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Intervista di Pietro De Bonis alla pittrice e poetessa Stefania Onidi

Creato il 17 dicembre 2014 da Alessiamocci

Stefania Onidi nasce sarda e diventa umbra d’adozione, vive e lavora come insegnate a Perugia. Il paesaggio della sua isola, di quel mare, l’incanto per la natura in generale, hanno da sempre nutrito il suo sguardo e il suo spirito, educandolo alla bellezza.

Le sue mani, quasi inconsapevolmente, hanno cominciato a giocare con i colori prima sul foglio e poi sulla tela. Successivamente quel foglio ha cominciato a riempirlo di parole. Nacquero così i primi disegni, le prime tele e prime poesie.

Laureata in lingue e letterature straniere, ha sempre voluto assecondare il suo spirito poliedrico dedicandosi anche al teatro, al canto, e soprattutto, da autodidatta, alla pittura e al disegno, partecipando anche ad estemporanee di pittura.

Recentemente ha preso parte ad alcune collettive con altri pittori nella sua città, nell’ambito di eventi artistico-letterari dedicati alla pittura e alla poesia. Attualmente sta lavorando a una nuova pubblicazione che unisce poesia e illustrazione. Nel cassetto una personale di pittura.

Stefania Onidi è stata molto disponibile a rispondere ad alcune mie domande sulla sua passione. Buona lettura!

P.D.B.: Ciao Stefania! Una domanda che mi balza subito in mente: Cosa vuoi raccontare alle persone tramite la pittura e anche la poesia?

Stefania Onidi: Ciao Pietro! Una bella domanda. Credo che dal testo poetico al dipinto il volo sia breve, nel senso che per me, il colore, come la parola, è rivelatore di emozione, di  stati d’animo. Pittura e poesia, infatti, nel mio mondo espressivo vanno di pari passo, con esse mi piace esprimere la mia emotività, raccontare la mia passione per la vita, con speciale attenzione per l’essere umano e la sua interiorità. La mia ricerca artistica è attualmente molto incentrata sullo studio della figura umana. Partendo dal corpo, e in particolare da quello femminile, vorrei portare l’attenzione di chi osserva verso un coinvolgimento intimo,  verso connessioni più profonde di natura “spirituale” e psicologica.

P.D.B.: I tuoi dipinti, quante storie personali e altrui, contengono? Quanto gli artisti passati che stimi ti vengono in aiuto nel rappresentare e/o considerare una tua opera moderna? Soprattutto, ritieni che i loro sono esempi da seguire a prescindere?

Stefania Onidi: I miei dipinti sono ritratti immaginari, personali elaborazioni dell’animo femminile. Ci sono io e ci sono sguardi ed emozioni di donne che incontro. Io sono un filtro, dipingo alla fine ciò che sento con gli occhi e con le mani. Amo tutta l’arte. I geni assoluti come per esempio Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio etc, hanno alimentato questa mia passione sin da piccola, ma è la pittura che va dall’impressionismo in poi ad aver modellato la mia ricerca di stile, che è tuttora in divenire. Ultimamente sento molto l’influsso di Munch, ma anche di Matisse. Credo che non si possa comunque prescindere dagli esempi dei grandi pittori del passato. È necessario nutrirsi di arte per poter “fare arte” o comunque “tentare di farla”.

P.D.B.: Che tipo di bellezza cerchi in un quadro che dipingi? Ognuno ha una concezione propria di bellezza, o esistono bellezze oggettive secondo te, Stefania?

Stefania Onidi: Senza sconfinare nella dico semplicemente che,  è vero, ognuno ha una sua concezione di bellezza che si rifà a un gusto estetico personale, che spesso esula da canoni prestabiliti, tuttavia credo che possa esistere una bellezza oggettiva, universalmente condivisa, cioè che tutti possono riconoscere e percepire come tale, perché vissuta spontaneamente come “Bello”. In ogni caso penso che niente sia fragile e vulnerabile come il concetto stesso di Bellezza, soprattutto oggi. L’arte contemporanea, per esempio, nella sua molteplicità di linguaggi, vuole mostrare come la bellezza risieda al di là del visibile stesso. Ecco che, per rispondere alla prima parte della tua domanda, allora dico che io vorrei che lo sguardo dell’osservatore fosse piacevolmente incantato dai miei dipinti, che trovasse in essi, al di là dei criteri obiettivi nella valutazione di un quadro, un senso di armonia, una bellezza soffusa che coinvolga sensi e spirito. Vorrei creare un’inattesa bellezza, nascosta tra le linee e i colori.

