Into the Wild

Creato il 14 febbraio 2014 da Visionnaire @escrivere
Titolo: Into the Wild Anno: 2007 Regista e Sceneggiatore: Sean Penn Soggetto: Jon Krakauer Durata: 140 min Genere: avventura, drammatico, biografico Recensione:  Christopher McCandless, Virginia, stanco del conformismo e della tradizione, decide di intraprendere un lungo viaggio verso l’Alaska. Sean Penn, affascinato dall’incredibile storia, realmente accaduta, del ventenne, dirige questa pellicola che descrive, senza giudicare, le scelte, il percorso di vita e le esperienze del giovane Alex Supertramp, pseudonimo di Christopher.

L’interpretazione di Emile Hirsch, protagonista, è eccezionale, ma tutto il cast risulta grandioso. Se la Harden e Hurt non sono una novità è bellissimo constatare quanto Penn riesca a far funzionare anche un’attrice che viene massacrata da tutto il mondo: Kristen Stewart, credibilissima, e anche bella, nel suo ruolo di sedicenne arrapata. Insieme alle notevoli interpretazioni però va dato merito anche alla penna di Penn, cacofonia non voluta, che riesce a caratterizzare benissimo anche personaggi che compaiono sullo schermo per pochi minuti.
Altra meraviglia del film sono le locations. Dal Mojave all’Alaska ogni singola ambientazione è una gioia per gli occhi, gioia esaltata dall’ottima regia di Penn.
Non sono riuscito a immedesimarmi, ho fatto fatica a comprendere le scelte di McCandless che per il mondo è un visionario coraggioso, mentre per me è un egoista un po’ schizzato. Sarò cattivo, poco romantico, irrispettoso, non lo so, ma il costante abbandono delle persone care (abbandono reiterato più volte durante il film) a me non ha dato impressione di coraggio e forza, ma di egoismo e narcisismo. L’unico punto d’incontro che mi ha fatto scattare quel briciolo di empatia verso il protagonista è nel finale. Quella frase che per me è così vera: “Happiness only real when shared”. Io l’ho intesa come un’agnizione giunta un po’ troppo tardi, il crollo di convinzioni che, per il puro gusto di lottare contro altre convinzioni dogmatiche e preconcette, hanno portato il protagonista a vivere emozioni incredibili, ma anche a sentire la mancanza di qualcosa.
Ovviamente questa è la mia interpretazione e va presa come tale, sono sicuro che la maggior parte dei fan di questo film si direbbero pronti a mettersi lo zaino in spalla e a dire fanculo al mondo. A parole ovviamente. Di fatto il film resta un paradosso, una critica potente al Dio Denaro, che viene addirittura incendiato in un frammento, idea pensata per un film che però è costato circa quindici milioni di dollari. E ai miei occhi la credibilità viene meno, mi sa tutto di macchinazione spillasoldi e ipocrisia manifesta, ma il problema è tutto mio e non ha nulla a che vedere con il film, che resta bello, godibile e interessante. Magari un tantino troppo lungo, ecco, non mi sentirei di dire che le due ore e mezza siano scivolate via, ma è comunque un titolo apprezzabilissimo.

Voto: 3 stelle e mezzo

Questa recensione è stata scritta da:

  • Guero

    Chi sonoGuerino Di Mattia. Ventunenne con la prestanza fisica di un ottuagenario e l'anima di un preadolescente. Mi rifugio nelle vite degli altri (che siano su carta o schermo) perché vivere solo la mia non mi basta.

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Into the Wild
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Film
Reviewed by
Guero
on 10-02-2014
Rating
SummaryDi fatto il film resta un paradosso, una critica potente al Dio Denaro, che viene addirittura incendiato in un frammento, idea pensata per un film che però è costato circa quindici milioni di dollari.

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