La sensibilità psichica alle radiazioni prende il nome di radiestesia: radiazioni o fluidi che provengono da un metallo, una fotografia, una medicina, una falda di acqua sotterranea, un malato da diagnosticare, presente o lontano molti kilometri. Il radiestesista è perciò una persona dotata di una speciale sensibilità (radiestesica) in virtù della quale può dire dove si trova una persona, un animale o una cosa, indicandone le caratteristiche e la località geografica in base all'osservazione dei movimenti e delle oscillazioni di un pendolo che tiene sospeso mediante una sottile funicella (filo di seta, di nylon), sorreggendone una estremità fra il pollice e l'indice della mano destra. Questo fenomeno era noto agli antichi cinesi, egiziani e romani, che facevano dei pronostici in base ai moti di un pendolino, alla direzione che prendeva e all'ampiezza delle sue girazioni.
Radiestesia e rabdomanzia sono la stessa facoltà di sentire i fluidi delle cose. La differenza consiste in questo: il radiestesista usa per rivelatore un pendolo, mentre il rabdomante ricorre ad un altro strumento, che viene chiamata forcella o bacchetta, le cui estremità tenute fra le mani girano su se stesse in presenza della cosa cercata (acqua, minerali, refurtiva ecc.), che secondo l'opinione corrente emette delle radiazioni.
Uno dei più famosi rabdomanti fu Mosè, e il fatto è narrato nella Bibbia1.
L'utilità della radiestesia è grande anche perché con le esperienze di numerosi studiosi si è venuta sviluppando una tecnica non ancora del tutto sfruttata. La radiestesia consente di svolgere qualsiasi d'investigazione da vicino e da lontano, sulla terra e fra questa e i pianeti. Per esempio, la ricerca di miniere d'oro, rame o diamanti, può essere svolta direttamente sulla località sospetta o da molto lontano, a mille, cinquemila, diecimila kilometri, ispezionando con le oscillazioni rivelatrici di un pendolo una carta geografica e topografica dei luoghi che interessano. Una diagnosi di una qualsiasi malattia si può fare con il malato presente o con una sua fotografia, un oggetto personale del paziente impregnato del suo magnetismo anche se il malato abita molto lontano e non lo si conosce neppure.
I procedimenti sono semplici, alla portata di tutti, è solo questione di allenamento e di conoscere le regole essenziali del modo di sperimentare radiestesico. Il rivelatore prodigioso è sempre il pendolino, questa pallina legata ad un filo, che può pesare anche solo 10 grammi; un pendolino che lo sperimentatore tiene fra le dita e che ruota ora verso destra, ora verso sinistra o oscilla svelando all'occhio vigile ciò che si dice dell'oggetto in esame (chiamato “testimonio”). Questo può essere, come abbiamo detto, una persona, una fotografia, uno scritto, una carta geografica, acqua, petrolio. Ma la radiestesia non esaurisce il suo compito nella sola ricerca delle cose e nella diagnosi delle malattie: essa spinge assai più oltre la sua ricerca, nel campo spirituale, ascetico, mistico e nell'esplorazione del così detto aldilà.
Tommaso Palamidessi, Le meraviglie della radiestesia
1Esodo 17,6 (Edizione Nuova Riveduta): “Ecco io starò là davanti a te, sulla roccia che è in Oreb; tu colpirai la roccia: ne scaturirà dell'acqua e il popolo ne berrà” [nota personale]