Nel vasto panorama letterario, ci sono scrittori e scrittrici che di sicuro meritano un’attenzione particolare non solo per le opere scritte, ma anche perché le stesse trasmettono contenuti importanti.
Jane Austen s’inserisce appieno in questo filone di pensiero, giacché i suoi romanzi sono rappresentati da principi universali, basti pensare all’incipit di Orgoglio e pregiudizio: «È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie».
Sebbene i suoi romanzi siano stati scritti nel XIX secolo, i lettori possono ancora identificarsi con i molteplici punti di vista che caratterizzano i personaggi. Pertanto è necessario promuovere la conoscenza della vita di questa grande scrittrice e delle sue opere, ed è quanto fa JASIT – la Jane Austen Society of Italy –, in altre parole l’associazione culturale italiana che si occupa di rendere facilmente reperibile il materiale che fa da corredo all’impegno della scrittrice inglese.
Il gruppo dei fondatori è composto di cinque persone, ognuna delle quali contribuisce ad arricchire ulteriormente il prestigio di questa importante iniziativa: Mara Barbuni, Giuseppe Ierolli, Silvia Ogier, Gabriella Parisi e Petra Zari i quali hanno risposto ad alcune domande per i lettori di Oubliette Magazine, grazie alle quali scopriremo dalle loro parole l’attività che svolgono all’interno dell’associazione culturale. A voi tutti dedico una buona lettura.
M.D.T.: Com’è nato il progetto JASIT (Jane Austen Society of Italy), dedicato a una delle scrittrici più amate di tutti i tempi?
JASIT: Per questa domanda, e per la successiva, ci fa piacere citare le parole che abbiamo inserito nel nostro sito: «L’idea di fondare la Jane Austen Society of Italy (JASIT) è maturata nel tempo, soprattutto osservando, anche grazie all’attività sui rispettivi blog e siti dei fondatori, la crescente domanda da parte dei Janeite (gli appassionati di Jane Austen) italiani di contenuti nella loro lingua, di gran lunga meno numerosi rispetto alla profondità e alla diffusione dell’interesse verso questa scrittrice nel nostro paese».
M.D.T.: Quali sono gli obiettivi che si prefigge l’associazione culturale?
JASIT.: La Jane Austen Society of Italy (JASIT) è un’associazione culturale italiana che intende promuovere in Italia la conoscenza e lo studio di Jane Austen, la sua vita, la sua opera e tutto ciò che è legato a essa, attraverso qualunque attività utile a realizzare tale scopo, nel nome dell’arricchimento culturale personale e condiviso. L’intento principale dei fondatori è di rendere facilmente reperibili al pubblico italiano le informazioni, il materiale, la documentazione, i libri che altrimenti sarebbero disponibili solo in lingua inglese – e, quindi, non fruibili da parte di chi non ha dimestichezza con la lingua madre di Jane Austen.
M.D.T.: Qual è il vostro ruolo all’interno dell’associazione?
JASIT.: All’interno dell’associazione ci sono dei ruoli ufficiali (come indicato nella pagina “Chi Siamo” di jasit.it ma nella pratica ci occupiamo di tutto perché ognuno apporta qualcosa di specifico, secondo le proprie abilità e conoscenze personali. In genere facciamo un lavoro di gruppo e condividiamo idee e proposte.
M.D.T.: Quali iniziative avete organizzato finora per promuovere JASIT?
