Con grande piacere, intervisto gli autori di Take me into your Hell: Diletta Brizzi e Yvan Argeadi, conosciuti anche come blogger nel mondo dei social network e dei lit blog.
Diletta Brizzi è nata nel 1989 e vive in un piccolo paesino in provincia di Pisa insieme alla famiglia e a cinque gatti.
Studentessa universitaria, ha fin da piccola sviluppato la sua passione per la scrittura e per la lettura soprattutto di Urban Fantasy e di Young Adult a sfondo mitologico, tema di cui si è sempre interessata, approfondendo in particolar modo il pantheon greco, quello egizio e quello celtico.
Dall'agosto del 2010 possiede un blog letterario, Atelier di una Lettrice Compulsiva, insieme al fidanzato Yvan, con il quale per altro ha all'attivo altri due romanzi urban fantasy.
Ha preso parte all'antologia Elements Tales, con il racconto L'Eredità del Serpente, da metà settembre disponibile singolarmente su
Amazon come primo romanzo breve della nuova saga in fase di stesura Devils May Love.
Yvan Argeadi oltre ad essere sentimentalmente legato a Diletta Brizzi, la quale gli ha trasmesso la passione per la lettura prima e la scrittura dopo, è un profondo conoscitore del passato antico e mitologico dell'umanità, conoscenza che traspare tutta dalle righe delle sue opere, Take me in your Hell in primis. Vive a Pisa, anche se si considera un abitante del mondo, ed è appassionato di videogame e arte, coltivando in sé una profonda passione per artisti contemporanei come Luis Royo o Victoria Frances. Non ama parlare molto di sé al punto da aver deciso di adottare il nome d'arte con cui lo conosciamo, e da non aver voluto rendere pubbliche altre informazioni personali.
Take me into your Hell:
Facebook,
Blog, Amazon
Partiamo con l’intervista.
Iniziamo con una domanda semplice: da dove è nato lo spunto per questo romanzo? Qual è stata la scintilla? Un sogno? Un film? Un romanzo? Chi ha dato l’inizio al percorso che poi ha portato alla realizzazione di Take me into your Hell, trascinando l’altro?
Yvan Argeadi: Innanzitutto teniamo a ringraziarti per averci dato la possibilità di parlare di quello che, come lo hai definito tu, è stato per tutta la durata della sua realizzazione un sogno. È per noi un onore poter rispondere alle tue domande, sperando ch'esse rappresentino anche un punto di riferimento per i lettori che decidono di avvicinarsi al romanzo. Venendo a noi, posso ritenermi fortunato nel dire di essere stato proprio io ad accendere questa scintilla che poi Diletta ha alimentato con il suo entusiasmo e la sua passione. L'idea mi venne durante un normale giorno di lavoro, durante il quale ripercorrevo con la memoria miti e leggende dell'antica Grecia, da sempre una delle mie passioni. Fu allora che non potei fare a meno di accorgermi dell'assenza di un romanzo che ripercorresse in maniera quanto più verosimile e fedele possibile quelle antiche storie tramandateci fino ad oggi che un tempo costituivano il corpus principale di quelle religioni oggi considerate semplici miti, ma che affondano le loro radici nella cultura greca e non solo. Un culto politeista tramandato per secoli ed importato ovunque il colonialismo ellenico riuscisse ad arrivare, adattandole al contesto del luogo. Ecco dunque che ritroviamo gli stessi racconti, anche se con personaggi dai nomi diversi, presso tutte le culture del bacino del mediterraneo, compresi gli antichi popoli italici degli etruschi e dei romani. Chissà, probabilmente tra duemila anni, quelle che ora sono affermate come religioni diverranno allora miti, sostituite da un nuovo sentiero spirituale, ma sono dell'idea che il nostro vero passato non debba essere dimenticato, e che quelle storie debbano essere tramandate nel tempo, poco importa se con fede o meno, l'importante è sapere. Dunque, perché non far conoscere a tutti la straordinaria e travagliata storia d'amore tra il Dio degli Inferi e la figlia del Dio del Cielo? Un amore contrastato, le cui piccole soddisfazioni si sono dimostrate sudate con la fatica e il sacrificio, ma anche con l'inganno e le guerre. Considero la storia d'amore tra Ade e Persefone decisamente più profonda e appassionante di tutte le "sbandate" e i colpi di fulmine che di tanto in tanto colpivano le altre divinità elleniche. Possiamo definire questa antica leggenda, usando una terminologia moderna, la prima dark story della storia, e quindi meritevole di essere riportata in auge.Insomma, chi nel ventunesimo secolo non si sentirebbe attratto dall'amore provato per un Signore dell'Oscurità e del male per la più pura delle creature del Cielo? e chi non sarebbe ansioso di scoprire cosa questo tenebroso monarca dai poteri illimitati e devastanti sarebbe capace di fare pur di impossessarsi di colei che con un solo sguardo gli ha letteralmente perforato l'anima? i greci hanno scritto tutto questo molto prima di noi, per quanto mi riguarda mi considero un semplice portavoce di quegli antichi narratori del passato.Come ha accolto l’idea “l’altro”.
