• Il tuo tratto è forte e totalmente surreale, ma i tuoi mostri non spaventano: hanno sempre gli occhi buoni. Li hai messi all’entrata di un tunnel, sulla prua di un peschereccio e sulle saracinesche di negozi: hanno una funzione apotropaica? Sono i buoni che allontanano i cattivi?
Che non spaventino non ne sono sicura!Le reazioni ai miei esseri sono molteplici, questa di cui parli è una ma spesso ho incontrato persone che si spaventano o addirittura mi chiamano malata (pensa tu!) e questo mi ha sempre fatto ridere. Mi sono accorta dipingendo per strada che il giudizio che si ha sulle cose è strettamente relativo al proprio mondo che sembra una cosa ovvia ma non lo è.Dal mio punto di vista i miei esseri hanno personalità aggressive perché cercano di spaventare prima di essere attaccate, meccanismo questo tipico dei deboli.Come quelle mosche che si vestono da vespe o come alcuni cuccioli o come i granchi sugli scogli.È il grido della Natura in pericolo.Tra i vari tipi che ho disegnato ce ne sono alcuni anche apparentemente innocui o apparentemente solo fastidiosi, be’, io di quelli avrei paura!Ciò che ciascuno vede come il male si nasconde dietro vesti spesso opposte alle classiche bocche dentate e minacciose.Sì, possono avere una funzione apotropaica e allontanare i cattivi ma è pur vero che mi risulta difficile pensarlo anche perché non ho mai capito forse chi sono i buoni e i cattivi… È una questione sempre di punti di vista.
• Se dovessi mettere la maschera a qualcuno per proteggerlo e nasconderlo dalle brutture chi nasconderesti e come? Mah! Certamente chi amo ma di solito non amo nascondere né nascondermi dalle brutture perché queste esistono e bisogna prima o poi guardarle bene in faccia. Direi che non si può proteggere nessuno dalle brutture purtroppo! Questa sarebbe una buona regola da impartire ad alcune madri.• Sei stata scenografa per teatro e cinema, hai costruito giostre per bambini e poi hai iniziato a disegnare: sei partita dalle cose più difficili per arrivare a quelle più semplici. Un percorso diverso dal comune. A volte è più difficile affrontare ciò che ci riesce con più naturalezza?Non sono partita dalle cose più difficili, sono partita dalle cose più facili per me in quel momento. In quel periodo volevo viaggiare, inventare, muovere il mio corpo il più possibile non avrei sopportato, cosa che faccio ora, di meditare seduta con un pennellino in mano.Perciò ho viaggiato assieme al mio gruppo “La sindrome del topo” per costruire quello che ci veniva in mente inventando durante festival in giro per l’Europa, e poi ho lavoricchiato nel teatro come aiuto scenografa.Nel frattempo disegnavo, non ho mai smesso, ma la differenza con ora è che mi bastavano schizzi su “librini” con pochi colori per darmi il senso di soddisfazione.Ora invece che è diventato il mio lavoro ho bisogno di esprimere chi sono attraverso più piani quindi il mio segno ha acquistato particolari e colori al fine di comunicare meglio, spero, ciò che sono.
• Fai mille cose, quali i prossimi progetti che ti vedranno coinvolta?
Il progetto a cui tengo di più in questo periodo è Hic sunt leones.È la pittura del piano -1 dell'Acquario Romano-Casa dell’Architettura di Roma che si chiama -1 Art Gallery (curatore Giorgio de Finis) che stiamo ultimando con l’amico e bravissimo collega Nicola Alessandrini.Poi la mostra THIS IS ROME e infine mi mancano da dipingere alcuni muri che mi sono lasciata indietro per completare la -1, un lavoro molto grande che inaugura ora, l’8 novembre 2013, con grande nostra gioia.
Link di riferimento: www.giopistone.it
Rossana Calbi
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