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Investire in Kazakhstan e aprirsi all’Unione Eurasiatica: intervista a Zhanargul Kusmangaliyeva

Creato il 06 dicembre 2014 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Investire in Kazakhstan e aprirsi all’Unione Eurasiatica: intervista a Zhanargul Kusmangaliyeva

Oggi il Kazakhstan non è più solamente una “repubblica ex sovietica”, e nemmeno un “cavallo scuro dell’Asia Centrale”. È un Paese che sta crescendo rapidamente dal punto di vista politico ed economico e che è entrato nella rosa dei 50 Paesi più competitivi secondo il World Economic Forum. Nonostante questo, le élites governative ed economiche italiane ed europee rimangono ancora spesso influenzate dalle paure e dagli stereotipi più comuni. Per esempio, esiste un pregiudizio contro le repubbliche situate nell’Asia centrale per via della diffusione dell’islam presso la maggioranza della popolazione. Il problema dell’estremismo religioso e degli scontri etnici distoglie quindi gli investitori europei da un’oggettiva valutazione e percezione del processo di modernizzazione in Kazakhstan, che riguarda l’industrializzazione dell’economia, l’innovazione e il trasferimento tecnologico. Dario Citati, Direttore del Programma di ricerca “Eurasia” dell’IsAG, ha intervistato Zhanargul Kusmangaliyeva, Direttrice dell’Istituto per l’Integrazione Eurasiatica di Astana, al fine di illustrare i settori più promettenti dell’economia kazaka e le misure intraprese dal governo del proprio Paese sia per proteggere e incentivare gli investitori, sia per assicurare la pace interetnica ed interreligiosa e la stabilità nella repubblica. L’esperta kazaka ha illustrato inoltre quali sono le agevolazioni che sono state introdotte per favorire gli investimenti stranieri nel proprio Paese e perché il Kazakhstan può essere considerato oggi come un’isola di stabilità nella regione centroasiatica.

 
La situazione economica in Kazakhstan ha mostrato una significativa evoluzione negli ultimi decenni. Quali sono secondo lei le questioni prioritarie da affrontare per assicurare un ulteriore sviluppo al paese? E quali sono i problemi che debbono essere ancora risolti?

Sin dall’acquisizione dell’indipendenza il Kazakhstan è stato capace di fare molte cose, e il risultato di questi sforzi è stata la crescita della nostra Repubblica nelle graduatorie internazionali. Per prima cosa, nello studio condotto dalla Banca Mondiale sulla “facilità di fare business”, siamo stati capaci di guadagnare 20 posizioni, salendo dalla 71° posizione alla 51°. Questo, in particolar modo, prova che gli investimenti nel nostro Paese stanno crescendo.
Per molti aspetti, questi progressi sono il risultato del Programma Statale per l’Accelerazione Industriale e lo Sviluppo Innovativo (SPAIID), che è stato adottato per l’implementazione nel 2010. I risultati dell’implementazione di questo documento su larga scala saranno resi noti a dicembre di quest’anno.
Perché sto parlando dello SPAIID? Perché possiamo dire che le forze di tutto il Paese sono state messe a disposizione della realizzazione di questo programma statale: il Governo, le autorità locali, la comunità scientifica e tutte le istituzioni per lo sviluppo. Oggi veicoli per il trasporto delle merci e automobili private marcate “Made in Kazakhstan” attraversano in lungo e in largo tutto il Paese. Le locomotive elettriche e diesel kazake hanno già conquistato una solida nicchia nel mercato globale del trasporto, vendiamo materie prime di uranio ad alta richiesta, prodotti petroliferi raffinati ed elettricità in tutto il mondo. Negli ultimi anni il Kazakhstan ha inoltre creato nuove industrie: il Paese vanta oggi una produzione commerciale di oli motore, termosifoni e lingotti di titanio, attrezzature antincendio e per il rifornimento di carburante, apparecchiature elettriche, prodotti per la pulizia, lenti per occhiali, lampade al LED e pannelli solari con silicone kazako. Questo dimostra che il Kazakhstan, da semplice produttore di materie prime quale era all’alba dell’indipendenza, si è trasformato oggi in un Paese con una produzione altamente sviluppata. E questo è solo l’inizio dei nostri successi. In un periodo di 4-5 anni il Paese ha avviato la produzione di 325 nuovi prodotti che non erano mai stati fabbricati prima in Kazakhstan.
Le nuove priorità per lo sviluppo sono state chiaramente definite dal Presidente del nostro Paese, Nursultan Nazarbaev, il quale le ha illustrate nella “Strategia 2050: obbiettivi unificati, interessi comuni, futuro comune”. Nel suo discorso egli ha proposto un piano d’azione graduale che assicurerà una svolta in tutti i settori del Paese. Nella prima fase del piano, che copre il periodo da qui al 2030, abbiamo bisogno di operare una svolta di modernizzazione sfruttando il “ventaglio di opportunità” del ventunesimo secolo. In questo lasso di tempo il Kazakhstan dovrà fare quello che i Paesi sviluppati hanno realizzato durante la rivoluzione industriale del secolo scorso. Per fare un paragone, si tratta dello stesso percorso adottato in tempi recenti dalla Corea del Sud e da Singapore.
E, visto che la sfida principale per il nostro Paese è quella di sganciarsi dalla dipendenza dalle materie prime, nella seconda fase, tra il 2030 e il 2050, dovremo assicurare lo sviluppo sostenibile del Kazakhstan, applicando i principi di un’economia basata sulla conoscenza.
E se all’inizio del 2010 tutti progetti erano stati avviati nel quadro di una industrializzazione generale a supporto di una diversificazione dell’economia, sin dall’inizio del nuovo piano quinquennale del Programma Statale per lo Sviluppo Industriale e dell’Innovazione le priorità saranno concentrate sullo sviluppo delle cinque aree indicate dal Presidente: petrolio e gas, il settore minerario, lavorazione dei generi alimentari, materiali edili e complesso agro-industriale. Questo è il modo in cui stiamo risolvendo i nostri problemi.

