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Intervista di Pietro De Bonis a Giuliano Fontanella, autore del libro “La ragazza nel fiume"

Creato il 05 giugno 2015 da Rassegna Dei Libri @rassegnalibri

Intervista di Pietro De Bonis a Giuliano Fontanella, autore del libro “La ragazza nel fiumeGiuliano Fontanellaè nato a Venezia. Violinista, perfezionatosi con esponenti del Trio di Trieste e del Quartetto Italiano, e con solisti quali Henrik Szeryng e Salvatore Accardo, ha intrapreso ben presto la carriera solistica. Effettua più di cento concerti l’anno,ed ha al suo attivo numerose registrazioni discografiche (Nuova Era, Tring, Musikstrasse, Sonar,Rivo Alto). Per diversi anni docente a Reggio Calabria, dal 2006 insegna al Conservatorio “J.Tomadini” di Udine. “La ragazza nel fiume” è il primo romanzo di una trilogia con protagonista l’investigatore privato Diego Spada.
Il libro:“Roma, oggi. Un investigatore privato conosce nel corso di un ricevimento l’affascinante Carmen. Durante la notte, la ragazza riceve una misteriosa telefonata ed è costretta a uscire senza fornire alcuna spiegazione: verrà ritrovata la mattina seguente annegata nel Tevere. Così inizia la prima movimentata avventura del detective Diego Spada che, in un continuo fluttuare tra passato e presente, farà emergere tutte le circostanze che hanno portato al tragico evento: la separazione dalla moglie Melania, l’allontanamento dalla ben avviata agenzia investigativa, la conoscenza di una donna davvero speciale come Nora, il tentativo di salvare la giovane Miriam da un giro di pessime e pericolose conoscenze, i primi casi come detective indipendente... Non manca la presenza di pericolosi personaggi come Ettore Carrera, boss della mala determinato a ritrovare la figlia rapita, e Chiang Zhong, della mafia cinese, intenzionato a riprendersi a tutti i costi il milione di euro che gli è stato sottratto.”
Intervista di Pietro De Bonis a Giuliano Fontanella, autore del libro “La ragazza nel fiume
Pietro De Bonis: Benvenuto, Giuliano.“La ragazza nel fiume”, il tuo romanzo giallo-noir. Una storia in stile “hard boiled”, vale a dire?
Giuliano Fontanella:Hardboiled School, la cosiddetta “Scuola dei duri”, era quella creata in America da scrittori quali Dashiell Hammett, Raymond Chandler, James Cain e altri negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, con la pubblicazione di storie secche, dure, nella cosiddette pulp magazine, a cominciare da “Black Mask”, la più celebre. Quei racconti avevano l’intento di rivoluzionare il genere del giallo classico, all’inglese, infondendo alle trame più realismo e una sorta di lirica violenza. Con un termine più attuale potremmo chiamarla pulp fiction. Ma non sbaglio certamente nel dire che l’hardboiled è stato uno delle fonti principali per il moderno noir.
Pietro De Bonis: Ambientato in una Roma dal sapore vagamente newyorchese, come nasce questa affascinante congiunzione di città?
Giuliano Fontanella:Questa è una delle cose che il recensore notava, nel suo articolo su L’Arena di Verona del 26 gennaio scorso. Per il mio romanzo avevo bisogno di un’ambientazione chiaramente riconoscibile, di una città multiculturale, di grandi spazi (simili a quelli in cui erano ambientati i racconti di cui accennavo). Però anche di un luogo nostrano. Roma è una città molto affascinate, che per certi versi ricorda Parigi (il fiume, le grandi strade, i viali…).Hitchcock nei suoi film usava talvolta dei luoghi molto famosi per collocarvi le scene chiave; il Monte Rushmore, con i volti scolpiti di quattro Presidenti, inIntrigo Internazionale; l’Albert Hall a Londra per L’uomo che sapeva troppo;  il Golden Gate ne La donna che visse due volte… Questo allo scopo di imprimere quelle scene in modo indelebile nella mente dello spettatore.Ho cercato di imparare da questa tecnica e perciò colloco la scena del delitto principale del mio romanzo sul ponte con lo sfondo di Castel S. Angelo, il maniero da cui si getta pure Tosca nell’opera di Puccini.
Pietro De Bonis: Diego Spada, il tuo investigatore privato, colpisce e diverte i lettori (e affascina le lettrici) per la sua battuta sempre pronta, la gran disinvoltura nell’analizzare ciò che lo circonda, e l’innata capacità e voglia di sedurre il mondo femminile. Quanto hai messo della tua personalità in Diego?
Giuliano Fontanella:Senz’altro alcuni dei miei difetti. Spada è  un tipo che tende a fare tutto da solo, infedele (cosa che mi rispecchiava in epoca più giovanile, s’intende…), ha subìto un qualche trauma nel passato, lo veniamo a sapere dai suoi sogni perché lui ne parla mai, ha degli scatti violenti e la tendenza a scavare maniacalmente a fondo nelle cose… Per il resto è più una idealizzazione di ciò che vorrei essere: estremamente deciso in ogni situazione, senza paura, uno che non accetta alcun compromesso. Scrivere di lui è come avere una doppia identità. Di norma indosso panni seri e virtuosi del violinista, appena però il lato più oscuro di me o il male del mondo tentano di avere il sopravvento, so di poter trasformarmi nel detective Spada, e vivere nel suo mondo verosimile ma immaginario dove, purtroppo al contrario che nella realtà, in un modo o nell’altro tutto è risolvibile.
