Siamo Roberta e Sara, rispettivamente nate nel 1990 a Messina e nel 1989 a Jesi (Ancona). La nostra amicizia viaggia attraverso parecchi chilometri di distanza, ma questo non ci ha impedito di dedicarci alla stesura a quattro mani di quest’opera, nata e cresciuta attraverso un incessante scambio di email. Quando c’era la luna è il nostro romanzo d’esordio, frutto della comune passione per la scrittura e dell’affetto che ci ha legate man mano sempre di più ai molteplici protagonisti. La storia ha preso vita praticamente sotto i nostri occhi, quasi senza che noi facessimo granché: ci siamo ritrovate a seguire le vicissitudini dei personaggi, a viverne i pensieri e le paure, le emozioni e le contraddizioni, crescendo insieme a loro, giorno dopo giorno.
Da quanto tempo vi conoscete? Quando avete scoperto l’amore per la scrittura?
La nostra amicizia è nata nel 2008, dietro lo schermo di un computer, grazie alla passione in comune per un gruppo musicale che ci ha permesso di incontrarci per la prima e unica volta nel 2010. In quello stesso periodo abbiamo iniziato ad avvicinarci singolarmente alla scrittura, e abbiamo scoperto che anche questa era una passione che avevamo in comune.
Come è nata l’idea di questo romanzo e di una collaborazione?
Nella primavera del 2010 abbiamo incominciato ad abbozzare una storia, alternandoci nelle parti da scrivere. Inizialmente l’abbiamo vissuto come un semplice passatempo, un modo come un altro per condividere questa passione, dal momento che avevamo già constatato di avere uno stile molto simile. Senza saperlo, stava già nascendo la prima bozza dell’incipit di quello che oggi è il romanzo.Come avete gestito la stesura di Quando c’era la luna? Chi si è occupato di cosa? Quanto sono durati i “lavori”?
Anche se a distanza, abbiamo continuato ad accordarci su chi doveva scrivere cosa, discutendone prima tra di noi e decidendo chi delle due lo avrebbe trasferito su carta. Ci servivamo della posta elettronica per inviarci i rispettivi pezzi, di volta in volta visionati e approvati dall’altra. Tutto si è protratto per circa tre anni, tra pause e riprese, ma la vera “full immersion” è partita nel 2012 e da lì in poi non ci siamo più fermate!Qual è la difficoltà di un testo scritto a quattro mani? Liti? Divergenze sulla trama? Discordanze sull’editing?
Forse potrebbe sembrare strano o difficile da credere, ma almeno per quanto riguarda la nostra esperienza, la stesura del romanzo è filata liscia come l'olio. Non ci sono mai state divergenze di alcun tipo, soprattutto perché è stata più la storia a mostrarsi a noi, che noi a costruirla. I personaggi sapevano già cosa fare, noi ci limitavamo ad "osservarli", modellando di volta in volta la narrazione in base alle loro esigenze.Cosa c’è di voi nel romanzo? Qualche esperienza, qualche passione trasferita ai personaggi, qualche dubbio? Chi si sente più vicina a Chiara e chi più vicina a Virginia?
Entrambe crediamo che nella scrittura, anche inconsciamente, sia inevitabile trasferire qualcosa di sé, del proprio vissuto, o proiettare desideri reconditi. Perciò sì, anche noi abbiamo “canalizzato” e disseminato nella storia varie sensazioni provate in prima persona, nonché la passione per l’arte, per la musica e – da parte di Sara soprattutto – per la danza. Non neghiamo che nella primissima bozza del romanzo, come canoni e preferenze, Roberta si sia sentita più vicina a Chiara, mentre Sara a Virginia. Ma man mano che la storia si andava delineando, e abbiamo capito su cosa stavamo lavorando, ci siamo accorte che ognuno dei personaggi, ragazza o ragazzo che fosse, stava acquistando una propria individualità e indipendenza. Mentre raccontavamo, ci è addirittura capitato di non condividere alcune scelte e azioni intraprese dai protagonisti, ma il nostro potere era limitato a ciò che loro avevano già deciso di fare.Qual è il passo che più vi tocca del vostro romanzo? E perché?