Una delle caratteristiche del Kazakhstan contemporaneo è un buon livello di coabitazione interetnica ed interreligiosa. Nonostante ciò, la progressiva affermazione del jihad in Africa ed in Vicino Oriente pone un serio problema in tutti quei Paesi dove si profila possibile il rischio della comparsa del fenomeno terroristico. Attraverso quali misure il Paese intende contrastare l’estremismo islamico? E, cosa più importante, in che modo il modello kazako di coesistenza pacifica tra le diverse culture potrebbe essere un elemento di attrazione per gli investitori stranieri?

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica molti scettici avevano considerato la società multietnica e multiconfessionale del Kazakhstan come un potenziale tallone di Achille. Al contrario, l’abbiamo trasformata in un vantaggio. Durante i vent’anni successivi all’indipendenza il Kazakhstan ha costruito un proprio modello di concordia interetnica combinando le caratteristiche della coscienza civile, della tradizionale mentalità kazaka e dell’identità nazionale degli altri gruppi etnici. Un ruolo significativo nella costruzione di questo modello è stato svolto da un peculiare meccanismo di armonizzazione delle relazioni interetniche: l’Assemblea del Popolo del Kazakhstan, istituita su iniziativa del Presidente Nursultan Nazarbaev nel 1995. Questa istituzione è stata apprezzata dall’OSCE e dalle Nazioni Unite. Oggi l’Assemblea contribuisce a costruire il dialogo interetnico nel nostro Paese. Negli anni dell’indipendenza il Kazakhstan non ha mai dovuto affrontare un serio conflitto etnico. Nel nostro caso, il Paese ospita più di cento diversi gruppi etnici, a cui si aggiungono rappresentano almeno 17 differenti confessioni. Oggi, l’Assemblea del Popolo del Kazakhstan è un corpo costituzionale con uno status particolarmente elevato. Uno dei principali compiti dell’Assemblea è infatti quello di rappresentare gli interessi dei differenti gruppi etnici nel ramo più importante del corpo legislativo del Paese, il Mažilis. L’Assemblea delega 9 deputati al Parlamento, i quali rappresentano gli interessi di tutti i gruppi etnici che vivono nello Stato. A livello regionale esistono poi delle Assemblee del Popolo minori. Oltre a ciò, il Kazakhstan ha creato una piattaforma unica per il dialogo fra i rappresentanti delle varie confessioni religiose: il Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali.

Nel mondo di oggi i conflitti etnici e religiosi sono tra i più importanti fattori di instabilità politica. Per via di una inezia a volte questi dissidi si trasformano in conflitti che si protraggono nel tempo: gli esempi sarebbero infiniti! Per questo la mancanza di stabilità e di garanzia politica per la tutela degli investimenti fanno di una regione soggetta a violenti conflitti etnici un luogo poco attraente per gli investitori. Oggi il Kazakhstan rappresenta una sorta di isola di stabilità nella imprevedibile regione centroasiatica. La tutela degli investimenti è garantita dalla legge “Sugli Investimenti”. Inoltre esiste un organo consultivo chiamato Consiglio degli Investitori Stranieri, che assicura un dialogo diretto fra il governo del Kazakhstan e gli investitori esteri, affrontando in maniera efficace le questioni più problematiche e migliorando il clima per gli investimenti nel Paese.