Diletta Brizzi: Ovviamente l'ho presa benissimo. Da sempre mi sono appassionata alla mitologia greca, oltre a quella celtica ed egizia, per cui, quando Yvan mi chiamò al telefono per propormi questa nuova avventura non potevo che essere entusiasta da un lato mentre dall'altro avevo un po' paura.Devi sapere che io venivo da un GDR per cui in alcuni elementi ero un po' carente, però Yvan ha creduto in me e penso che quello che è uscito fuori sia un buon lavoro. La storia di Ade e Persefone mi ha da sempre affascinato però non sopportavo l'idea che si erano fatte le persone della loro storia: la vicenda del rapimento e del trattenere Persefone contro la sua volontà per sei mesi negli Inferi. Quindi mi sono chiesta: e se Persefone avesse voluto davvero rimanere negli Inferi perché innamorata di Ade? Da qui ho capito cosa dovevo fare. Rendere la loro storia d'amore unica e diversa dal solito. Come avete gestito la stesura del romanzo? Quali sono stati i vostri ruoli?
Diletta Brizzi: Inizialmente abbiamo deciso di fare un capitolo a testa, io scrivevo tutto ciò che riguardava Persefone mentre Yvan tutto ciò che riguardava Ade. Una volta che le due storie si sono congiunte abbiamo deciso di aiutarci a vicenda nella stesura dei paragrafi dedicati ai due protagonisti e di dare spazio anche ad altri personaggi.Cosa aspirate a trasmettere con il vostro Take me into your Hell?
Yvan Argeadi: passione e desiderio di conoscenza. Questo è per me l'essenziale. Oggigiorno nessuno si appassiona più a queste storie se non tramite film d'azione e romanzi fantastici dove davvero poco dei contenuti originali tramandatici dagli antichi viene preservato. Con questo romanzo si vuol spingere il lettore a mettere da parte il libro per un attimo, afferrare un enciclopedia mitologica nella ricerca di corrispondenze e, da una singola storia, rimbalzare di mito in mito esplorando quell'affascinante mondo popolato da eroi, Dei e semidei, mostri e permeato da coraggio, lealtà e passioni irrefrenabili. Che alla fine è anche un po' quello che abbiamo tentato di fare noi, partendo da una singola leggenda greca e, usando questa come base, esplorarne molte altre collegate attraverso vicissitudini e linee invisibili ma verosimili. Qual è la parte del romanzo che avete trovato più difficile da erigere? Qual è invece l’elemento che vi è piaciuto di più o vi ha appassionato particolarmente? Una vicenda, un capitolo, un dialogo…
Yvan Argeadi: «Gli umani sono come dei bambini. Ho sparso nel mondo equamente le cose belle e quelle brutte, in modo tale da renderlo imperfetto. L'ho fatto per loro, perché li amo come dei figli, e voglio che imparino a superare la prova della vita con le loro sole forze, affrontando le avversità e lottando per cambiare in meglio il mondo per coloro che amano. Se il mondo fosse perfetto, nessuno di loro capirebbe il significato della vita.»Ade rimase in silenzio solo un istante, riflettendo sulle parole del fratello.«Per comprendere l'amore devi prima conoscere il dolore. È per questo che ci proibisci di interferire nelle faccende degli umani» replicò.«Esattamente» rispose Zeus. «Questo non ti esonera dalle tue colpe. Per quanto mi riguarda gli umani possono morire tutti in questo istante.»Abbiamo cercato di inserire nel romanzo quanti più monologhi e discussioni possibile a sfondo filosofico, con il preciso intento di attivare quella parte della mente del lettore che porta le persone a riflettere sulla vita, sulle sue difficoltà, sui sentimenti positivi e negativi, sul senso dell'esistenza stessa. Considero tuttavia questo scambio di parole tra Ade e Zeus uno dei miei passaggi preferiti. Da