P.D.B.: Cosa ami dipingere? Che tecniche usi? Quando ritieni un quadro pronto per essere mostrato al pubblico?

Stefania Onidi: Il corpo, e soprattutto quello femminile: è bellissimo da ritrarre. Adoro i nudi, essi sono un richiamo complesso di purezza, eros e verità. In questa fase della mia vita (da 10 anni a questa parte) non riesco a dipingere paesaggi, se non soli o lune decontestualizzate e armonizzanti con la figura umana in uno scenario che richiama l’onirico, l’indefinito. La ricerca del bello adesso si riflette in questa mia pittura a tratti improvvisata ed estemporanea, vagamente espressionista, tesa a una rappresentazione di sguardi e movimenti dell’anima. (Spero di riuscire in questo). Amo l’acquerello, l’acrilico e l’olio. Tre tecniche completamente diverse. Ultimamente però uso soprattutto l’acrilico, perché, asciugando rapidamente,  lo trovo congeniale al tipo di stile che sto cercando di elaborare in questo periodo: lisciare velocemente i colpi di pennello, usare il colore puro, sfruttando la potenza dei toni decisi, sottolineare il valore emotivo del colore.  Esso mi permette di avere pochi ripensamenti e risultati immediati. I miei quadri forse non sono mai pronti per essere mostrati, li ritengo delle sperimentazioni e mai veramente compiuti.

P.D.B.: Cito parole tue, “Educare l’uomo all’arte”. Lo si può davvero fare? Si può educare l’uomo ad amare l’arte, ad amare in generale, Stefania?

Stefania Onidi: Certo! Lo si può fare e lo si deve fare! Ne sono convinta. Perché l’arte fa parte della nostra vita, l’arte è vita. L’Arte, come anche la Letteratura, parla di noi, parla dell’uomo; la sua funzione è mostrare chi siamo. Le grandi opere d’arte ci aiutano a scoprire la bellezza dell’animo umano, a  capire che se ci possiamo emozionare o commuovere davanti a un quadro, vuol dire che il nostro animo è buono, esteso e teso all’incanto, a uno splendore spesso inatteso. Siamo capaci di captare bellezza, e sentirci in parte migliori.  L’animo viene rapito nel silenzio di una scena sospesa, senza parole, senza movimento, grazie ad una perfezione portata via allo scorrere del tempo. Una volta contemplando “Amore e Psiche” di Canova ho scritto: “Sento che le grandi opere d’arte mi commuovono. Narrano una poesia del quotidiano nell’attimo in cui passa e già non è più. Esprimono un movimento verso l’Assoluto. Raccontano mute una verità che appartiene all’uomo, a ciascuno di noi, una verità eterna che non potrà mai invecchiare: la Bellezza./ E’ la Bellezza che dice l’Eterno,/ dice l’Altrove,/ dice l’Amore,/ dice l’Uomo.

P.D.B.: L’animo e l’uomo, due faccende diverse e complicate?

Stefania Onidi: Be’ direi più complicate che diverse. L’animo è nell’uomo; l’animo umano è esteso, complesso e misterioso. Esso è proteso verso un desiderio congenito di felicità, armonia e libertà. L’unica cosa che posso dire con certezza è che esso ha bisogno di essere nutrito, l’arte in questo senso può essere un mezzo: uno strumento di conoscenza, una via… di Bellezza.

P.D.B.: Una mia curiosità: Gli artisti sono persone buone solo finché si crogiolano del proprio ego?

Stefania Onidi: Ho sempre pensato che gli artisti fossero persone un po’ strambe e irregolari, difficilmente omologabili, né buoni né cattivi, e forse, parafrasando OscarWilde, con un grande e unico compito, quello cioè di creare cose bellissime.

P.D.B.: Dove possiamo ammirare i tuoi quadri? Sono esposti anche sul web per una diretta e immediata visione, ops, goduria?

Stefania Onidi: Per il momento sono esposti a casa mia! Chi vuole può curiosare sul mio profilo facebook. Sono pigra e in parte timida per poterli esporre a tutti qui sul web.

Written by Pietro De Bonis

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