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Intervista sulla critica cinematografica nel web

Da Robydick
Intervista sulla critica cinematografica nel webL'amica virtuale (non la conosco di persona) Maria Cristina Russo è laureanda in Produzione Multimediale - arte teatro cinema - all'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale".
Oggetto della sua tesi la "Critica cinematografica online". Ha chiesto, molto cortesemente, a me e ad altri blogger/siti che si occupano della materia di rispondere ad un suo questionario. L'ho fatto con molto piacere, e siccome è stata un'occasione per parlare di Cinema e di come la vedo personalmente ho pensato di trasformare l'intervista in un articolo del blog.
Le domande sono di Maria Cristina, così come le ha esposte e schematizzate. Le risposte mie, ovviamente in stile bloggeristico, quindi un po' confusionario, ma la brava studentessa saprà cavarne quel che le occorre. Scritto tutto molto di getto, un po' come se fosse stata un'intervista a voce. Con più tempo e riflessione forse avrei detto altre cose, ma con meno spontaneità.


I. Competenze
1. Hai studiato o studi cinema? Per quanto tempo e dove? (Specificare: corsi, università, master ecc.)
No, ho alle spalle solo studi tecnici informatici. Un quarto di laurea in Scienze Politiche, poi tanti “studi” da autodidatta di letteratura, filosofia, storia... ho messo le virgolette perché li chiamo studi in modo improprio, ma si tratta semplicemente di aver divorato molti libri, segnandoli, sottolineando, prendendo anche qualche appunto. Prima di appassionarmi al cinema, che ora consuma quasi tutto il mio tempo libero, era quello che facevo finite le incombenze lavorative e familiari.
2. Hai mai letto testi di storia del cinema/testi accademici/saggi sull’argomento? (Specificare titolo e autore)
No anche qua, ma sto ponendo rimedio. A breve inizierò delle letture. Autori che mi interessano in particolare sono Enrico Ghezzi, vero benefattore per noi cinefili italiani, e Marco Giusti, altro fenomeno di sapienza filmica al quale dobbiamo molto. Leggerò anche altro, il problema per un non-professionista è solo trovare il tempo di farlo.
3. Ritieni di avere una formazione specifica nel campo? Attraverso quali strumenti credi di averla acquisita principalmente?
Libri, ma non specifica. Di grandi autori e di ogni genere. La cosiddetta cultura generale è il fondamento primo per analizzare un film. La settima arte condensa le altre e quando riesce bene le rende popolari, consumabili facilmente. La letteratura è il pilasto essenziale a mio parere, la musica un grande contributo emotivo ma anzitutto occorre la trama, la storia, il “cosa raccontare”.
4. Ci sono film la cui visione reputi indispensabile per acquisire una buona formazione nel campo? (Specificare quali).
Ahia! Mi metti in difficoltà. Sono tantissimi i film indispensabili. Il 20 febbraio 2011 festeggio la recensione numero 1000 e ho, ad oggi, messo nel mio personale Olimpo, cioè tra i film che ritengo di visione obbligatoria, ben 235 opere. Come sceglierne qualcuno? E' un'arte con un'immensa produzione, anche a citare solo autori non ci riuscirei. Mi scuso.
5. Per un’adeguata formazione cinematografica, ritieni che sia più importante aver letto testi specifici o aver visto un numero sufficiente di film? (Specificare eventualmente titoli di testi/film).
La preparazione sul cinema, sia essa tecnica o umanistica, è sempre utile. Per come recensisco io i film forse non così fondamentale, ma come detto voglio porre rimedio.
Aver visto molti film è indispensabile! Bisogna anche averlo fatto con l'intento di scriverci e rifletterci a riguardo, invero con un'attenzione superiore a quella di un normale spettatore. Non mi sembrano mai abbastanza quelli che ho visto.
6. Leggi recensioni su quotidiani/internet/riviste? (Specificare dove). Quali sono i critici affermati che segui di più e perché?
