Il libro: “Quando la vita stringe e costringe, quando la realtà si vive come la brutta copia dei sogni e noi siamo soltanto pedine di volontà che non ci appartengono, dieventi che sovrastano le nostre vite e le nostre idealità ed impiccioliscono il nostro vivere, chiamati prima o poi al confronto con scelte-non scelte operate per convenienza sociale o per stanca abitudine.“
Andrea Cacciavillani:Hanno in comune l’autore. Scherzo! Allora, i racconti sono stati scritti in un arco temporale che copre circa 5 anni. Non c’era nessuna intenzione di pubblicarli insieme almeno fino a quando non ho deciso di farlo perché mi sono reso conto che in realtà qualcosa davvero li accomunava. Prima di tutto questo senso del sogno e della rivisitazione della realtà che è presente in tutti i racconti. Tutte le storie si sviluppano con una trama che porta ad un finale completamente differente a quello che ci si potrebbe aspettare. E poi questo personaggio: Mario. Presente in tutti i racconti. Ho usato negli anni e senza rendermene conto, “Mario” come nome tutte le storie. Forse per dargli una genericità. Farlo diventare un personaggio universale senza luogo e tempo. Come il Tizio del diritto romano. Un uomo-esempio, un fac-simile sul quale costruire storie che potrebbero interessare chiunque.
Pietro De Bonis: "Labirinto Paradiso", da cui tre il titolo il tuo libro è il racconto portante, possiamo definirlo un racconto-guida?
Andrea Cacciavillani:Sì, Labirinto Paradiso è un romanzo breve già edito dalla “edizioni della meridiana” e dal quale è stato tratto un medio metraggio molto bello che è possibile vedere su Youtube. Ho deciso insieme ad Andrea Mucciolo della Galassia Arte edizioni di ripubblicarlo come racconto lungo rivisitato e corretto in per fare da apripista a tutti gli altri racconti presenti.
Pietro De Bonis:I personaggi delle tue vicende sono spesso inconsapevoli protagonisti, che verranno guidati da forze a loro sconosciute, è proprio nell’inusuale che l’uomo tira fuori il meglio (o il peggio) di sé, Andrea?
Andrea Cacciavillani:Sono inconsapevoli fino ad un certo punto. Sicuramente sono personaggi che ad un certo punto della loro vita si lasciano andare alla vita stessa. E non propriamente e solitamente in modo passivo, ma decidono di vivere lasciandosi vivere (se mi passi questo gioco di parole). Nel vivere con passione (che tu chiami anche “inusuale”) le persone tirano fuori se stessi e quindi il meglio e il peggio a seconda anche di cosa si trovano di fronte, perché non è possibile determinarlo a priori. Ma come ben sai si fanno delle scelte volta per volta decidendo di farsi coinvolgere o meno dalla propria esistenza
Pietro De Bonis:Scrivi “Noi siamo soltanto pedine di volontà che non ci appartengono”, è veramente tutta unita al caso la vita? Che ruolo dai allora alla volontà?
Andrea Cacciavillani:La volontà è importantissima non c’è dubbio. Ma purtroppo o per fortuna non c’è solo la volontà a spingere la vita ma anche dei segnali che apparentemente non ci appartengono. Se pensi a quante scelte noi facciamo illudendoci che siamo noi a farle ma in realtà sono gli altri che le fanno per noi puoi capire cosa intendo.
Pietro De Bonis:Non la luce del giorno, ma la notte a favorire lo svolgimento delle trame di “Labirinto Paradiso ed altri racconti”, perché? Sotto la luce del sole regna l’ovvietà?
Andrea Cacciavillani:Ma non è l’ovvietà che mi preoccupa non saprei neanche definirla. Ma credo che la notte sia un tempo adatto a noi per scrutarci dentro con calma senza lo stress giornaliero che ci attanaglia. La notte è quel momento in cui più facilmente riusciamo ad avere un dialogo diretto e pulito con noi stessi
Pietro De Bonis:Ami scandagliare la psiche umana, ma fin dove spingi i tuoi personaggi, quale punto ti fare dire: “Ok, smetto di scrivere qui”.
Andrea Cacciavillani:Non mi pongo dei limiti, in genere smetto quando un personaggio inizia a diventare troppo perché posso confermare che acquista davvero vita propria. Lo libero dalle mie tenaglie e dalle mie decisioni e lo lascio andare. Capisci che per uno scrittore vivere con tutti i suoi personaggi diventerebbe impossibile. Non ne usciresti vivo.
Pietro De Bonis: Ci vuoi leggere un breve passo del tuo libro?
Andrea Cacciavillani:“…baciò una delle foto, quindi andò a prendere l’album e le dispose, accuratamente, nelle pagine mancanti. Era quello che intendeva dire il marito con il tingere il bianco? Sì, probabilmente era così. Ma di bianco, però, ce n’era ancora molto. E il bianco si tinge solo con la libertà. Quella che Mario aveva riconquistato, o conquistato. Amelia prese i due album vuoti, la Polaroid e qualche vestito. Mise tutto in una borsa. Fece un giro per casa lasciando per ultima la cucina. Poi baciò l’aria, immaginando di baciarlo, e andò via. Non sapeva neanche dove. Ma cosa importava? Il bianco si tinge solo con la libertà”
Pietro De Bonis:Grazie Andrea per questa intervista. Lasciaci con ciò che desideri dire.
Andrea Cacciavillani:Grazie a te per aver fatto parlare Labirinto paradiso e altri racconti che speriamo possa suscitare in chi lo leggerà quella sensazioneunica e indiscutibile che si sente quando ci si immerge nel profumo e nella fantasia nascoste nelle pagine di un libro.
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