Il 23 settembre di fronte all’ambasciata cilena si è onorato Pablo Neruda. Matilde Spadaro, abituata da anni a combattere per la salvaguardia del verde in una città come Roma che divora le periferie e trascura un centro storico ricco di meraviglie, ha distribuito rose e poesie.A quarant’anni dalla morte del Premio Nobel per la Letteratura: la resistenza civile di Pablo Neruda viene onorata da un omaggio semplice che ha l’unico scopo di regalare bellezza. Nessuna retorica, solo una poesia e un fiore rosso per sottolineare la sua capacità di “essere felici perché sì, perché respiro e perché respiri”*.Un gesto simbolico, quello di Matilde Spadaro: un omaggio carico di speranza.
- Esperta in slavistica, battagliera per l’ambiente hai voluto omaggiare il poeta cileno per commemorarne, in occasione della data della sua scomparsa, la vita e la poesia.Rispetto alle tue lotte e alle tue passioni cosa rappresenta Neruda?Sicuramente un punto di riferimento sia per le battaglie che ha combattuto durante la sua vita, sia per la grande dedizione alla causa del Cile libero. Neruda rappresenta il rispetto e la facoltà di cantare la natura in tutte le sue forme, è un immenso difensore della vita in senso generale, non soltanto della vita dell’uomo ma di quel fluire lento e inesorabile a cui sono legati gli elementi naturali che circondano e determinano la vita, anche l’essere umano risponde a questo modello infinito ed eterno e ne segue i dettami con l’amore più carnale ed erotico che si sia cantato.
- Assieme alle rose, l’omaggio presso l’ambasciata cilena il comitato di cui sei la portavoce ha regalato L’ode al giorno felice, Il Mare e Non t’amo come fossi rosa di sale, Il tuo sorriso. Qual è stato il criterio nella scelta delle poesie?Sono poesie appartenenti a diversi ambiti di riflessione del poeta e anche a diversi momenti della sua produzione poetica. Anzitutto il motivo della natura che si svela in tutta la sua potenza e nella sua reale bellezza senza tempo ne Il mare, poi ho voluto porre attenzione all’ambito metafisico, esplorato dal poeta peraltro in tutto il ciclo delle Odi, con L’ode al giorno felice. Infine, mi premeva sottolineare i motivi amorosi così presenti nella parte finale della vita di Pablo Neruda grazie all’incontro con la sua musa ispiratrice: Matilde Urrutia.
- Il comitato del verde urbano compie una serie di battaglie nel panorama romano per la protezione del verde cittadino come nasce nei suoi progetti il connubio con la poesia?Dall’esigenza di voler sottolineare come i due aspetti non sono scissi ma sono parti di una stessa identica concezione della vita. La poesia che anima l’essere umano e la natura che ne garantisce la vita. In fondo lo stesso Neruda ha cantato tutte le pulsioni umane dal punto di vista della naturalezza, della capacità di sentire il flusso interno della vita che procede senza soste, senza che l’intervento umano abbia una qualche minima possibilità di incidere realmente sullo svolgersi degli avvenimenti. La grande lezione che Neruda ha lasciato ai suoi posteri è il rispetto della vita naturale in tutte le sue identità e forme che esiste e si prolunga nonostante l’uomo non riesca a dominarla ma solo a esserne una minuscola parte.
- Il comitato verde urbano ha altre idee da presentare ai cittadini che legano la sensibilità artistica a quella della vita in una metropoli come Roma?Sì, vorremmo realizzare una mostra pittorica dedicata al grande poeta Pablo Neruda riuscendo anche a veicolare il nostro messaggio: quello del rispetto della vita naturale, coniugandolo magari con la produzione di street artists: fare in modo che le poesie meravigliose scritte da Neruda campeggino sui muri della città rendendo così Roma un immenso omaggio a cielo aperto all’autore di versi tanto memorabili.
* da Ode al giorno felice.
Rossana Calbi
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