Non con particolare costanza sulla carta stampata, seguo più volentieri i blog. In passato era un riferimento per me il Morandini, poi è cessata questa lettura, non più necessaria e, lo dico col senno di poi, talvolta fuorviante. Le recensioni su giornali e dizionari (utili come gli stradari) sono noiose e prive di passione. Ci saranno anche eccezioni alla regola, non ne conosco di particolarmente interessanti. Ottimo l'inserto Alias del Manifesto che esce al Sabato, ottima anche la rivista Nocturno, per il resto noia mortale, senza però con questo accomunare anche cose che non conosco e sono abbastanza ottimista da pensare che altro di buono da leggere c'è.
7. Hai trasformato (o hai pensato di farlo) la tua passione in un mestiere? Se sì, come ci sei riuscito? Se no, perché?
No. Il mio blog è nato per caso e per ora sono felice così, poi del futuro non si può dire nulla. Non mi stimo recensore “professionabile”, in tutta onestà. Il mio è un diario di visioni e come tale mi piace. Voglio continuare a scrivere con quella modalità, non ho altre ambizioni.
Passione da condividere, divertendosi, con gli amici che vengono a trovarmi nel blog. Non ci possono essere soldi in mezzo a questo. Mai e poi mai metterò pubblicità nel blog e difficilmente seguo quelli che lo fanno, pensa! Finché scriverò senza alcun committente pagatore privato, senza alcun interesse economico, potrò garantire obiettività e sincerità, dopo sarebbe molto difficile.
Potermi guadagnare da vivere guardando film e scrivendone sarebbe un sogno, sarei ipocrita se dicessi il contrario, però è troppo importante per me restare Robydick così come sono, non venderei mai la mia firma per qualcosa che non ho scritto esattamente come vorrei.
8. In che misura pensi che conti saper scrivere per occuparsi di critica cinematografica?
Conta al 99%!, perché poi nel “saper scrivere” ci metto l'essere capaci di cogliere dall'opera i messaggi, i significati, palesi e desumibili. L'estetica, se di questo si può parlare, del linguaggio viene da sé. A questa domanda poi rispondo anche nelle successive.
9. Quali sono le più vistose differenze tra la critica analogica e quella digitale?
Il linguaggio su tutto, semplice e diretto, e qua torniamo alla domanda precedente. Poi certo, con internet c'è anche la fruibilità, a costo zero, di un'infinità ormai di pareri su questo o quel film, autore, genere. La maggior parte di noi blogger, e sono quelli che seguo, opera in totale autonomia da interessi economici di alcun genere, e si legge di tutto! Non c'è il timore di stroncare un film o di esaltarne un altro anche in contrapposizione alla critica accademica o all'opinione pubblica preponderante. Non ce ne importa nulla almeno per me è così, non rendiamo conto a nessuno. Certo, bisogna sapersi muovere in questa anarchia opinionista. Capita che qualcuno faccia il sensazionalista, e qua solo l'esperienza insegna a distinguerli, non c'è una regola per aiutare a riconoscere questo, ma è una caratteristica degli ambienti liberi.
10. Pensi che sia utile un’interazione tra i critici della vecchia guardia e le nuove generazioni cinefile del web? Come può avvenire?
Che bella questa domanda! Molto utile, se si riuscisse a creare un dialogo vero. Ho la sensazione che noi blogger siamo visti come dilettanti alla sbaraglio e tutti i torti nemmeno li hanno, però visto che molti ci leggono e con piacere, e che in qualche modo diamo un contributo alla diffusione della passione per il cinema, magari un po' di attenzione potrebbero dedicarcela.
