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Into the wild

Creato il 03 aprile 2011 da Pioggiadinote

Into the wild

Non ho una grande passione per il cinema; anche per questo sono stata finora reticente a dedicare un post ad una pellicola. Questa volta è diverso, ho visto di recente Into the wild, bellissimo film del 2007 diretto da Sean Penn, che non solo è il mio attore americano favorito, ma pure un fine e introspettivo regista che lavora moltissimo sul concetto di tempo. Ho l’impressione infatti che gli piaccia intervenire sullo scorrere del tempo attraverso varie tecniche di montaggio, come il rallenty o l’iterazione di intere sequenze, per dare modo allo spettatore di cogliere la bellezza poetica di un’immagine (come lo scorrere dell’acqua, elemento che ha sempre un ruolo nei suoi film).  Dedica decine di minuti di ripresa al paesaggio, cosa che pare ovvia in un film che narra la storia (vera) di un giovane che lascia la famiglia e il focolare di città per addentrarsi nelle terre selvagge del nordamerica, ma in fondo non lo è: il regista non si separa mai dall’intento di raccontare una vicissitudine interiore e, senza che la bellezza delle immagini e della fotografia diventi mai manieristica, consente allo spettatore di attardarsi ogni tanto a contemplare assorto singole brevi bellissime scene.

Il Cast è composto da ottimi (veri) attori, oltre al protagonista Emile Hisrch, come Hal Holbrook (il vecchio veterano) e Vince Vaughn (il trebbiatore). Non ci sono ruoli di non-protagonista che Penn lasci davvero in secondo piano; è un amante dei primi piani, oltre che in senso cinematografico, anche in senso narrativo. Ad ognuno riserva il tempo per un ritratto approfondito, rivelando una speciale inclinazione per le persone anziane (che hanno subito delle perdite): come il vecchio veterano, orfano della moglie e del figlio, che mi ha subito ricordato il protagonista dello struggente cortometraggio di Sean Penn contenuto in September 11, a sua volta un emozionante, lievemente e consapevolmente ingenuo capolavoro. 

 

Into the wild

 

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