Intervista Gastronomica a “Kappa”

Da Anginapectoris @anginapectoris

Franco Cappelletti in arte "Kappa"

Alto, biondo, cogli occhi azzurri. ah no, scusate, avevo letto fakebook. più marxista di groucho marx, più calvinista di italo calvino, più campanilista di achille campanile.

Questo è scritto nelle info del suo profilo su Facebook, e già la dice tutta, sul personaggio che mi accingo ad intervistare
Conosco Franco da più di dieci anni quando insieme scrivevamo su it. hobby.umorismo.
Ma lui è diventato ormai uno scrittore satirico più famoso di me visto che
Franco Cappelletti in arte Kappa (Ivrea, 1966), è rubricista della popolare rivista satirica Il Vernacoliere
Così si presenta sul suo Blog
franco cappelletti
agronomo cassiere di cinema collaboro col Vernacoliere (le kappate), ho collaborato coi siti satirici Giuda, Mamma ed Eco del Padule. Ho collaborato con diversi vignettisti, tra cui Dimpo e Oqqu. Collaboro tuttora con la vignettista Alelaz.

Con Franco ci siamo ritrovati spesso ad i vari raduni di IHU a condividere i fornelli, purtroppo solo quelli.
Ecco un profilo gastronomico del nostro simpaticissimo ed ironico amico, il quale si è prestato ben volentieri al mio terzo grado gastronomico.

Angie:  – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Kappa : – Molto, anzi, io scelgo le mie attività in funzione di quanto e come sia necessario mangiare per poterle svolgere. Per questo non farei mai il cuoco: cucinare per gli altri anzichè per me? Ma scherziamo??? Ora faccio pausa che ho fame.
Angie:  – Hai mai pensato, quando scrivi, di ispirarti alla cucina ed alla gastronomia?
Kappa: – Sì, molto spesso. Soprattutto quando scrivo utilizzando il concentrato di pomodoro o la pasta d’acciughe al posto dell’inchiostro (di seppia, no, non il prete):

Angie: – Ma cosa significa per te  mangiar bene
Kappa: – Mangiare biologico penso sia un bel mangiare. Ma quando mi abbuffo non sto lì tanto a pensare, ciò che non ammazza ingrassa, o al limite ferisce.
Angie: – Le tue esperienze lavorative?
Kappa: – Agente di commercio, anche se non mi ricordo più cosa voglia dire. Agronomo, anche se cosa voglia dire non l’ho mai saputo. Scrittore satirico, ma questo è un segreto tra te e me.
Angie:  – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove?

Gelato al cioccolato...dolce un po' salato...


Kappa: – Sì, un self-service perchè non c’è attesa e i tavoli sono ampi che ci puoi aprire il giornale anche non tabloid.  A Sandiglliano (Bi).

Angie: – Sei mai stato a dieta?
Kappa: – Io sono sempre a dieta! Ipercalorica, d’accordo, ma sempre dieta è!

Angie:  – Meglio carne o pesce?
Kappa: – Bene entrambe, l’importante non le rane che non sono nè carne nè pesce.
Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?
Kappa: – Gelato al cioccolato (chi ha orecchie, ma soprattutto tette, intenda).

Angie:  – Vino?
Kappa: – Io amo il Timorasso (vino bianco dei colli tortonesi), quindi non quello. Nebbiolo, ha un nome che ricorda il mio stato quando ne bevo parecchio.

Angie: – Il tuo punto debole
Kappa: – Sono ipocondriaco, mi ammalo di tutto, compresa l’ipocondria.

Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Kappa: – Nel mio frigo non manca mai la muffa. Nella dispensa le farfalle della farina. Come pasta prendo sempre le farfalle, apposta per non aver problemi.

Angie: – Qual è il piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Kappa: – Il piatto tondo. No, scherzo (forse). Pollo arrosto con patate.

Angie:  – E quello che ti piace mangiare?
Kappa: – Lasagne alla ligure (forse). Anzi no porcini fritti e frittata di gallinacci!

Angie: – Come ti definiresti a tavola?
Kappa: – Lento, lento, lento. A tavola non invecchio, muoio direttamente senza passare dal via.

Angie: – Di cosa sei più goloso? e cosa proprio non ti piace?

Funghi


Kappa: – Pur preferendo il salato al dolce, ho una venerazione per la panna, e il mio colesterolo lo sa bene. Detesto la cipolla (su youtube c’è un video in cui ne morsico una per promessa elettorale per la vittoria di Pisapia a Milano).


Angie
: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Kappa: – Funghiiiiiii!!!

Angie:  – Non puoi vivere senza…
Kappa: – ……….no, scherzo ci vivo sempre. No, però delle patate in cucina non posso farne a meno.

Angie:  – Che cosa secondo te conta nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare
Kappa: – No, dimmelo tu, porca zozza!

Angie:  – Una tua ricetta per i miei lettori
Kappa: – Risotto al timo serpillo (va benino anche coltivato). Semplicissimo, basta basta cuocere il riso col timo e viene molto saporito, usare vino bianco (ma copre un po’ il sapore), oppure un brodo leggero vegetale.

Angie:  – L’ultimo libro che hai letto?
Kappa: – Moby Dick. Moderno, eh? No, è che lì c’è parecchia trippa per gatti.

Angie: – Il pezzo musicale che ti mette in moto i succhi gastrici
Kappa: – Qualunque di Shakira…ah no, non sono gastrici…Alan’s psychedelic breakfast dei Pink Floyd.

Angie:  – Hobby?
Kappa: – Vale la masturbazione?

Angie: – Qual è il tuo sogno più  grande?
Kappa: – Diventare un Ciclope. No, essere un cabarettista satirico che campa di quello.

Angie:  – Cosa ti dicono più spesso?
Kappa: – Che panza che hai! Ma sempre meglio di quando mi dicevano “dovresti andare alla Corrida!”

Franco Cappelletti, versione bel tenebroso

Angie:  – Ti fidanzeresti con una cuoca?
Kappa: – MLD?

Angie: – Un piatto della tua infanzia
Kappa: – Quello con sopra gatto silvestro. No, i fiori di zucca in pastella.

Angie:  – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Kappa: – Assolutamente sì: la mia cucina è al nord, la camera da letto a sud. Soggiorno ladrone!
Angie: –  Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia?
Kappa: – Pasta al pesto: viene bene ovunque!
Angie:  – Dopo la cucina italia, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci? Se si’, quale?
Kappa – Quella greca, perchè somiglia a quella italiana. Comunque mi piace più o meno tutta esclusa la nordica.

Angie:  – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?
Kappa: – Sono un bel polpettone, non in senso cinematografico. Crostoso, cicciuto, sapori molto articolati e non sempre percettibili.


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