Interviste eccellenti: Carmelo Sardo

Da Federica Ferretti @cantocignorosso

Come vi annunciavo, tra le emozionanti interviste che sono lieta di riproporvi, ecco le due rilasciate da un collega giornalista /autore Mondadori,  nonchè Vice capo redattore cronache Tg5,

Carmelo Sardo,

vincitore del premio Sciascia 2014,

che ho avuto l'onore e l'onere di ospitare prima nella Rubrica Cultura e poi, come leggerete nel prossimo post, ne 

Le Eccellenze,  sulla vecchia "storica" edizione on-line de 

IL CORRIERE D'ABRUZZO.

dalla Rubrica Cultura di

Giovedì 27 Giugno 2013  - 17:10,  
Federica Ferretti
@cantocignorosso

Il giornalista del Tg5 Carmelo Sardo ci racconta il suo libro 


L’Abruzzo è lieto di accogliere un giornalista di spicco, che ha scelto l'Aurum di Pescara, per presentare al pubblico il suo “Vento di Tramontana”, venerdì 28 giugno.
Il famoso giornalista del TG5, l'agrigentino Carmelo Sardo,affronta sotto forma di romanzo, il delicato tema delle situazioni delle carceri italiane, ovvero della vita che si svolge al loro interno.
L’ennesimo appuntamento di White 30, la manifestazione con cui, per tutto il mese di giugno l’Aurum ha dato voce a giovani autori di ogni forma artistica.
 
F.F. Quando ha iniziato a spirare il tuo Vento di tramontana?Carmelo Sardo. E’ una storia che mi portavo dentro come una forma di ossessione da più di vent’anni, da quando mi ero congedato dal servizio militare che svolsi nei primi anni '80 come agente di custodia assegnato nel famigerato carcere di massima sicurezza di Favignana,(Favonio nel romanzo), in Sicilia. Quell’esperienza a tratti atroce, devastante, in stretto contatto con detenuti fine pena mai, mi ha segnato profondamente. E’ stata per me uno svezzamento. La maturazione di un ragazzo che si fa uomo vivendo per nove mesi la realtà di un carcere con i suoi codici, le sue leggi non scritte, dove infine si scoprirà assieme a varia disumanità, anche tanta voglia di riscatto tra i detenuti; il bisogno di rifarsi una verginità etica; di redimersi. Come un ex boss condannato all’ergastolo che “sfrutta” l’amicizia con la giovane guardia per raggiungere il suo nobile obiettivo che non svelo per non far perdere al lettore il piacere della scoperta.  
F.F.Un argomento di sconvolgente attualità. Cosa ne pensi dei provvedimenti presi a tal riguardo dal governo? 
Carmelo Sardo. Si dice che il senso civico di un paese si misura dalle condizioni delle proprie carceri. Purtroppo le nostre carceri sono tra le peggiori al mondo. Sovraffollamento e fatiscenza di strutture non rendono la detenzione consona ai dettami della costituzione. E’ necessario prendere provvedimenti, e la linea del governo mi sembra sia stata tracciata nella giusta direzione. Bisogna alleggerire la popolazione carceraria e al contempo aumentare i posti. Che serva o meno un indulto non sta a me giudicarlo. Ma certo poter scontare gli ultimi residui di pena negli istituti preposti al recupero sociale, o a casa, per i detenuti con reati meno gravi, la trovo una scelta condivisibile.  
F.F. Un balzo nel passato: quando e perchè inizi ad occuparti di giornalismo... 
Carmelo Sardo. Per caso, grazie alla conoscenza fortuita con un giornalista della mia città, Agrigento, che mi soccorse e mi portò in ospedale dopo un incidente stradale che ebbi con la mia “vespa”. Dopo qualche tempo lo incontrai di nuovo e il destino volle che lui fosse appena diventato direttore di una tv privata locale e mi propose di fare un provino di conduzione del telegiornale: avevo la voce impostata dai miei precedenti corsi di recitazione e di canto, andò bene, e la sera stessa della prova mi mandò in onda in diretta. Era il 1983 e il giornalismo cominciò ad appassionarmi e mi fece abbandonare l’obiettivo che avevo di fare l’avvocato. Non mi sono mai pentito. 
F.F. Come sei arrivato a scegliere questa professione? 
Carmelo Sardo. Come ho detto sopra non l’ho scelta. E’ lei che ha scelto me diciamo così. 
F.F. Una storia che ti è rimasta particolarmnete impressa. 
Carmelo Sardo. In trentanni di carriera ce ne sono tante, troppe. Ma se devo isolarne una direi la drammatica uccisione nel 1990 del giudice Rosario Livatino. Fui il primo giornalista a giungere sul luogo dell’agguato e a vedere il giovane magistrato morto in una scarpata in fondo alla campagna agrigentina. Mi colpì parecchio la morte solitaria di quel giudice ragazzino, come lo ribattezzò l’allora capo dello stato Cossiga.  
F.F. Una storia che non avresti mai voluto raccontare. 
Carmelo Sardo. Tutte le morti tragiche di bambini. E purtroppo mi è successo di raccontarne molte. Da quella del piccolo Di Matteo,il figlio del pentito Santino, sciolto nell’acido dalla mafia, a quella del piccolo Tommaso Onofri massacrato dal suo rapitore. La crudeltà umana non ha limiti.  
F.F. Come e perché scegli di partecipare al nostro White? 
Carmelo Sardo. In realtà sono stato contattato dal responsabile della struttura organizzativa, Luca Russo, che mi conosce da tempo e ha sempre seguito la mia attività e gli sono grato per avermi onorato di chiudere questa rassegna che mi sembra di alto profilo culturale. 
F.F. Un balzo nel futuro… Hai già un altro libro nel cassetto?Carmelo Sardo. Ho due libri nel cassetto. Ma preferisco non anticipare nulla per ragioni contrattuali. Spero che presto vedano la luce. 
F.F. Un saluto ed un augurio per i lettori del nostro corriere…Carmelo Sardo. Un consiglio innanzi tutto; di leggere, leggere leggere. Di tutto. Dai classici, ai quotidiani, ai siti on line. Leggere non per istruirsi, ma per vivere come diceva Flaubert. E l’augurio che con tenacia e determinazione ciascuno centri i propri obiettivi. Un caro simbolico abbraccio a tutti e benedetti voi che vivete un questa terra magnifica che è l’Abruzzo.
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