JASIT: L’associazione è nata il 28 gennaio 2013 (data in cui cadeva il bicentenario della prima edizione di Orgoglio e pregiudizio). All’inizio abbiamo organizzato il sito, inserendo articoli nostri o di altri e traduzioni di articoli in inglese; nel frattempo abbiamo anche sviluppato l’attività sui social (Facebook, Twitter, Google+) allo scopo di raggiungere più persone possibili. Nel corso del tempo abbiamo realizzato degli ebook con approfondimenti di varia natura sul mondo austeniano, messi a disposizione gratuitamente sul sito, e, approfittando dei bicentenari delle prime edizioni dei romanzi canonici, abbiamo messo in vendita, tramite il sito on-demand ilmiolibro, le traduzioni di Orgoglio e pregiudizio e Mansfield Park, con copertine e progetto grafico di Petra Zari. Nella seconda metà del 2013 abbiamo tradotto e curato, in collaborazione con la casa editrice “Jo March”, Jane Austen: i luoghi e gli amici, una biografia del 1902 scritta da Constance Hill e illustrata dalla sorella Ellen. Il libro è stato pubblicato a dicembre, e nei mesi successivi è stato presentato a Bologna e a Riccione. Con la Biblioteca Salaborsa di Bologna è in corso una serie di Gruppi di Lettura incentrati sull’opera austeniana, il Jane Austen Book Club, che a partire dall’appena trascorso 11 ottobre si protrarrà fino a giugno. Gli incontri hanno cadenza mensile e sono aperti a tutti gli appassionati, con l’utilizzo di un gruppo di discussione su Facebook e con la partecipazione diretta negli incontri conclusivi nelle sale della biblioteca. Il primo incontro ha visto una partecipazione superiore alle aspettative; il prossimo è fissato per sabato 8 novembre e il romanzo protagonista sarà Orgoglio e pregiudizio, il che ci fa sperare in un nuovo record di partecipanti. Da poche settimane abbiamo aperto le iscrizioni ai tesseramenti JASIT per il 2015, e stiamo pensando a nuove iniziative per far conoscere gli scopi dell’associazione a livello nazionale e le sorprese che riserviamo ai soci, fra cui la rivista di approfondimenti Due pollici d’avorio creata appositamente per i tesserati JASIT.
M.D.T.: Che cosa ne pensate della traduzione dei romanzi di Jane Austen in Italia?
JASIT: Le traduzioni italiane sono molto tardive. La prima è di Orgoglio e pregiudizio di Giulio Caprin, pubblicata nel 1932 da Mondadori con il titolo Orgoglio e prevenzione, e il lettore italiano ha dovuto aspettare il 1961 per leggere nella propria lingua Mansfield Park, l’ultimo dei romanzi canonici a essere tradotto. Nel corso del tempo ne sono state pubblicate moltissime, quasi un centinaio (senza contare le continue ristampe). Darne un giudizio generale è praticamente impossibile, ma quello che si può dire è che la prosa di Jane Austen, pur nella sua ricchezza, è talmente chiara e limpida che difficilmente una cattiva traduzione (a parte casi particolari) può inficiarne la bellezza. Dato che le opere di JA sono in una lingua che si sta sempre più diffondendo anche da noi, è ormai molto più facile accostarsi ai testi originali, ma è anche molto utile leggerli in diverse traduzioni, poiché le varie interpretazioni italiane consentono spesso di approfondire meglio il testo inglese, mettendone anche in luce la ricchezza lessicale e sintattica proprio nel confronto con le scelte diverse in un’altra lingua.
M.D.T.: E delle copertine attribuite a ciascun volume, invece?
JASIT: La scelta delle case editrici italiane in merito alle copertine delle opere di Jane Austen sono spesso molto simili, ispirate a dipinti dell’epoca e di chiaro orientamento ‘femminile’, il che – a nostro parere – limita il target di lettori che potrebbe avvicinarsi all’autrice, troppo spesso erroneamente giudicata adatta a un pubblico ristretto di donne di stampo romantico; molte copertine esasperano quest’immagine dell’autrice, suggerendo quasi un’appartenenza al genere ‘rosa’, lontanissimo dalla realtà delle opere austeniane. È ovvio che le scelte delle case editrici siano di solito dettate da esigenze di marketing, peraltro comprensibili, ma riteniamo sia importante rilevare come l’immagine di copertina abbia una precisa valenza nel selezionare il target di riferimento, e limitarlo a una precisa tipologia di lettrice nel caso di grandi classici come quelli di Jane Austen ha poco senso e anzi è fuorviante. Non a caso tra suoi critici ed estimatori ci sono moltissimi uomini, da Sir Walter Scott e Rudyard Kipling. Anche per evitare questa selezione, le copertine che Petra ha ideato per i Bicentenari di Orgoglio e pregiudizio e Mansfield Park, hanno un soggetto diverso, basato sulla simbologia/allegoria del titolo o dei caratteri dei protagonisti dei romanzi; sono copertine che prendono le distanze dall’immagine ‘solita’ di Jane Austen, puntando sui contenuti.
