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Intervista Doctor Who: Steven Moffat e Jamie Mathieson

Creato il 17 gennaio 2016 da Lightman

Lucca 2015

L'uomo dietro al successo di Sherlock e Doctor Who, Steven Moffat, risponde alle nostre domande su passato, presente e futuro del Dottore insieme al fidato sceneggiatore Jamie Mathieson.

Intervista Doctor Who: Steven Moffat e Jamie Mathieson Intervista Doctor Who: Steven Moffat e Jamie Mathieson

Marco Lucio Papaleo inizia a giocherellare sulle tastiere degli home computer nei primissimi anni '80. Da allora, la crossmedialità è la sua passione e sondarne tutti i suoi aspetti è la sua missione. Adora il dialogo costruttivo, vivisezionare le opere derivate e le buone storie. E' molto network e poco social, ma è immancabilmente su Facebook e Google+.

Uno degli eventi che ha avuto maggior successo nell'area Movie dell'ultimo Lucca Comics & Games è stato quello relativo a Doctor Who, orgogliosamente foraggiato da Rai4 e presentato in pompa magna dall'organizzazione, che ha invitato il mitico Steven Moffat, capo sceneggiatore e produttore esecutivo della serie, insieme allo sceneggiatore Jamie Mathieson, per l'anteprima nazionale di The Magician's Apprentice, la prima puntata della nona stagione del Dottore più longevo della tv. La nuova serie della popolare e premiatissima saga britannica prodotta dalla BBC, trasmessa per la prima volta nel 1963, andrà in onda su Rai4 a partire da gennaio 2016, ma i due sono decisamente prodighi di indizi sul futuro della serie e di spiegazioni sul passato della stessa... ma in maniera molto informale, come leggerete fra poco.

Il demiurgo del Dottore

Moffat, ha scritto oramai quattro versioni diverse del Dottore più il War Doctor. Come si rapporta alla stesura di un personaggio così poliedrico da cambiare a ogni incarnazione, pur restando sempre lo stesso?
Moffat: Il Dottore... è il Dottore! Quello che fa la differenza, in realtà, è l'interprete. Se leggeste i copioni vi stupireste di come i Dottori dei vari interpreti si somigliano sulla carta, e prendono forma differentemente a secondo dell'attore che gli dà vita.
Mathieson, che ci dice del suo, di approccio al personaggio? Come è arrivato a scriverne le storie?
Mathieson: Ho disegnato un mostro per il mio agente e mi è stata data la parte! (ride) Quando ho cominciato scrivevo un Dottore abbastanza "generico" ma presto, parlando con Steven, abbiamo tratteggiato questa versione più schiva, un po' una versione aliena del Dottor House: non è interessato a piacerti.
Moffat, che ne dice della sua parentesi cinematografica per TinTin? La rivedremo alle prese con un lungometraggio?
Moffati: Ho lavorato nel cinema, facendo un solo film, poi sono stato promosso (ride) alle serie tv... e spero di non dover mai fare marcia indietro (ride).
E quindi, parlando di tv... a quando un bel crossover fra Doctor Who e Sherlock?
Moffat: Mai... e poi mai! (ride). Come farei a organizzare una cosa simile? Ma avete idea anche solo di quanto costerebbe? (ride)
Com'è stato adattare all'età vittoriana qualcosa che lo era già originariamente, prima di portarlo alla modernità?
Moffat: È stato molto divertente. Sia io che Mark Gatiss siamo grandi fan del personaggio e abbiamo amato adattarlo al contemporaneo, ma al contempo abbiamo usato fervore da veri fanboy per "rimettere le cose a posto" e sistemare tutte le nostre eresie moderne!
Come fate a tirar fuori sempre idee nuove? Ad esempio, mettere un dinosauro su un'astronave...
Moffat: Non è nostra intenzione fare dei mash-up strani, è solo che quelli degli effetti speciali volevano fare un dinosauro e siccome in testa ho ancora dodici anni li ho accontentati proponendo quest'idea... e loro ne erano entusiasti! Sapete, è così che lavorano a Doctor Who (ride) le persone di mezz'età (ride).
E nel farlo si rischia di far arrabbiare i fan con qualche mossa azzardata o novità di troppo, no?
Moffat: Sì, ma non possiamo scrivere solo per i fan. Sono importanti ma sono una piccola frangia del pubblico. Noi scriviamo uno show che vada bene a milioni di persone, non a decine di migliaia. Sono un fan io in primis, conosco la continuity della serie a livelli quasi autistici, ma non significa che devo scrivere solo per amici e fan, non è così che funziona. Agli sceneggiatori difatti suggerisco di non dar troppo retta alle lamentele sui social, di non farsi influenzare, perché si intraprenderebbe la strada sbagliata.
Mathieson: Anche perché se dessimo retta al fandom avremmo avuto in continuazione cose come David Tennant e Billie Piper che si baciano in continuazione! (ride)
Ma i suggerimenti riguardo eventuali ritorni di personaggi amati li ascoltate? Tornerà qualche personaggio noto?
Moffat: Be', tutto dipende dalla storia. Se abbiamo una buona idea volentieri, vedi River Song che riportiamo in tv con lo speciale natalizio. Ma dipende da cosa c'è dietro, non dev'essere un semplice capriccio.
Mathieson: Ad esempio mi piacerebbe riutilizzare i Dalek, ma oramai sono stati visti sotto ogni angolazione, e finché non mi viene uno spunto davvero buono non li inserisco "a forza".
Qual è il vostro episodio preferito scritto da qualcun altro?
Moffat: Direi Flatline o Mummy on The Orient Express.
Mathieson: Grazie Steven, li ho scritti io e lo sai benissimo (ride). Per quanto mi riguarda, sarà un cliché ma direi Blink. È costruito perfettamente, vorrei averlo scritto io quell'episodio!

Date una motivazione a chi non ha mai visto Doctor Who per cominciare a farlo.
Mathieson: Semplice: è una serie che non ha limiti. Può essere ambientata in ogni luogo ed epoca ed essere sempre diversa. Con un protagonista che cambia ma rimane sempre lo stesso. E l'astronave più bella di sempre! Potete cominciare a vedere la serie con Blink, come fanno molti. Il Dottore tutto sommato si vede poco in quella puntata, ma ne coglie perfettamente lo spirito!
Moffat: Esatto. C'è un elemento molto semplice: ti basta sapere che il protagonista può muoversi a piacimento nello spazio-tempo. E che ogni puntata può appartenere a un genere diverso dalla precedente e dalla successiva. C'è tutto il meglio della tv in una serie sola! (ride)
Ambienterete una puntata del Dottore in Italia, in futuro?
Moffat: Nel '76 il Dottore è stato in Italia, ma io non c'entro, avevo 14 anni allora! (ride) Lo faremmo molto volentieri, ma c'è bisogno di una buona idea e di ottime condizioni a livello produttivo.
E chi o cosa ci sarà dopo Capaldi? Un Dottore donna, magari?
Moffat: Capaldi resterà per sempre! (ride) Per quanto riguarda la versione al femminile del personaggio, potete andare a vedervi su YouTube l'ultimo lustro di interviste che mi sono state fatte in cui questa domanda c'è sempre! (ride) Potrebbe accadere, ma non necessariamente. Anche qui è questione di opportunità e del giusto interprete.

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