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Intevista a Francesca Padula

Creato il 10 maggio 2011 da Edizionialtravista
mag 10, 2011 Vai ai Commenti by Il blog dei libri Intevista a Francesca Padula

Abbiamo incontrato con grande piacere Francesca Padula, pisana classe 1967. Biologa, Specialista in piante officinali, con Tesi su sostanze stupefacenti. Nel 2003 si avventura nel mondo della parola scritta, cimentandosi in generi diversi. Ha scritto: – il libro umoristico, dal titolo “Quanto pesa…” (Gruppo Edicom, 2005), premiato con la Menzione d’Onore all’VIII edizione del Premio Firenze Capitale d’Europa; – il romanzo “Alessandra, Capitano del RIS” (Manidistrega Editrice, 2008), vincitore del Primo Premio – Sez. F – Narrativa Edita – alla XII Edizione (2009) del Premio Firenze Capitale d’Europa; – la poesia dal titolo “Se potessi parlarti…” (contenuta nel romanzo), che si è classificata 4^ al Concorso Il Club degli Autori 2004-2005; – la raccolta “Tre casi per il maresciallo Nardella” (Del Bucchia, 2009): cinque racconti ambientati in Toscana, di cui tre gialli con protagonisti i carabinieri di Riglione, una Stazione alla periferia di Pisa (due sono antefatti del romanzo e uno di essi (in versione ridotta per esigenze di concorso), si è classificato 3° all’edizione 2006 del Premio Letterario Carlo Alberto Dalla Chiesa di Chivasso), un noir ambientato in Maremma e un giallo/rosa ambientato a Firenze con protagonista una donna magistrato; – dei racconti noir risultati finalisti alle edizioni 2007 dei Premi Maremma Mystery di Grosseto, Orme Gialle di Pontedera e Autrice dell’Estate 2010 e presenti nelle relative antologie: “Anonima Assassini II” (Tagete Edizioni, 2008), “Maremma Mystery II” (Laurum Editrice, 2008) e “Autrici dell’Estate – I racconti” (Manidistrega Editrice, 2010); – il testo “Aiuto, Natalina!”, mini-sceneggiatura di una ipotetica prima puntata dell’ottava serie della fiction “Don Matteo”, finalista al Don Matteo Fan Fiction Contest 2011; – una raccolta di storie di donne. Suoi articoli, riguardanti tematiche femminili e di attualità, sono presenti in web (due sono compresi ne “Il Calderone di Manidistrega”: un’Agenda senza tempo i cui contenuti sono tratti dal portale delle donne toscane). Ha una passione per i segnalibri, che crea con frasi poetiche ideate da lei e ricette della propria famiglia. Scrive su alcuni blog nella piattaforma di style.it.

 

Come è avvenuto il suo approccio al mondo della scrittura? Missione di fede o semplice casualità della vita?

Io ho sempre scritto, diari storie di viaggio, racconti, ma quello che scrivevo da ragazza è tutto andato perso. Anni fa una mia amica, alla quale raccontavo via e-mail dei fatti che mi capitavano, una volta mi rispose che dovevo provare a “scrivere sul serio” e così da lì è nata la mia prima pubblicazione, un libro umoristico, e poi tutto il resto.

Da cosa prende spunto il suo lavoro? Da paraboliche escursioni della fantasia o da fatti reali del vissuto quotidiano?

La fantasia è la componente essenziale per creare le trame o per far sì che i personaggi delle mie storie vivano cose che ho desiderato, ma che non mi sono mai accadute. I fatti reali del vissuto quotidiano, mio e di altri, sono la fonte di ispirazione, le scintille che mi fanno nascere idee, emozioni, che mi danno lo spunto per cominciare a scrivere.

Cosa le piace e cosa non le piace del panorama culturale italiano d’oggi?

Sicuramente adesso c’è un mondo vastissimo da esplorare, una grande diversità di offerta che consente un’ampia possibilità di scelta. Di contro c’è una grande quantità di spazzatura cartacea ed il peggio è che molta di questa viene pubblicata dalla grossa editoria, che punta su personaggi del momento, che fanno far soldi (perché purtroppo c’è la “massa” che va dietro ai falsi miti), ma che non possono e non potranno mai fregiarsi del titolo di autore con la A maiuscola o di vero scrittore. E sono questi stessi editori che pongono sbarramenti ad autori emergenti di qualità che non hanno un “nome” né “appoggi” potenti.

L’aspetto più complesso della scrittura narrativa per Lei è rappresentato dal groviglio del tessuto narrativo o dalla necessità di articolare un suo tratto stilistico personale ed invidiabile?

Il groviglio del tessuto narrativo si sbroglia automaticamente quando le mie emozioni passano dalla mente al foglio ed il mio tratto stilistico personale vien da sé. La mia difficoltà semmai è di dar forma ad una trama credibile unendo le diverse parti scritte, appunto, di getto.

Scrive i suoi libri con carta e penna, stile narratore romantico, oppure personal computer con strumenti “molto affidabili” tipo controllo grammaticale automatico?

Dipende. Ci sono dei momenti in cui scrivo su fogli e foglietti, dove e quando posso, in piscina dove accompagno mio figlio grande, nelle sale d’attesa degli studi medici, in spiaggia. Questo se non ho altro modo per farlo, quando a casa non riesco ad avere la tranquillità necessaria per scrivere. Altre volte invece, quando sono da sola e riesco a trovarne il tempo, scrivo direttamente al computer e anche quando scrivo qualcosa che richiede documentazione, ad esempio, perché scrivo mentre cerco informazioni.

Scrive di getto oppure stile un “libro per la vita”?

Scrivo di getto ciò che concerne l’anima dei personaggi. Tutto ciò che invece riguarda la trama o una scaletta temporale complessa che va rispettata (come nel caso del romanzo) è ben studiato e costruito.

Come è nata l’idea narrativa?

La mia idea narrativa nasce ogni qualvolta c’è una forte emozione, un sentimento, che devo necessariamente esprimere oppure se c’è qualcosa che mi ha colpito e che mi ha dato l’ispirazione del momento.

Ci dia una definizione di “romanzo contemporaneo”, se le sembra possibile farlo.

Credo che il romanzo contemporaneo sia quello in cui si da spazio e voce ai fatti del nostro tempo, a realtà più o meno sommerse, di cui è necessario scrivere perché siano conosciute. 

Quanto è “presente” nei suoi libri?

Molto: può essere nel carattere di uno o più personaggi o nelle loro idee, in ciò che vivono o in come vedono la realtà che li circonda.

Categoria: Scrittori Tags: Francesca Padula

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