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Intervista di Pietro De Bonis alla pittrice Adua Biagioli

Creato il 12 dicembre 2014 da Alessiamocci

Adua Biagioli (Spadi) nasce a Pistoia dove vive e lavora. Conseguito il diploma di maestro d’arte al Liceo Artistico P. Petrocchi nella stessa città, segue il corso di laurea in Lettere presso l’Università (FI), dopo aver frequentato un corso di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze Arte.

Nel 1995 si qualifica operatrice culturale e dello spettacolo. Nell’Ottobre 2011 incontra il Premio Nobel perla Letteratura, Gao Xingjian, restandone affascinata dalla sua poliedricità nell’arte e nella scrittura. Da circa trent’anni partecipa a mostre collettive di pittura sia astratte che figurative.

Di sé dice: “La mia ricerca artistica spazia dall’elaborazione di soggetti di tipo naturalistico, floreale, paesaggistico, allo studio della figura umana nel suo proprio intimistico mondo. Una ricerca, quella umana, che si cala anche nella psicologia che si cela dietro l’immagine che rappresento. Aperta a sperimentare tecniche e materiali anche diversi da quelli tradizionali del disegno e della pittura, come la poesia.”

Adua Biagioli è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune domande sulla sua passione. Buona lettura!

P.D.B: Benvenuta Adua! Domanda secca, pronta? Se volessi rappresentare il presente che ti circonda, quale immagine coglieresti? Hai tre secondi per rispondermi: 1… 2…

Adua Biagioli: Grazie a te… Tre secondi sono pochi per rispondere a questa domanda, ma ci proverò. Forse il presente lo coglierei in un’immagine mentale non molto facile da rappresentare, ma che sento che oggi assuma ancora più importanza, visti anche i fatti che stanno accadendo non solo nel nostro paese ma ovunque e direi che la raccoglierei in un’immagine rappresentativa della Libertà, con la lettera maiuscola, intesa come libertà di pensiero, di espressione, di essere se stessi. Un po’ difficile da rappresentare ma alla fine qualcosa esce fuori, se viene dal cuore.

P.D.B: E un’immagine del tuo presente interiore?

Intervista di Pietro De Bonis alla pittrice Adua BiagioliAdua Biagioli: Sì direi di sì, qualcosa che forse sta accadendo a me, in quello che vivo giornalmente. In raffigurazione pittorica probabilmente la trasmuterei in qualcosa di astratto in cui risalta solo la forza dei colori, che non sono altro che le emozioni che abbiamo dentro e che vogliono uscire.

P.D.B: Ora rilassiamoci. Ho letto che la pittura è una passione che coltivi sin da piccola; e proprio lì vorrei tornare. Quando hai capito che non avresti mai lasciato la pittura?

Adua Biagioli: Sì la pittura la coltivo da quando sono ragazzina, ho iniziato con il disegnare fumetti, semplici, schematici.. poi li ho abbandonati per fare altro. La pittura ha preso il via da sola e ho capito che non l’avrei lasciata, non subito, tant’è vero che ho avuto intervalli di tempo in cui non ho dipinto niente. L’ho capito dopo il primo anno di Accademia di Belle Arti, a Firenze, quando ho visto che nonostante i momenti di silenzio, i colori tornavano spontaneamente e ne sentivo l’esigenza, come mangiare o respirare, di ritornare a lavorare sulla tela… o meglio su di me.

P.D.B: Tu, traslandoci ahimè nel mondo solito, sei vigile urbano. Dirigi bene le automobili come dirigi bene i pennelli? Quali delle due è più difficile comandare?

Adua Biagioli: Sì, sono Agente di Polizia Municipale. Se mi chiedi quello che so fare meglio, anche se direi che sono due aspetti della vita ben differenti, direi che l’arte prevale perché è nata con me, la porto dietro da sempre, probabilmente dirigo l’orchestra meglio con i pennelli.. se così posso dire. L’arte non è semplice, è un continuo studio che parte da dentro, ma gestire il mondo attraverso un lavoro, o meglio un servizio da offrire al cittadino è ancora più difficile, soprattutto oggi.

