Marina di Vecchiano di maggio.
Beate quelle creature che non conobbero mai altro stato! Ben diversa sarebbe stata la loro condizione se dal tuo dono che si libra su tutto ciò che è mutabile non fossero state, subito dopo la loro creazione, senza intervallo di tempo, sopraelevate con quella chiamata con cui dicesti: <Sia fatta la luce>, diventate luce esse stesse. Per noi invece altro è il momento in cui eravamo tenebre, altro quello in cui diventiamo luce. Di quelle creature fu detto soltanto ciò che sarebbero state se la luce non le avesse illuminate: e fu detto in modo, quasi che prima fossero in stato fluttuante e tenebroso, che apparisse la causa della trasformazione per la quale, indirizzate alla luce che non vien mai meno, diventarono luce. Chi lo può, comprenda; ma lo chieda a Te. Perché importunar me, quasi fossi io la luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo? (meditazione su: Le creature intellettuali di Sant’Agostino).
CANTICO DELLE CREATURE
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se Konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi Signore, per sore nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po’ skappare:
guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue canctissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.
-San Francesco d’Assisi-
il baffo di Maya.
[ Cerca : ADRIO VI VEDE ]