esso traspare la grande differenza caratteriale tra le due figure. L'uno, nonostante in passato fosse autoritario al limite della tirannia, lo vediamo qui più contenuto e posato per ragioni che non posso spiegare in questa sede ( leggete e scoprirete questo e molto altro ). L'altro, incapace di mutare la propria visione delle cose, rimanendo praticamente per tutta la durata della storia cinico e opportunista in virtù del fatto che ogni sua azione, per quanto crudele che sia, è mirata unicamente ad impedire a chiunque di allontanarlo ancora una volta dall'amata Persefone. Insomma possiamo definire Ade un perfetto antieroe, ed in certi punti del romanzo vi sembrerà addirittura di non riuscire più a distinguere la differenza tra bene e male. Questo era un altro dei nostri obiettivi che speriamo di aver raggiunto. In Take me Into your Hell non vi sono buoni e cattivi, dal momento che lo stesso protagonista maschile potrebbe essere considerato, in base ad comune senso morale delle azioni, un cattivo. Bene e male sono alla fine due concetti estremamente relativi, ciò che conta realmente per questi personaggi sono le loro motivazioni, ed in quelle bisogna esplorare se si desidera scoprire le ragioni di certe azioni. Nessuno ha ragione, nessuno è nel torto, esistono solo differenti visioni della cosa. Proprio come la mente umana, anche quella divina può percepire un dato fatto diversamente da qualcun altro. Al di la di queste riflessioni psicologiche, dall'estratto di cui sopra si potrebbe iniziare anche un acceso dibattito sul significato della vita ed il modo migliore di approcciarsi ad essa. Ma forse la mente umana non è ancora pronta per ponderare su questo argomento in maniera tanto profonda, in special modo nella società attuale, così frenetica e imprevedibilmente caotica. Sì, queste considerazioni sulla vita per ora lasciamole agli Dei.Diletta Brizzi: «Non essere sciocca, Persefone! Lui ti ha rapita e ti ha soggiogata per farti fare quello che vuole!» tuonò Zeus. «Questo è quello che credi tu!» replicò la Dea. «Spostati immediatamente di qui!» continuò il Dio. «No! Io non mi sposto di qui! Sono esattamente dove devo essere. Tu non farai del male ad Ade, lui non mi ha soggiogata. Io lo amo! - Urlò e di colpo tutto sembrò placarsi - Sì, io lo amo. È per colpa vostra se è ridotto in questo stato. Voi lo avete condannato a questo» continuò inginocchiandosi davanti ad Ade per aiutarlo a tirarsi su.Questo breve estratto coincide con quanto ho detto prima: volevo far trasparire il fatto che Persefone non fosse stata plagiata da Ade, né tanto meno trattenuta contro la sua volontà per sei mesi negli Inferi. Volevo mostrare una Persefone diversa da quello dell'immaginario comune. In lei alberga sia una natura benigna, in quanto nata Dea Olimpica, e una natura sadica, in quanto diventata poi Regina degli Inferi. In un certo senso restando sull'Olimpo, la Dea reprimeva inconsciamente la sua natura più oscura; con Ade invece si è potuta aprire completamente e far emergere quella parte di sé nascosta: nessuno avrebbe toccato Ade in forma demoniaca, eppure lei lo fa e con gentilezza. Come se di quell'aspetto non le importasse niente: in fin dei conti si trattava sempre di Ade. Il messaggio che ho cercato di trasmettere è quello di andare oltre le apparenze, di non soffermarsi solo alla superficie ma di scavare in profondità perché niente è quello che sembra. Domanda personale, ma neanche troppo. In Take me into your Hell si parla di relazioni di coppia, il vostro rapporto ha condizionato questo aspetto del romanzo? Se sì in che modo, in quale personaggio avete messo un po’ di voi?