Sarebbe bellissimo fare una specie di raduno, una grande convention dove riunirsi e discutere di Cinema, magari di quello italiano in particolare che salvo qualcosa vive una tristezza complessiva disarmante; se rapportato a quello che abbiamo fatto, in particolare nel trentennio che va dagli anni 50 ai primi 80, coi magici anni 70, si rischia lo sconforto. Come critici, professionisti e non, possiamo fare molto! L'indifferenza verso certo schifo, ad esempio, è un atteggiamento costruttivo perché non c'è un blogger sano di mente che considera i cinepanettoni roba da catalogare nel cinema. Così come bisognerebbe prestare attenzione a tutta una produzione minore che non trova spazio nella distribuzione e che, come critici e quindi diffusori d'informazione cinematografica, abbiamo il dovere di valorizzare.
Ripeto, sarebbe utile e molto. Ma con uno scopo. Se dobbiamo solo far quattro chiacchiere a vanvera che ci vediamo a fare?
11. Cosa pensi della critica online? Come valuti il livello di competenze storiche/tecniche/di scrittura di chi fa critica su internet? Quali sono i tuoi siti di riferimento?
Frequento come molti MyMovies e Trovacinema (Repubblica, ex Kataweb). Il primo ha diversi autori ed ospita anche interventi di altri. Il secondo contiene spesso brevi recensioni del Morandini. Come detto prima, e non per sminuirli, li utilizzo soprattutto come dizionari.
Importantissimo per me ultimamente è wikipedia. Quando c'è la pagina di un film un minimo ben fatta (non sempre) trovo aneddoti, i nomi di autori, altri link utili. Wiki poi ha il grande pregio di essere quasi privo di opinioni, un dizionario “puro”, e pure il grande difetto, per chi il film non l'ha visto, di parlare sempre del finale, di fare “spoiler” come si dice in gergo, ma basta stare attenti e li si evita.
Le competenze sono sempre alte, a prescindere che io condivida o meno quanto scrivono che è discorso differente. Può sembrare strano ma nel cinema preferisco le opinioni di parte. Per fare un esempio, per valutare bene uno spaghetti-western ottimo trovare il sito dedicato, e c'è! Altro esempio: amo molto un regista giapponese, Takashi Miike, e c'è un sito italiano dedicato a lui. Altri siti su poliziotteschi, horror, …, ce n'è per tutti i gusti. Nei siti degli amatori non cerchi obiettività, ma trovi sempre passione e grandi chicche che valorizzano le opere.
12. Hai mai partecipato a rassegne, festival, incontri, trasmissioni tv ecc. in qualità di critico/blogger/giornalista web? Se sì, quali? Quali critici/testate/registi ecc. erano presenti o quali erano gli argomenti sui quali sei intervenuto? Pensi di aver ricevuto un trattamento e una considerazione adeguati?
Qua me la cavo con poco: mai partecipato a nulla nella qualità che dici. Spero un giorno di trovare il tempo di farlo almeno da spettatore molto più di ora, ma qua devo aspettare che crescano i figli che ora mi tengono incollato alle mura di casa. Intanto mi accontento di rassegne di nicchia, anche in scantinati, che offre Milano.
II. Metodologie
1. Quando scrivi una recensione utilizzi un metodo? Hai delle routines? Uno schema? Se sì, qual è?
Ho un format estetico e di archiviazione. Locandina a sx in alto, con anno e nome del regista, poi tutto il testo che ritengo di dover esporre, e su questo non ho proprio alcuna regola tranne, quando possibile, inserire qualche battuta spiritosa in piena sintonia con la mia visione della vita e del cinema: se non si ride è un guaio! Quasi sempre condisco la recensione con le mie personali riflessioni, che sono una proposta interpretativa e soprattutto un invito. L'invito è quello di guardare il film e rifletterci poi personalmente, tutto qua. In calce poi, da un po' di tempo, metto alcuni frame (fermo-immagine) del film, con dei commenti, sempre nello spirito di promuovere la visione al lettore ed aiutare me a ricordare meglio quanto visto.
Per agevolare le ricerche uso i tag (etichette) che poi generano dei link che permettono di ricercare facilmente film attinenti: Genere, Anno, Regista, Categoria.
