“Con i mezzi che ci sono oggi a disposizione, il videogiornalismo è a portata di tutti”. Questo e altro nell’intervista su InfoOggi, a Dina Lauricella, la videogiornalista nota anche per Annozero e Servizio Pubblico.
Sei una videogiornalista freelance. Come lo si diventa?
Io ho avuto la fortuna, proprio grazie a radio Capital, di seguire un corso di videogiornalismo. Imparare a riprendere e a montare, con i mezzi che ci sono oggi a disposizione, è a portata di tutti. Oggi basta addirittura un palmare e un qualsiasi software di editing per produrre. Il problema è trovarsi nel posto giusto nel momento giusto e poter correre a offrire il tuo pezzo prima e meglio di tutti gli altri. Ho imparato moltissimo da video marker ma il mercato non è florido e anche quando il prodotto è di buona qualità tecnica, fai fatica a viverci.
Cos’è per te il giornalismo televisivo?
Per me è il modo più divertente e interessante di esercitare questa professione. Più in generale credo sia la forma di comunicazione più incisiva sull’opinione pubblica, sebbene i giornali siano genericamente più autorevoli.
Questo è il tuo sesto anno nella squadra di Santoro. Perché hai deciso di continuare a farne parte?
Condivido un progetto, che va oltre Annozero o Servizio Pubblico. Credo in un’informazione libera e indipendente, e credo nella resurrezione della Rai come fabbrica culturale. Poter fare questa professione con chi si è intestato questa battaglia, è un grande privilegio.
Leggi tutto su InfoOggi, Il giornalismo che cambia, di Giulia Farneti e Alessandro Bertolucci.