Pietro De Bonis:Torino, la città che ospita la tua storia, la definisci “magica”, perché?Stefano Uggè:Torino è considerata il vertice di due triangoli della magia: insieme a Praga e Lione rappresenta quello della magia bianca, mentre con Londra e San Francisco forma quello della magia nera. E per non farsi mancare niente, per chi non lo sa, si dice che la statua in Piazza Statuto nasconda la porta dell’inferno.
Pietro De Bonis: Sandro, Caterina e Simone, i personaggi principali de ““La Setta delle tre erre”, compiono un viaggio tra sogno e realtà, tra verità e menzogna,aspetti che donano sicuramente fascino al tuo romanzo. Mantenere vivo l’interesse del lettore è tra le tue priorità? O è sufficiente la tua reputazione di racconto bello e poi se anche piace, tanto meglio?Stefano Uggè:Siccome si tratta di un romanzo lungo, il lettore potrebbe stancarsi facilmente. Per questo ho cercato di costruire una storia che si sviluppa lentamente, ma con un ritmo scorrevole e dinamico. I colpi di scena sono tanti e il lettore dovrebbe essere incuriosito e coinvolto a tal punto da continuare fino all’ultima pagina. Come dice Stephen King, l’obiettivo dello scrittore è quello di costruire un mondo virtuale, nel quale il lettore possa entrare aprendo il libro, ed uscire solamente dopo averlo terminato.
Pietro De Bonis:Il misticismo porta a una conoscenza perfetta delle cose? I tuo protagonisti la raggiungeranno?Stefano Uggè:Per chi ci crede, si. Nel caso dei miei personaggi, ognuno di loro conoscerà a suo modo la potenza divina, sia nel bene che nel male. Purtroppo non posso svelare troppo.
Pietro De Bonis: La scelta di un’ambientazione futura, il 2020, ha reso più complicata la narrazione nei dettagli? Quanto curi quest’ultimi?Stefano Uggè:Solitamente cerco di scrivere descrizioni abbastanza dettagliate, ma senza esagerare. La scelta del 2020 è una strategia che in realtà ha reso più semplici le cose e mi ha permesso di inventare e descrivere zone della città che non conoscevo. Se invece, ambientavo la storia al presente, rischiavo di descrivere quartieri della città raccontando il falso.
Pietro De Bonis: Un finale liberoe sorprendente, è così?Senza svelare troppo…Stefano Uggè:Una mia scelta e fa parte del mio stile. Sia nei racconti che ho scritto, sia in questo romanzo (e probabilmente anche in quelli futuri) il finale è “libero”. Il perché cerco di spiegarlo subito: ritengo che un lettore che termina un libro non deve limitarsi a chiuderlo e a dimenticarlo subito. La mia intenzione è quella di stimolare il lettore, e lasciare che sia lui stesso con la sua fantasia e il suo punto di vista a interpretare il finale della storia.
Pietro De Bonis: Grazie Stefano di questa intervista. Dove possiamo acquistare “La Setta delle tre erre”?Hai in vista presentazioni?Stefano Uggè:Grazie a te per lo spazio concesso. Il romanzo lo trovate sia in e-book, sia in versione cartacea, ordinandolo nelle librerie Feltrinelli e Mondadori. Vi invito anche sulla mia pagina Facebook “Stefano Uggè scrittore” dove troverete tutte le recensioni del romanzo. Per quanto riguarda le presentazioni, la prima dovrebbe essere a Brescia in data ancora da stabilire. Approfitto di questo spazio per segnalarvi anche “Poche storie”, la mia piccola raccolta di racconti che racchiude come sempre i tre generi: noir, thriller, e horror.
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