2. In base a cosa scegli i film da recensire?
La regola d'oro numero 1 è: guardare Solo Film Belli! La vita è breve, il tempo libero è poco e sprecarne con le porcherie è un delitto. E' per questo che quando mi capita di vedere un film che non m'è piaciuto, che ho visto perché osannato da altri, scrivo recensioni feroci: sono incattivito dall'aver perso tempo. Chi mi conosce sa che sono maniacale nella gestione del Tempo Libero, il bene più prezioso nella vita di una persona.
Ho amici, nel blog e nella vita privata, con competenze straordinarie. Ad ogni film che vedo ricevo consigli per altri 10, che poi valuto, cerco in giro informazioni. Sono totalmente privo di preconcetti (cinepanettoni a parte, ma non parliamo di cinema in quel caso). Procedo per Catena Virtuosa quindi, catena che agli inizi gestivo quasi da solo e ora col passare del tempo e grazie soprattutto al blog è sempre più ricca, meno lineare e ramificata. Mi è impossibile oggi riuscire a soddisfare tutta la voglia di film che ho e che gli amici mi trasmettono. Facevo così anche coi libri: quello che leggevo conteneva già il consiglio per leggere il successivo, o perché lo citava in modo esplicito, o perché l'autore mi stimolava a leggerne altri di suoi, o perché scoprivo un argomento e poi cercavo un testo che ne parlasse. Curiosità sempre attiva. Ho solo il timore di non ricordarmi degli “stimoli” che ricevo, ecco perché ho sempre in tasca qualche foglio da pasticciare con appunti e una penna.
3. Sei appassionato di un genere/categoria particolare? Scrivi prevalentemente di quello? Come sei diventato “esperto” di quel campo?
La regola d'oro numero 2 l'ho riservata a questa domanda: Variare, in continuazione.
Ho ammirazione infinita per gli esperti di genere, ai quali mi rivolgo spesso per attingere informazioni come detto, ma non sono portato, mi annoio facilmente. Alterno i film e spazio su tutte le direzioni di spazio e tempo. Come ho scritto nel sottotitolo del blog: "Un film al giorno, di ogni genere e nazione, dagli inizi della settima arte ad oggi.". Non potrei descrivere meglio il blog.
Faccio e comunico delle rassegne, adesso ho in corso quelle di: Antonioni, Fulci, Poliziottesco, Zombie. Altra iniziativa è quella dei film "Incolti", meraviglie poco valorizzate da critica e/o dal pubblico, che curo insieme ad un anonimo quanto preparatissimo ospite del blog: Napoleone Wilson è il suo nickname. Non ci penso però nemmeno lontanamente a guardarmeli in serie i film delle rassegne! Lo faccio per me, per chi visita il blog ma anche per le opere stesse, che non sarebbe possibile poi valorizzarle come meritano, impossibile stupirsi ogni volta di quello che vedi. Sono un esperto di variabilità e di ampiezza di visioni, forse potrei dire questo anche se è un pessimo italiano. Nel blog faccio delle virate che spiazzano: oggi ad esempio, mentre scrivo è uscita le recensione de “I vinti” di Antonioni, film elegante e raffinato come tutti quelli del grande regista, e domani uscirà quella di un horror pluri-premiato talmente spaventoso che ho sentito il dovere di mettere, per la prima volta, delle avvertenze in testa. 
Il Cinema è Arte ad ampio spettro, come tutte le forme d'arte, e io cerco di aprire il mio personale spettro a sufficienza da accoglierlo tutto. E' un po' retorico dirlo, ma penso con convinzione che, così utilizzato, il Cinema è un mezzo straordinario per aprire la propria mente, superare pregiudizi, assurde convinzioni. Può richiedere un piccolo sforzo personale, pensa che fino a 2 anni fa non riuscivo nemmeno a vederli gli horror ed ora mi piacciono tantissimo. E' sbagliato pensare che il Cinema è solo svago, perché così si cercano solo i film che rispecchiano a priori i nostri gusti. Si va a cercare conferme a quello che si pensa e non si cresce, non si crea alcun valore aggiunto! E' un peccato non approfittarne di un prodotto artistico così facile ed alla portata di tutti.