Pietro De Bonis: Uno dei temi del tuo libro è proprio il rimettersi in gioco nella vita e nel lavoro, un po' quello che hai fatto tu stesso col "salto nel vuoto" nella narrativa, da bravo violinista quale eri e continui a essere.
Giuliano Fontanella:E' vero, Pietro. Faccio il concertista da parecchio tempo e, nonostante le molte soddisfazioni, non potevo accontentarmi solo di “interpretare” opere altrui, avevo bisogno di creare qualcosa di personale. Entrare in un mondo diverso da quello che si è sempre frequentato però è spiazzante e anche scoraggiante, per certi versi. Ti ritrovi da solo e improvvisamente inesperto, senza sapere bene come devi muoverti. Ma porta comunque a tendere ad una estrema autocritica e scrupolo nella scelta di forma e contenuti della tua opera, per essere all’altezza del livello raggiunto con la frequentazione assidua di un'altra forma espressiva.
Pietro De Bonis: La scrittura, quindi, Giuliano, ora una tua necessità? Che stile hai scelto di adottare per“La ragazza nel fiume”?
Giuliano Fontanella:Una necessità lo è sempre stata. Le passioni per musica e scrittura sono nate nella stessa epoca, cioè molto presto. Per quanto riguarda la forma, ho cercato il più possibile di ottenere uno stile visivo (alla Hammett), con un tipo di scrittura elegante, stringata ma non scarna, e piuttosto teatrale, sfruttando più azione e dialogo che approfondimento psicologico per far andare avanti trama e caratterizzazioni. Quando lo faceva Hammett, creando una scrittura cinematografica, era una visione molto moderna, per l'epoca. Adesso, con tutti gli stimoli visivi e sonori da cui siamo bombardati, generalmente abbiamo una capacità di concentrazione limitata. Dal mestiere di musicista ho imparato che devi prendere il pubblico per il bavero e tenerlo in tensione per tutta la durata del tuo pezzo, se non vuoi che si distragga e cominci a tossire nervosamente e scartare caramelle. Lo stesso cerco di fare con la scrittura. Il dialogo brillante, l'azione e i fatti che si susseguono a ritmo serrato tendono a far sì che il lettore non si annoi e ti abbandoni sul comodino.
Pietro De Bonis: La critica di chi ti legge, t’ispira curiosità? Quanta considerazione riponi in essa?
Giuliano Fontanella:Sono molto interessato a che il mio lavoro in ambito letterario venga apprezzato. Ovviamente le recensioni degli esperti del settore sono ben accette e utili. Ma so anche che al libro ci ho lavorato parecchio e bene, e una critica non del tutto positiva non mi spaventerebbe più di tanto.
Pietro De Bonis: Un tuo fan su Amazon ha scritto: un regista potrebbe tranquillamente prendere spunto da “La ragazza nel fiume”, per crearne un serial tv.Questo è un tuo sogno?
Giuliano FontanellaE’ un’aspirazione di chiunque scriva, penso. Il fatto che una storia o un personaggio approdi al mondo televisivo o addirittura al cinema, soprattutto in quest’epoca, è qualcosa che aumenta di molto la popolarità dell‘autore, vedi il caso Camilleri con Montalbano, o anche Lucarelli con l'ispettore Coliandro. Anche se non è così essenziale, per me. Il riconoscimento di un certo valore letterario, ecco ciò a cui aspiro.
Pietro De Bonis: Stai lavorando a un nuovo giallo? L’investigatore Diego Spada è di nuovo in azione?
Giuliano Fontanella:Diciamo che ci ho “già” lavorato. Nel senso che i due seguiti a “La ragazza nel fiume” sono pronti. Colpa sempre del mio perfezionismo, ho cercato di pubblicare il primo volume della trilogia quando erano già impachettati gli altri.Nel secondo volume Spada si troverà alle prese con due complicati casi intrecciati in qualche modo tra loro, la sparizione di un famoso gioiello, il rubino“Moreau”, e il furto di un quadro di Edward Hopper. Nel terzo capitolo della serie subirà una grave perdita, che lo danneggerà molto psicologicamente, avrà a che fare con una feroce setta satanica, i “Figli dell’Angelo Nero” e il suo trauma “sotterraneo” verrà finalmente a galla.
Pietro De Bonis: Grazie Giuliano per questa intervista. Hai in vista presentazioni del tuo giallo-noir“La ragazza nel fiume”?
Giuliano Fontanella:Grazie a te Pietro, per le tue domande interessanti e precise. Il 14 Maggio ho presentato il libro alla Libreria IBS di Padova, coadiuvato egregiamente nelle letture dall’attrice Dinora De Laurentiis, con la suggestioni musicali della chitarra di Adriano Farigliosi, e l’intervista di Alice Dal Piva.I prossimi appuntamenti saranno a Radio Bue, dell'Università di Padova, alFestival dei Colli di San Gemini il 24 Luglio, con una serata dal titolo “Musica e Letteratura, quando le passioni convivono”, e successivamente ci sarà una presentazione nella bellissima cornice di Villa Soligo, in provincia di Treviso.
pietrodebonis.com

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