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Intollerabile

Creato il 02 maggio 2013 da Malvino
Non è una vecchia ciabatta democristiana, Ignazio Marino, né una pantegana post comunista. Viene dalla cosiddetta società civile, entra nel Pd da indipendente e presto ne diventa – meritatamente, a mio modesto avviso – un autorevole esponente, raccogliendo stima, simpatia e consenso. Serio, ma mai serioso, preparato, mai un filo di boria, mai un’ombra di spocchia, niente a che vedere con la figura del boiardo cinico e spregiudicato, che è tanto comune in quel partito. Persona pulita, poi, e chi ha cercato di sporcarlo (Il Foglio, Libero e il Giornale) ne ha pagato le conseguenze in tribunale. Laico, da sempre schierato in favore dei diritti civili, ha posizioni schiettamente progressiste in campo bioetico. Si fa fatica a trovargli un difetto, insomma, e tuttavia anche Ignazio Marino sembra averne uno: il paternalismo.
Intollerabile


Già insopportabile quando si manifesta nel privato, in politica il paternalismo è un vizio intollerabile. Poggia sullassunto che la delega di rappresentanza che lelettore affida alleletto implichi la concessione di una fiducia che non dovrebbe venir meno neppure al più palese tradimento che è nel mancato impegno che il candidato ha solennemente preso nel chiedere il voto. Il voto, così, non costituirebbe la sottoscrizione di un patto, ma un atto di filiazione prossimo alla professione di fede. Colgo papà in patente contraddizione coi suoi insegnamenti, ma anche se non riesco a capirne il motivo, e questo mi indurrebbe a credere che sia un volgare ipocrita, a restarne sgomento, deluso, ferito, resta il fatto che è mio padre: non può che comportarsi a questo modo se non per il mio bene, sicché sospendo ogni perplessità, non azzardo alcuna condanna, e gli rinnovo la fiducia.

Così, Ignazio Marino sembra pretendere da chi ha votato Pd, sentendosi promettere fino a due giorni dell’incarico ad Enrico Letta che col Pdl non ci sarebbe mai stato un accordo di governo, oggi si limiti al disagio. Avendo dato il voto al Pd, mica si è in diritto di disapprovarne le scelte, tutt’al più sarà che non si comprendono. Incomprensibili, dunque, ma solo perché non sempre un figlio è in grado di comprendere le decisioni prese da suo padre. Ripeto: si tratta di un atteggiamento intollerabile. 

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