4. Che valore pensi che abbia oggi, su internet, il concetto di censura? (In riferimento alla critica cinematografica e alla tua esperienza di cineblogger).
Ha valore solo politico. La classe che governa sente l'irrefrenabile bisogno di esporre le proprie idee etiche e morali. Sanno anche che quelle idee procurano voti, in Italia e non solo, e mi astengo da giudizi al vetriolo che sarebbe fuori luogo in questo contesto. Dal punto di vista sostanziale la censura è efficace solo laddove internet non è disponibile e quindi le persone ne subiscono le decisioni senza alternative. Altrove cosa può fare? Anche un bambino può facilmente guardarsi un film porno, basta che ha un computer ed una adsl. Quei messaggi di avvertimento all'ingresso di certi siti sono ridicoli, ché se uno c'è andato cosa fa poi, risponde: “no, non sono maggiorenne”? Il discorso vale per tutto ovviamente, non solo per il porno che rimane tra i generi più consumati dagli internauti. 
C'è anche una “censura” che agisce a causa delle "leggi" del commercio cinematografico, in modo meno visibile ma altrettanto sostanziale. E' la scarsa distribuzione che trovano in Italia molti film stranieri, ma anche italiani! Qua vige la legge del denaro: ciò che loro ritengono possa incassare ai botteghini viene proposto ai cinema o nel mercato home, il resto ti attacchi al tram. O meglio, se sei capace, ti attacchi al mondo del peer-to-peer, dove fortunatamente schiere di appassionati rendono disponibili opere altrimenti invisibili. Non è difficile, ma fa ancora selezione tecnologica: i giovani lo conoscono tutti, sanno cosa è un torrent, emule, ecc..., i meno giovani non proprio tutti.
Ne aggiungo un'altra di "censura". Non sempre lo è, intendiamoci, le virgolette le ho messe non a caso, ma quando agisce in quel senso è molto subdola: i doppiaggi. I film in Italia se non sono doppiati non escono quasi mai. Peccato che così facendo il doppiatore, chi perlomeno gli scrive il testo e come interpretarlo, può trasformare quanto proposto in origine da regista e sceneggiatore, a questo aspetto nessuno ci pensa mai! Io guardo spessissimo film sottotitolati, proprio perché non usciti da noi e visibili solo grazie a gruppi di volontari che si adoperano per i testi e quindi per diffonderli. Così sento i veri toni delle voci, quando sono lingue che un po' comprendo me le imparo anche un po' ripassandole e poi sempre i testi dei sottotitoli rispecchiano la versione originale, senza edulcorazioni né trasformazioni o reinterpretazioni. Il doppiaggio a mio parere serve solo ai film per bambini e ai non vedenti, per ovvie ragioni. Gli altri film, se ce li lasciassero così come sono, mi farebbero un gran piacere.
5. Pensi che il mestiere di critico cinematografico si possa insegnare/imparare? Come?
Non in senso proprio, ma lo dico senza essere categorico. In qualche modo anche il critico è un creativo e quindi esprime un talento. Certamente non è scuola di giornalismo. Si può e si deve insegnare il Cinema ed il senso critico. Le prime scuole di storia del cinema nascevano a margine di facoltà di Lettere, Filosofia, scienze umanistiche in generale. Mi pare un'ottima cosa, alla quale aggiungerei la tecnica: riprese, fotografia, il linguaggio delle immagini perché poi un modo di riprendere è anche un modo di comunicare. Il massimo è quindi unire al talento le conoscenze, poi i critici da lì emergono. Non ridere ma una Scuola di Critici per certi aspetti mi spaventa.