Domanda da un milione di euro! Ce ne sarebbero tanti, poiché ci siamo affezionate ai nostri personaggi e abbiamo “vissuto” tutto insieme a loro; più che singoli passaggi, ci toccano i contesti e le tematiche affrontate, che sono diverse.Ma se dovessimo servirci di un unico esempio, che riassuma uno stato d’animo che a tutti – o quasi – sarà capitato di provare almeno una volta nella vita, eccolo: “Sorprendentemente, e contro ogni previsione, Chiara aveva fatto nascere in lui un sentimento che non aveva mai neanche lontanamente immaginato di essere capace di provare; ma anche adesso, seduta lì di fronte, lei riusciva a pensare soltanto ad Andrea, e a parlare esclusivamente di lui.” Un amore segreto e non corrisposto, costretto a fare i conti con un altro che sembra forte e invalicabile.
Al contempo, pensiamo che quest’altro estratto sia invece il “manifesto” di tutto il libro: « Io credo che bisogna trovare sempre il tempo e il modo di coltivare le proprie passioni e aspirazioni. Quelle che ti nutrono l’anima. Negarsele fa sentire incompleti... »
Cosa volete comunicare con Quando c’era la luna?
Il messaggio che volevamo far trasparire è principalmente quello di credere nei propri sogni, nonostante le difficoltà che si possono presentare e che spesso ci portano a desistere e a intraprendere strade diverse che generano ulteriore insoddisfazione. Ma anche quello di imparare ad avere un occhio attento sul presente e ascoltarsi, ricercare un proprio equilibrio e non smettere mai di migliorarsi.Cosa vi ha spinto verso il self-publishing? Avete avuto esperienze con case editrici?
Nel momento in cui abbiamo preso la decisione di intraprendere seriamente la strada della pubblicazione, abbiamo incominciato a documentarci e a valutare le varie opzioni possibili. Non conoscevamo il mondo del self-publishing, ma facendo alcune ricerche siamo arrivate alla conclusione che fosse un buon compromesso tra una pubblicazione con una casa editrice che non snaturasse il nostro lavoro, e i lunghi tempi d'attesa previsti dall'editoria tradizionale. Abbiamo svolto autonomamente ogni fase della creazione, editing compreso, e siamo coscienti del fatto che il risultato potrebbe non essere perfetto, anche se ce l'abbiamo messa tutta. Ma riteniamo che la strada dell'autopubblicazione sia un buon trampolino di lancio, o comunque una buona prova generale per imparare pian piano a muoverci in questo mondo tanto affascinante quanto ostico, delle volte. In sostanza, ci siamo volute mettere in gioco, noi e la nostra storia.Cosa consigliereste ai neo-scrittori che desiderano pubblicare?
A coloro che amano scrivere e che hanno deciso di buttarsi e pubblicare, vorremmo innanzitutto dire: scrivete in primis per voi stessi! Fatelo spinti da un'esigenza interiore, che non è e non sarà mai quantificabile in denaro o nelle copie vendute. Abbiate fiducia nel vostro lavoro, e soprattutto fate tesoro delle emozioni che vi ha suscitato realizzarlo. Ve le porterete sempre dietro, come il personalissimo valore che si dà al proprio libro e che prescinde dai pareri altrui. Dunque ben venga crederci, ben venga divulgare ciò a cui avete tanto lavorato, perché non sarebbe giusto lasciare che marcisca in un cassetto o in una cartella del pc; ma il primo pensiero per voi deve sicuramente essere questo. Non lasciatevi abbattere. In bocca al lupo!Ultima domanda, quali sono i vostri progetti futuri? Avete in mente un altro testo di coppia o vi separerete?
In questo periodo siamo completamente immerse nella promozione di questo nostro primo lavoro, dunque viviamo ogni piccolo successo giorno per giorno e cerchiamo continuamente di reinventarci, proprio perché crediamo fortemente in ciò che significa per noi questa storia. Non ci dispiacerebbe scrivere di nuovo insieme, ma sarebbe indispensabile avere un'altra idea da condividere. Perciò, semmai arriverà, noi non ci tireremo indietro. Così come non è escluso che ognuna delle due decida di provare a cimentarsi per conto proprio... insomma, chi vivrà, vedrà!Ringrazio le autrici per la loro disponibilità e la loro cortesia, non trovate siano un gran duetto?
Ringraziamo il blog e te, Ornella, per lo spazio e l'opportunità che ci hai concesso!
Per me è stato un piacere, mi auguro di potervi ospitare nuovamente.
In bocca al lupo a Roberta e Sara e che crepi il lupastro!