P.D.B: Dipingi a olio o acrilico, è così? Mi spieghi le tue tecniche di pittura? Sono curioso.

Adua Biagioli: Le tecniche che uso sono entrambe e il risultato è differente. Dipingendo a olio ottengo una brillantezza di colori diversa, forse più “importante” oserei dire, occorre mischiare bene il colore e non è semplice trovare le gamme che ti servono, ma l’olio dà sempre la possibilità di correggermi se mi accorgo degli errori che faccio, perché si asciuga molto lentamente. La tecnica ad acrilico è più rapida, da questo punto di vista è più difficile giocarlo perché non aspetta, si asciuga velocemente e il colore lo riprendi male, ma la resa degli effetti è altrettanto buona.

P.D.B: Riguardo la ritrattistica, che volti ami rappresentare? Di che sesso, e perché? Quali stati d‘animo delle persone?

Adua Biagioli: I ritratti sono difficili ma mi entusiasmano sempre perché l’abilità consiste nel saper cogliere i caratteri tipici di un volto e saperne rendere la somiglianza pur capovolgendolo a mio piacimento. Occorre avere un riflesso immediato per rendere un volto originale. Solitamente dipingo volti femminili, mi piacciono le espressioni degli occhi e tramite il colore e l’andamento delle forme, dure o dolci, dipende da quale soggetto rappresento, mi piace ricavarne una certa espressione, o stato d’animo particolare. Mi piacciono gli stati d’animo che catturano l’occhio dell’osservatore, come la pietà, la passione, il mistero.

P.D.B: Mi racconti del tuo viaggio a Venezia durante il Carnevale? Del tuo incontro con le Maschere?

Adua Biagioli: Sì, Venezia è bellissima e affascinante, come le sue maschere, ci sono stata diverse volte. Quelle maschere me le sono riportate tutte a casa impresse  nella memoria, perché guarda caso, ciascuna è uno stato d’animo, se si osserva con gli occhi che vanno oltre quella perfetta e meravigliosa  estetica che caratterizza la veneziana, unica al mondo. E poi… quante maschere si indossano oggi.. l’uomo le sa portare così bene che vale la pena dipingerle.

P.D.B: Cito una frase tua che mi ha attratto molto: “Non c’è bisogno dell’uomo che anima i dipinti di paesaggi, che si muove o che commenta in una visione che tace silenziosa”, cioè?

Adua Biagioli: I paesaggi sono un altro soggetto della pittura, a me piace dipingerli, ma non mi piace molto riportare quelli affollati di gente, animati dalla festa della vita umana, per quanto bella sia, perché il paesaggio è bellissimo pure quando la presenza dell’uomo è solo lì per osservarlo. É bello anche nel suo silenzio, nella sua distensione naturale, senza essere stravolto da nient’ altro. Per fare un esempio mi affascinano i paesaggi di mare nei momenti in cui il sole nasce o tramonta, o  quando la luce è fortissima e investe tutto e non c’è niente tranne lo splendore del luccicare dell’acqua al cielo e i riflessi a tutto ciò che la circonda; mi affascinano i paesaggi di cieli stellati, lunari, deserti di sabbia in cui nulla c’è eppure pare ci sia tutta la vita. Sono sensazioni che sento e che mi piace riportare sulla tavola… anche se non è semplice per niente.

P.D.B: Grazie di cuore per questa intervista. Cosa dobbiamo aspettarci prossimamente dalla pittrice/vigilessa Adua Biagioli? Spero nessuna multa! Scherzo. Grazie di nuovo.

Adua Biagioli: Grazie a te, mi ha fatto molto piacere parlare di arte qui. Diciamo che ora mi sto concentrando sul colore e su qualcosa di più astratto, un leggero discostarmi dal figurativo e vediamo cosa esce fuori di nuovo. Spero ci sia un po’ di magia da regalare nelle prossime mostre in vista per il 2015… nessuna multa.. be’… sarebbe già una bella magia… Grazie ancora a te per questa intervista.

Written by Pietro De Bonis 

Info

Sito Adua Biagioli


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