“Non potevo ammettere di aver sbagliato, di aver affrettato le cose senza lasciarmi il tempo di riflettere, di conoscerci meglio. L’amore che provavo per lui non concedeva spazio alla razionalità e uccideva ogni dubbio ancora sul nascere.”
“Anelli di Quercia”, autoprodotto e auto pubblicato da Cristina Bergomi (dicembre, 2013), è una storia di violenza domestica, è il racconto di un amore malato, delle angherie subite da una moglie dal marito e di quelle subite da dai due quando erano bambini, narrati in modo forte, incisivo e con uno stile chiaro e mai greve.
Una storia difficile, commovente e coraggiosa al tempo stesso, e attuale, purtroppo, come non mai.
L’autrice, la brava Cristina Bergomi, ci ha dedicato un po’ del suo tempo e ha gentilmente risposto alle nostre domande.
R.M.: Quali libri ami leggere solitamente e quali sono i tuoi autori preferiti?
Cristina Bergomi: Leggo i classici per mestiere, visto che insegno lettere, così, nel mio tempo libero spazio tra i contemporanei, in base all’umore del momento. Ho parecchi autori che mi piacciono, ma se dovessi fare tre nomi adesso, senza pensarci troppo, direi: Philip Roth, Michele Mari e Alice Munro.
R.M.: “Anelli di quercia”, autoprodotto e auto pubblicato da te stessa, non è la tua prima pubblicazione. Quando e come hai iniziato a scrivere?
Cristina Bergomi: Mi è sempre piaciuto mettere su carta i pensieri, però, mi dedico seriamente alla scrittura da soli cinque anni. Sono ancora una “pivella”. Il mio primo romanzo “Imperfetto Futuro” è stato pubblicato da una piccola casa editrice non a pagamento. Per “Anelli di Quercia” ho scelto l’auto-pubblicazione per svariati motivi, tra cui la voglia di mettermi direttamente in gioco. Ho pubblicato anche due romanzi rosa-umoristici, sotto pseudonimo, perché voglio distinguere i due filoni della mia scrittura.
R.M.: Il tuo libro tratta tematiche importanti come le violenze domestiche nei confronti delle donne e l’abuso sui minori. Com’è nata l’idea di scrivere questo libro?
Cristina Bergomi: Da esperienze vissute, dirette e indirette. Avevo bisogno di trattare questo argomento, per chiudere determinate porte e per aiutare altre persone a farlo. E devo dire che, nel mio caso, ha funzionato. Anelli di Quercia rappresenta una specie di catarsi, per me.
R.M.: Chi vorresti leggesse le tue pagine e quale messaggio vorresti venisse recepito dai lettori?
Cristina Bergomi: Non ho un target di lettore, credo sia un libro adatto a tutti, dai vent’anni in poi. Il messaggio che vorrei trasmettere è quello di astenersi dal giudizio, per cominciare. Da fuori tutto può sembrare semplice e chiaro, ma la verità è ben più complessa e spesso non la si può incasellare sotto la voce bene/male; così come non si può dividere il genere umano in buono e cattivo.
R.M.: Il tuo libro è disponibile sia in formato cartaceo che in formato digitale. Qual è il tuo parere sugli e-books? Ne leggi mai?
Cristina Bergomi: Sì, anzi, nell’ultimo anno ho letto quasi tutto in formato digitale. Ho fatto questa scelta per una questione di spazio e comodità. Con un compromesso: dei libri che mi colpiscono, compro anche il cartaceo.
R.M.: Il tuo prossimo libro? Stai forse lavorando a qualcosa di nuovo?
Cristina Bergomi: Sto lavorando a un altro romanzo che spero di finire entro l’anno. Posso solo dire che al centro della storia ci sarà un adolescente, ma i veri protagonisti saranno altri. Forse vi ho confuso un po’ le idee e vi toccherà leggere il libro per capire cosa intendo. Sono una persona orribile, vero?
R.M.: Ma no, hai solamente aumentato la curiosità dei lettori! Perciò a presto e non vediamo l’ora di poter leggere il tuo prossimo romanzo.
Written by Rebecca Mais
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