6. Quali sono, secondo te, le modalità più innovative ed efficaci per fare critica cinematografica oggi? Pensi che ne nasceranno di nuove?
Non saprei proprio. Una recensione è e resterà, credo, un discorso, un testo che parla di un film. Sarà la tecnologia a darci la spinta, anche se non so a che serva una recensione in 3D o 4D, forse a farci gustare l'afflato oltre che le parole del recensore? Scherzo, ma insomma, una critica o una recensione è fondamentalmente un messaggio verbale o scritto, cambierà sulla base dell'evolversi dei media a disposizione. Internet è già stato una rivoluzione, come “editore gratuito” a disposizione di tutti ha permesso il fiorire di tante fonti alternative che sono oggetto della tua tesi. La sola cosa che spero è che qualunqua cosa nasca possa permettere sempre, come il web, la possibilità di esprimersi liberamente, anche a chi è semplicemente appassionato.
7. In che modo pensi che i nuovi modi di promuovere e far conoscere il cinema (dalla strategie di viral marketing a youtube ecc.) incidano sul modo di fare, pensare, vedere e recensire i film?
Alzo bandiera bianca per ignoranza manifesta. Posso solo dire che a me le catene di sant'antonio, alle quali il viral s'ispira, mi fanno arrabbiare per non dire di peggio. Quindi a me producono l'effetto opposto a quello voluto. Qualche anteprima su youtube è sicuramente un modo intelligente per promuovere, ma altro non è che un canale di trasmissione, nulla di più.
III. Passioni
1. Film preferito
Spalle al muro, dovessi sceglierne uno su tutti, nessun indugio: Morte a Venezia di Luchino Visconti. C'è il più grande regista italiano, a mio parere, ai suoi massimi livelli. Un romanzo alla base del soggetto tra i capolavori di tutti i tempi, epica dell'amore. La musica che più amo in assoluto, la quinta sinfonia di Gustav Mahler con il 4° movimento, il famoso Adagietto, che non ha eguali per me. Trionfo di settima arte.
2. La più bella recensione mai letta (specificare autore, film e fonte della recensione)
Mai letto una rece che mi ha sconvolto particolarmente. Ne ho diverse delle mie che adoro, stento persino a credere di averle scritte, ma non voglio autoreferenziarmi.
3. Passioni extra-cinematografiche (interagiscono – se sì, in che modo – con la passione per il cinema?)
Faccio tante piccole cose, ma se dovessi citare quelle per le quali uso la parola Passione allora, oltre al Cinema e ai miei blog, ne ho 2.
Una è animalesca e poco saziata per il momento: viaggiare in moto in solitaria, solo io e il mezzo. E' bello anche con la "giusta" compagnia, tra i motociclisti ho i miei migliori amici, ma quando sono in giro da solo sono al massimo della sensazione di libertà.  Come interagisce: conosco tantissime persone nuove, e luoghi, che mi danno spunti, argomenti, senza che alcuno s'intrometta tra me e le novità.
L'altra, la Passione per eccellenza, quella che è poi vitale sia per apprezzare i film che per aver parole da spendere nelle recensioni, è la Lettura. Causa il ridotto tempo cerco romanzi brevi ultimamente, o raccolte di racconti, non riesco più come una volta a sostenere romanzoni stile “Guerra e Pace”, ma fa nulla. Leggere dà poi idee, fa cercare film ed è il modo migliore per migliorare la propria scrittura, anche dal punto di vista tecnico. Poi certo, se non si scrive mai... Questo blog, dove ospito la tua intervista, che ho trasformato in una chiacchierata da condividere con altri, è nato prima di quello delle recensioni e poi è diventato il mio "luogo d'esercitazione" per certi aspetti.
Ciao Maria Cristina. Spero di esserti stato utile.
Riguardo alla prossima laurea, un classico: IN BOCCA AL LUPO!

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