema ed ha contribuito al successo come casting già dal film ”Le fate ignoranti”, “La finestra di fronte” e ” Saturno Contro”.
Il Nastro d’Argento è un riconoscimento alla sua professionalità, alla carriera ed alla dedizione nel mestiere che sin dagli inizi lo ha affascinato e coinvolto. Ha collaborato con numerosi registi quali Pappi Corsicato, Ivan Cotroneo, Maurizio Ponzi, Ivano de Matteo. Recentemente, al fianco di Fabrizio Costa, ha curato la selezione del cast di una nuova serie tv RAI dal titolo ”Catturandi”.
Pino Pellegrino è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune domande per i lettori di Oubliette Magazine. Buona lettura!
I.G.:La ringrazio per la disponibilità. Il suo è sicuramente un mestiere di grande responsabilità: cosa significa “produrre nuovi talenti” e soprattutto come si riconosce un “talento”?
Pino Pellegrino: Per me è scavare nell’animo di chi ho davanti, cercare di capire se c’è sensibilità, se c’è poesia, passione, armonia, bellezza e dannazione insieme, se c’è materia che può crescere e diventare talento… e quando lo riconosco spero di poter trovare la maniera di renderlo evidente, possibile. In questo periodo è sempre più difficile. Pochi progetti e in molti il talento sarebbe sprecato!
I.G.: Cosa pensa dei talent show così in voga di questi tempi?
Pino Pellegrino: Nulla contro, perché è una vetrina dove può succedere di incontrare qualcuno con del talento, talento che forse non ha trovato altre strade per potersi manifestare. Comunque molti pregiudizi in questo senso stanno scomparendo.
I.G.: «Portami con te. Voglio un amore destinato a fallire. Voglio strade di notte, vento e pioggia e nessuno che mi chieda dove sono» questo scrive uno dei suoi autori preferiti, Michael Cunningham. Da come descrive il suo rapporto con gli attori pare davvero che il Cinema sia il luogo ideale dove la sua passione incontra il loro desiderio di “evasione” e di “espressione”.
Pino Pellegrino: Ha ragione! Io ho mangiato sin da piccolo pane e cinema! Anche quando non pensavo lontanamente di potere lavorare nel mondo del cinema. Stavo ore seduto davanti a Norma Shearer in Maria Antonietta e piangevo quando le tagliavano la testa; ho visto credo 46 volte “Via col vento”, vedevo “Tarzan” e il giorno dopo sognavo la jungla… ora posso dire che quando lavoro sono felice, anche se non sono uno che vive per lavorare, ho tante altre cose che mi rendono felice e mi fanno apprezzare la vita!
I.G.: Una carriera di Cinema, Televisione e Teatro. Può raccontarci il suo percorso?
Pino Pellegrino: Arrivai a Roma nel ’73, a quei tempi Roma era molto diversa. Era straordinaria, bellissima, accogliente e tra i giovani c’era un gran fermento. Trovai lavoro in un negozio di giocattoli, dormivo in una camera presso una signora. Una sera al Phanteon, conobbi dei giovani attori di cabaret che avevano una compagnia. Prima per gioco, poi con sempre più interesse cominciai ad attaccare le locandine degli spettacoli e a contattare qualche giornalista per convincerlo a scrivere qualcosa su noi, se si ammalava un attore lo sostituivo… insomma un factotum! Quando dopo tre anni mi licenziarono dal negozio e le poche lire del teatro non bastarono, un attore della compagnia mi suggerì di fare l’agente. Da lì posso dire, per fortuna e per capacità, cominciai a entrare pian piano nel mondo dello spettacolo! Iniziai andando nei teatri e agli attori che mi piacevano, chiedevo le foto e poi li proponevo. Allora c’erano Fellini, Monicelli, Bolognini, Risi, contattavo gli aiuto registi e proponevo i miei attori, tutti di teatro, bravi e interessanti. Così conobbi anche i grandi registi. Ricordo che Risi sfogliò il book dei miei attori e mi disse che avevo facce molto interessanti! Che gratificazione fu allora! Dopo 14 anni di agenzia, grazie all’incontro con un amico della ormai lontana compagnia, che avevo perso di vista, diventato produttore nel frattempo, iniziai a fare casting. La mia amicizia con Özpetek da quasi trent’anni (io facevo l’agente e lui l’aiuto regista) mi ha chiaramente portato a fare il cast di “Le Fate Ignoranti”… ed eccomi qua!
I.G.: Nel 2014 ha ricevuto dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani il prestigioso Nastro d’Argento come Miglior Casting Director per “Allacciate le Cinture” di Ferzan Özpetek . Cosa significa questo premio per lei?
Pino Pellegrino: Una grande gratificazione personale! Un riconoscimento per cui la U.I.C.D. (Unione Italiana Casting Director) ha lottato, ed essere io il primo ad ottenerlo mi ha reso molto felice! Un grazie particolare al Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici che ha saputo capire quanto fosse importante aggiungere questo premio al Miglior Casting Director! Il nostro lavoro spesso viene sottostimato, ma tante volte dietro la nascita di una star c’è un nome che noi casting facciamo, che è sconosciuto al regista, ma solo grazie a noi - che andiamo a teatro, andiamo al cinema e conosciamo quotidianamente centinaia di volti – questo giovane può nascere!
I.G.: Può parlarci del suo rapporto con la Scuola Internazionale del Cinema di Roma nell’ambito di Studio Cinema?
Pino Pellegrino: È una fonte d’incontri. Abbiamo dei docenti straordinari ed io incontro giovani che amano fare questo lavoro. Cerco di capire quanto siano in grado di potercela fare e stabilisco da un provino il loro livello. Durante l’anno tengo degli stage e li esamino per capire l’andamento delle loro capacità. Mi piace vederli crescere! Ho un ottimo rapporto con Massimiliano Cardia che è il fautore di questo progetto che spero diventi miniera di talenti!
I.G.:Perché fare Cinema oggi?
Pino Pellegrino: Il cinema ieri, come oggi bisognerebbe farlo per amore e capire che può essere un’industria! Non esiste questa mentalità in Italia! Nessuno vuole più rischiare e si appoggiano ad altre fonti per fronteggiare i progetti. C’è in sala un susseguirsi di commedie, mi sembrano tutte uguali, tutte con gli stessi attori… Dove sono le idee?!? E non credo sia questione di budget! È questione di idee!!!
I.G.: Cosa consiglierebbe ad un giovane che volesse entrare nel mondo dello spettacolo?
Pino Pellegrino: Cercare di volere fare questo lavoro vuole dire investire la vita! Farlo solo se si è consapevoli di non poterne fare a meno e farlo per amore disinteressato e non per “essere famosi”! Se un giovane riconosce di avere un po’ di fuoco sacro dentro, metta a disposizione le emozioni della vita in questo lavoro, studi e resti con i piedi ben saldi in terra! È un mestiere che può renderti “vivo”, ma può anche distruggerti visto che la meritocrazia non sempre prevale!
Written by Irene Gianeselli