Yvan Argeadi: Che dire, non mi credereste se vi dicessi che nonostante le enormi differenze caratteriali ho messo parte del mio animo in ognuno dei personaggi maschili del romanzo. Non posso pensare di affrontare la vita unicamente con il cinismo di Ade, molto meglio la visione del mondo permeata di sensualità e passione di Eros o volendo della stessa Afrodite. Tuttavia non potrei contemplare l'idea di rimanere inerme dinnanzi a qualcuno che cerca di sottrarmi all'amore di Diletta. Ecco dunque che l'Eros che c'è in me muterebbe divenendo Ade, incapace di distinguere il bene dal male pur di riavere la compagna della vita. Sarei tuttavia incapace di vivere il mio amore con Diletta basandolo unicamente sul possesso ( Ade e Persefone ), o interamente sulla passione ( Ares e Afrodite ), o sulla purezza ( Eros e Psyche ). No, in amore ci vuole un pizzico di tutto questo, amalgamandolo con altri elementi capaci di poter rendere un legame sempre più forte e capace di superare qualunque avversità. Insomma per quanto mi riguarda mi considero l'anima dei personaggi sopra citati, e loro delle mie sfaccettature, alcune più evidenti, altre meno.Tengo a precisare comunque che in Take me into your Hell non vi sono esclusivamente storie d'amore, non è un romance, ma nemmeno un'avventura. È un insieme delle due cose, dove una storia d'amore da inizio ad un avventura permeata di intrighi, guerre, subdoli giochi di potere che vanno avanti da eoni fino a tornare nuovamente alla ragione per cui la storia è iniziata, l'amore tra Ade e Persefone.Diletta Brizzi: Direi che tutto quello che c'era da dire lo ha già detto Yvan. Anche io come lui ho messo tutta me stessa in ognuno dei personaggi femminili: mi immedesimo perfettamente in Persefone, così come in Afrodite e perfino in Atena. Ogni singolo personaggio contiene un lato ben preciso del mio carattere, alcuni anche più di uno, però devo dire che se non ci fosse stato Yvan, o meglio se non avessi provato un sentimento così grande nei suoi confronti, probabilmente non avrei scritto in questo modo. Non posso fare spoiler però ti dico che in due scene in particolare, mi sono talmente immedesimata da piangere mentre le scrivevo. Di più però non dico.Qual è il personaggio al quale siete più affezionati? E perché?
Yvan Argeadi: Persefone senza alcun ombra di dubbio, per la semplice ragione che Diletta ha messo parte della sua anima in questo personaggio. Ergo, non posso non amarla.Diletta Brizzi: Ovviamente Ade per lo stesso motivo di Yvan. Perché sa essere spietato con i suoi "nemici/rivali" soprattutto quando questi cercano di interferire nel suo rapporto con Persefone, e allo stesso tempo premuroso, un lato che non mostra a nessun altro se non alla sua amata. Tra di voi chi è l’anima più antica e affine alla mitologia, e quella più radicata nel moderno e nel genere urban fantasy?
Yvan Argeadi: Difficilmente mi appassiono a storie fantasy moderne, spesso esse sembrano essere state scritte tutte dalla medesima mano e davvero pochi nomi si distinguono dalla massa. Prediligo maggiormente romanzi ambientati nell'antichità, che trattano di eroi e gesta straordinarie di uomini realmente esistiti, e di tanto in tanto tuffarmi in qualche lettura paranormal romance purché affondi le sue radici in contesti a me familiari e verosimili a leggende o fatti realmente narrati. Se si pensa che tra i libri del mio scaffale figurano l'Eneide e l'Iliade, proprio accanto a Favole degli Dei del maestro Paolo Barbieri e a libri storici come Alexandros del grande Manfredi, e al contempo è impossibile non notare Il Cavaliere Letale della bravissima Larissa Ione, si può facilmente capire il modo in cui nella mia mente amo unire storia, miti ed eros, qualcosa che ho cercato di concentrare il più possibile in Take me into your Hell.Diletta Brizzi: Quindi avrai già capito che l'anima radicata nel moderno e nell'urban fantasy sono io anche se non disdegno per niente la mitologia, anzi! Cerco di unire i due generi! Dovresti vedermi quando vado su Goodreads alla ricerca di un urban fantasy a sfondo mitologico! Divento un'altra persona, non mi fermo fino a quando non trovo quello più adatto a me e a quel punto...lo compro e lo divoro in due giorni! Cos’è per voi la scrittura?
