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Intervista esclusiva all’on. salatto: “il viaggio degli eurodeputati a teheran e’ un regalo al governo iraniano”

Creato il 13 dicembre 2013 da Nopasdaran @No_Pasdaran

potito salatto

No Pasdaran ha l’onore di intervistare l’europarlamentare del PPE Potito Salatto, gia’ vicepresidente della Regione Lazio, eletto al Parlamento Europeo nel giugno del 2009. L’Onorevole Salatto è Vice Presidente Vicario della Delegazione per i Rapporti con l’Iran e, in questa veste, si è contraddistinto per la costruzione di un rapporto politico con il Governo iraniano, basato sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali del popolo iraniano. In questa veste, perciò, l’Onorevole Salatto si è fermamente opposto al viaggio in Iran che alcuni europarlamentari della delegazione europea hanno organizzato, senza precondizioni, per il prossimo 13 dicembre. Abbiamo colto l’occasione di questo triste avvenimento, per chiedere all’Onorevole Salatto i motivi di questa sua opposizione e per approfondire brevemente il tema Iran in seguito all’elezione di Rohani e dell’accordo di Ginevra.

Ecco cosa l’Onorevole ci ha detto in esclusiva.

NP- Onorevole Salatto ci puo’ spiegare le ragioni della sua opposizione al viaggio dei Parlamentari europei in Iran, previsto per il 13 dicembre prossimo?

PS -  La mancanza di un programma condiviso con le autorità Iraniane prima che la Delegazione Europea si recasse a Teheran ha ingenerato il sospetto che tutto potesse esaurirsi in un regalo gratuito al Governo Iraniano. Noi del PPE, siamo convinti, infatti, che questa visita sarà strumentalizzata da mass media locali per dimostrare che l’Europa ha interrotto quell ‘isolamento internazionale nel quale vive l’Iran. Per questo il PPE, unanimemente, ha rifiutato di partecipare

NPSecondo Lei, il viaggio dei Parlamentari europei in un Paese che, solo nel 2013, ha impiccato più di 500 persone e che continua a perseguitare prigionieri politici, omosessuali e minoranze, non rappresenta una palese violanzione della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, approvata a Strasburgo nel 2007?

PS - Abbiamo richiesto senza alcuna risposta, la possibilità di incontrare vere opposizioni, di visitare le carceri, di incontrare i titolari del Premio Sakharov i giovani universitari, le ONG che operano sul territorio, per dimostrare che l’Europa é portatrice di valori assoluti in materia di diritti umani, civili e politici. Il regime Iraniano invece continua a dimostrare assoluta insensibilità verso questi valori. Vedremo al rientro della Delegazione, peraltro ridotta e delegittimata  dall’assenza della rappresentanza PPE, primo partito nel Parlamento Europeo, quali saranno i risultati ottenuti.

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NP- Cosa pensa dell’accordo di Ginevra sul nucleare? Non ritiene pericoloso il fatto che nessuna centrale nucleare iraniana verrà smantellata e che, in poche parole, il mondo ha riconosciuto il diritto di arricchimento dell’uranio da parte del regime iraniano ottenendo, praticamente, poco o nulla in cambio?

PS - Per quanto riguarda le vicende del nucleare preferisco attendere gli effettivi risultati dell’accordo di Ginevra, verso il quale nutro sospetti di ingenuità da parte degli Occidentali. Vedremo in seguito e ci esprimeremo adeguatamente.

NP- L’accordo di Ginevra prevede un ammorbidimento di alcune sanzioni in settori quali petrolchimico, aviazione e automobilistico. Sebbene si sia calcolato che Teheran incasserà circa 7 miliardi di dollari da questa riduzione delle sanzioni, non le sembra che l’effetto piscologico di questa apertura rischia di portare nelle casse iraniane molti più introiti? Il settore automobilistico, in particolare, non rischia di favorire Teheran nell’importazione di componenti dual use?

PS -  Purtroppo in questi casi, gli interessi economici reciproci spesso sono prevalenti. Da parte Europea sarebbe inaccettabile immaginare una collaborazione stringente con un Paese che non conosce le piu’  elementari condizioni di democrazia.

Ringraziamo sinceramente l’Onorevole Potito Salatto per averci concesso questa preziosa intervista e per le coraggiose posizioni da lui costantemente affermate in merito all’Iran e agli abusi dei diritti umani che il regime quotidianamente commette.



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