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Intervista di Michela Zanarella a Marco Mastrilli ed Aia Iannitti, autori de “Il gioco delle mantidi”

Creato il 26 maggio 2015 da Alessiamocci

“Per ciascuno un respiro, un cambiamento/un farsi/poi un fiorire/infine, un lasciare andare./E diventare il cinguettio dell’usignolo/è il suo regalo più dolce per le orecchie/di chi resta.”

“Il gioco delle mantidi“ non nasce come raccolta di poesie d’amore, o meglio non solo.

È piuttosto un percorso intonato al ritmo creativo degli autori, che intrecciano la loro forza espressiva per comunicare emozioni contagiose tra le quali il lettore potrà  intimamente ritrovarsi.

Marco Mastrilli ed Aia Iannitti con una grande intesa creativa danno vita ad un libro dove le emozioni pulsano e le parole scorrono come un fiume in piena.

Oubliette incontra gli autori di questa silloge edita da ARTeMUSE.

M.Z.: Unire due stili, due voci poetiche non è affatto semplice, come è nata la raccolta “Il gioco delle mantidi”?

Iannitti-Mastrilli: Nasce da un gioco, appunto. Abbiamo iniziato con lo scrivere versi incastrandoli all’interno di una lirica, senza obbedire a regole particolari se non il gusto di farlo. Da lì siamo partiti per poi arrivare a un impegno più profondo nel quale abbiamo messo in comunione la nostra sensibilità, creatività, ma anche la capacità razionale. Siamo stati reciprocamente “Editor”, ma anche pazzi, scatenati dalla passione per le emozioni traslate in forma poetica. Ci siamo messi a giocare e poi siamo stati divorati dal nostro amore per la poesia.

M.Z.: Che cosa rappresenta la mantide per voi, quale visione avete di questo particolare insetto?

Iannitti-Mastrilli: Un insetto in grado di far perdere la testa al proprio compagno. Capace di rendere la copula un atto d’amore nel quale il maschio si immola per la sopravvivenza della propria specie. Insomma a noi pare che esprima una passione estrema che appartiene decisamente al nostro modo di percepire la vita e quindi la poesia.

M.Z.: “L’ anima è un cucciolo che si guarda indietro mentre scappa per tornare a casa”, qual è il vostro rapporto con l’altra essenza dell’essere vivente?

Iannitti-Mastrilli: Noi ci troviamo perfettamente d’accordo sul non approcciare le cose in modo dualistico. Perchè ritenere che anima e corpo siano entità indipendenti? Ci viene più spontaneo pensare che essi siano solo una delle molteplici espressioni della vita, di fatto interrelate con il tutto. Insomma, l’uno è causa dell’altro e ne contiene una parte, come Yin e Yang che simboleggiano l’armonia degli opposti. Il tema dell’anima calato nei versi assume per noi un valore concettuale che simboleggia però soltanto un cambio di prospettiva utile a formalizzare meglio alcuni passaggi salienti della composizione.

M.Z: In una poesia si parla di tredicesima nota. Ci spiegate che cosa significa?

Iannitti-Mastrilli: Si riferisce all’ego. È quella nota inesistente capace di permettere la riscrittura della musica e dei canoni sui quali si basa. Una metafora forte che si conclude con il confronto diretto tra Dio e Io.

M.Z.: Il libro racchiude emozioni e sentimenti, che cos’è l’amore per Aia Iannitti e Marco Mastrilli?

Marco Mastrilli: Nutrirsi di una irresistibile voglia di domani, senza mai guardare indietro. Amare è un’esperienza che non ammette alcuna ratio, ma solo la capacità di inseguire il profumo dell’esistenza… fino in fondo.

M.Z.: Insieme tenete un laboratorio di scrittura “emozionale”, in cosa consiste?

Iannitti-Mastrilli: Si tratta di un lavoro che favorisce nei partecipanti la possibilità di intercettare emozioni profonde, per potenziare le loro capacità creative. Si lavora molto attraverso induzioni emozionali ottenute attraverso musica o letture di brani tratti da testi particolarmente suggestivi. L’esperienza di questo laboratorio è decisamente forte e i frequentatori lavorano spesso fuori dalla loro zona di confort. I risultati sono però straordinari e lo si vede dall’intensità  degli elaborati che i discenti elaborano sia in aula che a casa. 

Written by Michela Zanarella

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