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Intuizione, iperattivita’ e atteggiamenti oppositori nei bambini dislessici

Da Rossellagrenci
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INTUIZIONE, IPERATTIVITA’ E ATTEGGIAMENTI OPPOSITORI NEI BAMBINI DISLESSICI

Oggi voglio riportarvi una parte dell’articolo trovato in rete della dottoressa Anna Gullà dal titolo: Un figlio dislessico e bellissimo

Nel dislessico di solito l’intuizione è centuplicata, ma è anche fonte di grande ansia perché fa tenere le antenne sensoriali sempre all’erta: qualsiasi stimolo lo interessa, per cui diventa facilmente distraibile, con calo dell’attenzione, o meglio, come il cane che si agita all’udire ultrasuoni e noi non percepiamo niente, cala l’attenzione verso l’obbiettivo scolastico, solo perché essa è dirottata verso un altro stimolo in quel momento più interessante.
L’iperattività spesso legata ai dislessici, trova la sua ragione nel fatto che il loro orologio interno è più veloce del nostro: loro vogliono andare sempre più avanti, ci precedono, altrimenti si annoiano.
Se tutto questo non viene compreso, è impossibile riuscire ad entrare in contatto con la sofferenza di questi bambini, con la loro ansia, con il loro disagio spesso alla base di condotte inadeguate, di atteggiamenti oppositori e provocatori, di reazioni di disimpegno, frequentemente osservabili in questi soggetti, soprattutto quando il problema non è stato riconosciuto precocemente.

Se di fronte ad un bambino con DSA, l’obiettivo non è risolverli e neanche capirli, ma normalizzarlo o scolarizzarlo, si può persino arrivare, dopo patetici tentativi per la farlo leggere e scrivere, a definirlo “non scolarizzabile”.
L’instabilità, sia degli errori che commettono i dislessici, che delle acquisizioni faticosamente conquistate, è spesso un elemento di irritazione e conflittualità con l’adulto che non riesce a spiegarsi perché, aspetti apparentemente già acquisiti, vengano in qualche modo rimessi in gioco. La sensazione è quella di non procedere mai, dato che non si può mai considerare definitivo un miglioramento sul quale si è lavorato specificatamente. Questo elemento apporta alla relazione educativa che si stabilisce fra adulto e bambino un fattore di complicazione, in quanto
la mancanza di risultati stabili costituisce un rischio di sfiducia dell’adulto nel bambino, e viene spesso interpretato come mancanza di impegno o di rifiuto dell’aiuto che gli viene offerto.
Ma l’instabilità della prestazione è il fattore che può aiutarci a capire meglio quando ci troviamo davanti un bambino con disabilità specifica, perché il bambino con un generico ritardo nell’apprendimento, non è altrettanto instabile, né negli errori che commette, né nelle acquisizioni che conquista.


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