È ciò che amo dell’amore: l’intimità.
Sempre bravo Massimo Botturi.
Ti fidi, si, di me
dell’odore
e delle mani
venute nel tuo piatto d’inverno a farti chiaro.
Ti fidi dei miei nervi che sono corde tese
del loro stare svegli di notte
della guardia, che mi fa alzare il collo lontano
come un nibbio.
Ti fidi della cieca presenza
e dell’amore
che fa narcisi e pieni di grazia, a volte nudi
di quella nudità che fa dire
e anche tacere. Ti fidi delle storie dei padri
dell’ingenuo, tirare le coperte per scombinare il male.
ti fidi di chi svuota le tasche e poi divide
le acque del Giordano con un boccone appena.
Ti fidi, si, di me
donna di mare; di me che vengo dentro per ascoltarti il cuore
il flusso del respiro in lenzuola di lettiga.
Di me, quando ti apri e mi dai la religione
l’intimità più sacra che hai
e nulla temi.