Da quello che ho raccolto in termini di informazioni la faccenda, secondo me, è andata così. L’assessorato dichiara tramite un comunicato stampa che: “Con un gruppo di medici, abbiamo quindi predisposto una bozza di documento che è stata poi adottata e sottoscritta da diversi professionisti, che hanno quindi voluto portarla all’attenzione dei mezzi di informazione e di tutta la popolazione.” Dunque il documento è partito dall’assessorato stesso. Il codice del comportamento del pubblico dipendente dice: “il dipendente conforma la sua condotta al dovere di contribuire alla gestione della cosa pubblica… nel rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità dell’attività amministrativa, anteponendo il rispetto della legge e l’interesse pubblico agli interessi privati propri e altrui…”. Dunque, è ammissibile il comportamento tenuto dall’assessorato? Non lo è! E squalifica non solo la condotta dell’assessore tecnico, Albert Lanièce, che in un Paese normale dovrebbe dare subito le dimissioni (così come dovrebbe darle per le sue dichiarazioni sul NON VOTO il Prefetto), ma anche quella dei primari che hanno sottoscritto per primi la lettera, facendola in seguito girare fra reparti e studi medici. Capisco quei medici che devono la continuità del loro lavoro al proponente dell’appello o al buon rapporto con i loro primari, chiedere loro un atto di coraggio in un sistema di ricatti è difficile, anche se sarebbe salutare nel senso letterale del termine. Ma non tollero che un’istituzione pubblica, pagata con i soldi di tutti i contribuenti, si faccia veicolo di iniziative di questo genere!