Mariateresa Izzo, è nata e cresciuta in Campania fra Napoli e il Cilento, in una cornice naturalistica di potente suggestione e altrettanto ricca di echi poetici e culturali. Laureata in Lettere ha insegnato Storia e Filosofia.
Ha pubblicato “Una spirale rovente” (edito dal Ventaglio, 1988), Brividi d’acqua e segreti di girasoli (Edizioni OXiana, 1996), Latte di luna (Edizioni OXiana, 1988), La forma amorosa (Tullio Pironti, 2006). “Ortensia Rakar e il Ladro di Anime” è il suo nuovo romanzo.
“A pochi passi da quel chiarore, intriso di verde blu e oro, fasciata elegantemente in un abito di colore indaco, la figura di Ortensia spiccava per la statura superiore alla media, ereditata dalle origini slave della sua famiglia. Molto armoniosa la sua silhouette dalle spalle ampie su un seno ben tornito, collo lungo, nuca dalla morbida linea, esaltata grazie ai due giri di treccia, avvolti come un nido sul suo capo. Sul volto, però, un ovale dalle linee classiche, sembrava mancare qualcosa. Come se una velatura lieve togliesse vita al suo incarnato. Anche gli occhi, grandi e scuri sotto grandi palpebre bianche, apparivano colmi di una rara e vellutata profondità, eppure avevano la capacità di diventare insondabili e oscuri se desideravano evitare lo sguardo di altri…“
P.D.B.: Salve Mariateresa, “Ortensia Rakar e il Ladro di Anime” il tuo libro, amore-odio disperazione-salvezza, ragione-sentimento, sono bilichi costanti del tuo racconto, ce ne vuoi parlare?
P.D.B.: Perché la scelta di ambientare il romanzo in una Trieste di fine Ottocento?
P.D.B.: Ho letto essere il tuo libro “coraggioso e anticonformista”, sei d’accordo con questa attribuzione?
Mariateresa Izzo: Preferisco non offrire valutazioni dei miei lavori perché credo sia opportuno su questo lasciare la parola ai lettori. Riconosco però che tale definizione spesso sia stata usata e adatta a definire il mio carattere e di conseguenza le mie scelte di vita. Quindi, sì, credo possibile che il mio lavoro possa assorbire questa mia profonda natura, ma, ripeto, non posso essere io a constatare se e in quali modi sia avvenuto o meno.
P.D.B.: Nello scrivere quale è l’aspetto a cui tieni maggiormente? Quanto interessa a te arrivare al lettore? Quanto disfi, plasmi, la tua scrittura per quest’ultimo?
Mariateresa Izzo: La musicalità del testo è predominante nella mia cifra stilistica. Amo la scrittura che accarezza l’orecchio insieme all’occhio e che sappia coinvolgere sensorialmente il lettore tanto da fargli sentire di partecipare alla narrazione in maniera non passiva. Amo il ritmo. Amo la pittoricità e la plasticità che considero parti integranti della parola scritta, offrire visioni, percezioni olfattive e tattili, è un mio supremo ideale linguistico. Per queste ragioni così come non posso mai giudicare definitivo il mio intervento sul testo, allo stesso modo è per me sempre un testo aperto.
P.D.B.: Leggi molto Mariateresa? Quale genere letterario prediligi?
P.D.B.: Che opinione ti sei fatta degli e-books? Ti piacciono non ti piacciono? Saltando l’argomento dell’effettivo risparmio sul prezzo di copertina.
Mariateresa Izzo: Sono convinta che poter disporre di una piccola biblioteca mobile che ci segua ovunque si vada sia un’opportunità meravigliosa. E credo che la convergenza delle modalità di lettura agli strumenti di comunicazione mediatica possa addirittura far avvicinare un maggior numero di nuovi e futuri lettori.
P.D.B.: Stai scrivendo un nuovo romanzo? Ci vuoi anticipare qualcosa?
Mariateresa Izzo: Sì in realtà ho già un romanzo da revisionare ma… una vicenda collegata ai protagonisti di “Ortensia Rakar e il Ladro di Anime” mi ha completamente ‘catturata’ ed ora sono ad un buon punto della sua stesura. La vicenda è ambientata in Inghilterra negli ultimi anni dell’età vittoriana e vedrà Valerio Rosati alle prese con nuove sfide misteriose e drammatiche.
P.D.B.: Ringraziandoti di questa intervista, ti chiedo di lasciarci con un tuo motto!
Mariateresa Izzo: Un motto di Henry Davide Thoureau che sento come mio, “Ciò che sta alle nostre spalle e davanti a noi, è ben poca cosa rispetto a ciò che abbiamo dentro.”
Written by Pietro De Bonis
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Sito Mariateresa Izzo