M.D.T.: Sono molti gli spin-off derivati dalle opere della Austen, fra gli ultimi pubblicati c’è Longbourn House di Jo Baker (Einaudi, 2014). Che cosa ne pensate di questi romanzi?
JASIT: Destano la nostra curiosità, perché li consideriamo comunque una cosa positiva, un segno tangibile della fama e dell’attualità dell’autrice che li ispira. Non ci illudiamo di poter trovare in essi nulla di paragonabile all’originale, naturalmente, ma non riusciamo a ignorarli del tutto. Nessuno di noi è un purista, dunque, sebbene ci sia tra di noi chi ne ha letti in quantità maggiore e chi è riuscito a limitarsi a quelli più interessanti. Quello che pretendiamo da questo genere, a ogni modo, è l’aderenza alle opere originali e alla realtà storica o, comunque, allo spirito austeniano. Recentemente i derivati sembrano essersi moltiplicati e, alla fine, rischiano di essere tutti molto simili, per cui ben vengano idee un po’ più originali come quella di Jo Baker, che ci porta nei piani bassi della casa di Elizabeth Bennet con un romanzo storico di grande interesse che, più che essere un retelling di Orgoglio e pregiudizio, è una storia parallela in cui possiamo intravedere appena i personaggi austeniani.
M.D.T.: Qual è il romanzo che preferite della scrittrice inglese?
Questa è una domanda soggettiva, cui non possiamo rispondere come JASIT, ma ognuno in base alle proprie preferenze personali.
Silvia Ogier: Orgoglio e Pregiudizio è il mio primo e grande amore austeniano, al quale Persuasione si avvicina sempre più, a ogni rilettura.
Petra Zari: La mia preferenza va Orgoglio e pregiudizio ma unicamente per la somiglianza caratteriale che ritrovo in Elizabeth Bennet. Amo dello stesso amore tutti i romanzi, ognuno m’insegna qualcosa, non potrei mai escluderne uno.
Gabriella Parisi: Il mio preferito è Persuasione, con la sua ironia più matura e sottile, ma confesso di avere un debole anche per L’Abbazia di Northanger, il romanzo che mi ha fatto conoscere Jane Austen, in cui mi sembra di poter scorgere per una volta (l’unica, direi) l’autrice nel protagonista maschile anziché nell’eroina.
Giuseppe Ierolli: Mansfield Park
Mara Barbuni: Il mio preferito varia costantemente: in questo periodo si tratta di Emma.
M.D.T.: Potreste salutare i lettori di Oubliette Magazine con una citazione?
JASIT: Anche in questo caso abbiamo deciso di dare una risposta multipla, non perché non riuscissimo a metterci d’accordo (beh, sì, anche per quello), bensì perché ci sono talmente tante citazioni speciali di Jane Austen da volervene donare almeno cinque; così ciascuno di noi ha scelto la sua.
Giuseppe Ierolli: “I ritratti della perfezione come sai mi danno la nausea e mi rendono perfida” (lettera alla nipote Fanny del 23-25 marzo 1817)
Mara Barbuni: “Siete determinata, vedo, a non provare alcuna curiosità. – Siete saggia – ma io non posso essere saggio” (Emma, vol. III, cap. 13 [49])
Gabriella Parisi: “La mia idea di buone frequentazioni, Mr. Elliot, è frequentare persone intelligenti e preparate, capaci di conversare su molti argomenti; queste sono quelle che io chiamo buone frequentazioni.” “Vi sbagliate”, disse lui con garbo, “quelle non sono buone frequentazioni, sono le migliori.” (Persuasione vol. II, cap. 4 [16])
Petra Zari: “Non voglio che la gente sia gradevolissima, perché ciò mi salva dal problema di piacerle molto.” (Lettera alla sorella Cassandra del 24-26 novembre 1798)
Silvia Ogier: “In me c’è un’ostinazione che non sopporterà mai di essere intimorita dalla volontà degli altri. Il mio coraggio cresce sempre, a ogni tentativo di intimidirmi.” (Elizabeth Bennet in Orgoglio e Pregiudizio, vol. II cap.8 [31])
Written by Maila Daniela Tritto
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