Yvan Argeadi: un modo per evadere dalla realtà ed autoesiliarmi per qualche tempo in un mondo dove il ruolo di demiurgo spetta unicamente alla mia penna ( scrivo anche a mano ).Diletta Brizzi: Un modo per lasciarmi alle spalle la quotidianità ed entrare nel mio mondo, quello dell'immaginazione.
Un buon libro, per esser tale, di cosa ha bisogno secondo voi? Cosa consigliereste ai neo-scrittori?
Yvan Argeadi: una cosa sola: osare! La stragrande maggioranza degli scrittori moderni non fa che rielaborare storie già viste e riviste unicamente perché fanno tendenza. Non c'è niente di più sbagliato. Noi siamo partiti da una base esistente da tempi ellenici, è vero, ma carpendone la natura l'abbiamo rielaborata, gli abbiamo dato voce e da essa siamo partiti per la stesura di eventi che probabilmente nessuno scrittore oserebbe proporre in un proprio lavoro. Non abbiamo spiattellato su carta una storia già vista, l'abbiamo completata. Sì, abbiamo osato tentare di completare i miti, come oratori e scrittori molto più illustri di noi hanno fatto in passato con i loro poemi epici. Cosa sarebbe l'Illiade di Omero, senza l'Eneide di Virgilio che da essa si dirama approfondendo la storia dei Troiani e del prode Enea esplorandone l'indole e la pietas? e cosa sarebbero questi due illustri poemi, senza Le Paludi di Hesperia di Valerio Massimo Manfredi, che così ambiziosamente ha tentato l'impresa di Virgilio? Scrittori, osate, osate fare qualcosa di nuovo, di diverso, il mercato ve ne sarà riconoscente, come dimostra l'incredibile successo dei romanzi erotici dopo il ben noto 50 sfumature di Grigio, romanzo che è stato capace, nonostante le numerose critiche, di interrompere una linea editoriale che andava avanti da troppo tempo e che si era fossilizzata sulla letteratura a base di vampiri e storie da teenagers. Diletta Brizzi: La penso esattamente come Yvan, tuttavia aggiungerei una cosa: non smettete mai di sognare, anche quando tutto sembrerà perso, quando vi metterete le mani nei capelli perché non sapete come andare avanti o avete il famosissimo "blocco dello scrittore", quando vi sbatteranno le porte in faccia, quando alcune persone ti volteranno le spalle (perché fidatevi che alcune lo faranno), quando altre valuteranno in maniera negativa il tuo operato (il più delle volte in modo dispregiativo solo per fare un torto), non smettete mai di credere in ciò che fate perché alla fine il vostro sogno in un modo o nell'altro si realizzerà.Ultima domanda, ma non meno importante direi. Quali sono i vostri progetti futuri? Cosa bolle in pentola?
Yvan Argeadi: per quanto mi riguarda ho da poco iniziato la stesura di un romanzo che intitolerò Bring me to Life (il nome lo ha scelto Diletta), e di cui, proprio in questa sede, non posso dare alcuna anticipazione ( chi ha orecchie per intendere intenda ).In secondo luogo, avevo diversi progetti già avviati con la partecipazione di Diletta, per lo più storie paranormal romance, ma il poco tempo e il lavoro mi impediscono di portare avanti più di un progetto per volta. Lo stesso titolo sopra citato è in stato di fermo da circa un mese, da quando ho ricominciato a lavorare dopo le ferie. Insomma per quanto mi riguarda staremo a vedere. Sicuramente di Diletta sentirete ancora parlare per molto tempo.Diletta Brizzi: Oltre ai progetti che ho con Yvan (uno ambientato in Giappone), sto lavorando a una nuova serie dal titolo Devils May Love. Attualmente sto editando il racconto "L'Eredità del Serpente", dapprima presente nell'antologia Elements Tales delle Helas Maur, poi staccato da essa per renderlo un romanzo breve. E il secondo romanzo della serie dal titolo "Seduzione Infernale" è già in cantiere. Vedremo dove mi porterà questa strada. Ringrazio Diletta Brizzi e Yvan Argeadi per aver inaugurato l’angolo delle interviste e averci parlato non solo di loro ma anche della loro creatura: Take me into your Hell