In questo contesto, la presenza di garanzie istituzionali di pace ed armonia interetnica assicurate dall’Assemblea del Popolo del Kazakhstan è un ulteriore fattore di attrazione per gli investimenti nel Paese. La prova più significativa di questa fiducia tra gli investitori è il fatto che negli anni dell’indipendenza il volume degli investimenti stranieri ha superato i 160 miliardi di dollari.
Anche riguardo la minaccia dell’estremismo religioso, le tempestive misure adottate dal governo kazako hanno minimizzato l’insorgenza di questo fenomeno. Oggi la religione occupa un posto di rilievo nello Stato e nella società kazaka. Il Paese ha registrato 907 associazioni religiose e ospita 3.203 luoghi di culto. Per evitare stravolgimenti nella sfera religiosa, la politica degli ultimi anni è stata rivolta alla secolarizzazione della società kazaka e al rafforzamento del controllo statale sulla sfera religiosa. Proprio a questo scopo è stata creata nel 2011 l’Agenzia per gli Affari Religiosi. Nello stesso anno sono state apportate modifiche alla legge sulla religione ed è stata avviata una registrazione di tutte le comunità religiose. A seguito di questi provvedimenti il numero delle confessioni rappresentate in Kazakhstan è sceso da 46 a 17. Questo ha consentito indubbiamente una evoluzione significativa della situazione in ambito religioso. Per di più, come ho detto prima, il dialogo interreligioso viene assicurato da istituzioni come il Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali. Ai quattro congressi che si sono svolti ad Astana hanno partecipato i capi e gli alti rappresentanti dell’Islam, del Cristianesimo, dell’Ebraismo, dell’Induismo, del Buddhismo e di altre confessioni. Oggi il Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali è divenuta una piattaforma globale accreditata per il dialogo ed uno strumento efficace per rafforzare la cooperazione interreligiosa ed interculturale non solo in Kazakhstan ma anche a livello internazionale. Indubbiamente il Congresso è in prima linea nel dialogo umanitario globale e nella promozione di idee di fiducia e di tolleranza.
Il Kazakhstan aderisce ad una concezione di Islam moderato, caratterizzata da idee di tolleranza e coesistenza pacifica con le altre fedi, e dal rispetto per le altre religioni. Deve essere considerato che questa è una caratteristica distintiva della branca dell’Islam adottata dai nostri antenati, i nomadi. Il sentimento religioso dei kazaki è stato infatti tollerante nei secoli e i concetti di estremismo religioso e di jihadismo sono sempre stati estranei ai nostri antenati. Come ha dimostrato la storia, l’aderenza a una forma di Islam moderato è il percorso più costruttivo nel mondo multiculturale di oggi.

Il Kazakhstan si è impegnato fortemente per la creazione dell’Unione Eurasiatica. Oggi, nel contesto della crisi ucraina, sembra che il processo di integrazione possa subire una battuta d’arresto o, quantomeno, sono sopraggiunti nuovi problemi dovuti alle reciproche sanzioni tra la Russia e l’Europa. Quali pensa che siano le prospettive per l’integrazione eurasiatica nel breve periodo e quanto pensa che sia importante la creazione dell’Unione Eurasiatica per lo sviluppo delle relazioni con l’Europa ed in special modo con l’Italia?

Oggi vengono fatti dei tentativi di associare gli eventi in Ucraina con i negoziati per la creazione e l’espansione dell’Unione Economica Eurasiatica. Indubbiamente l’eco degli eventi in Ucraina ha influito sul percorso dei Paesi euroasiatici a causa delle affinità storiche, culturali e di civiltà, ma la creazione dell’Unione Economica Eurasiatica resta pienamente in accordo con il progetto originario. Il trattato istitutivo dell’Unione Eurasiatica è stato firmato a maggio di quest’anno e il processo di ratifica nei parlamenti dei vari Paesi aderenti è in via di completamento.
Parallelamente, altre due repubbliche ex sovietiche, l’Armenia e il Kirghizistan, si stanno preparando per entrare nell’Unione. In particolare, l’Armenia ha implementato in modo sostanziale le attività della Road Map richiesta per accedere all’Unione e il Kirghizistan ha ricevuto a questo proposito sovvenzioni per più di 200 milioni di dollari.
Inoltre, sono in corso negoziati per l’espansione dell’influenza internazionale dell’EAEC. A detta del Presidente della Commissione Economica Euroasiatica, Viktor Christenko, forse lo avrete sentito, 40 Stati hanno espresso la volontà di unirsi all’Area di Libero Scambio assieme ai Paesi dell’Unione Doganale. Tra questi vi sono il Vietnam, la Turchia, la Nuova Zelanda. Il Vietnam è tra i Paesi che si stanno muovendo più velocemente in questa direzione. E ancora intere organizzazioni regionali hanno espresso il loro interesse per la cooperazione economica e il libero commercio con l’Unione Doganale di Kazakhstan, Russia e Bielorussia. In particolare il Mercosur, la più importante unione economica sudamericana. Questi trend dimostrano il livello di attrattiva economica che possiede l’Unione Eurasiatica e il suo sviluppo dinamico. Pertanto nessuno può affermare che vi sia stato alcun congelamento del progetto connesso agli eventi in Ucraina.
Infine, è interessante sottolineare che sin dal 2011 l’Unione Doganale sta portando avanti dei negoziati con l’Associazione Europea di Libero Scambio (EFTA) per la conclusione di un accordo di libero scambio. L’impegno in questo senso è stato confermato a Mosca nel gennaio di quest’anno durante il summit Russia-UE. All’inizio del 2014 Astana ha completato l’undicesima fase di incontri tra l’Unione Doganale e l’EFTA. Le parti hanno discusso le questioni relative al commercio, alla protezione della proprietà intellettuale, ai requisiti sanitari e fitosanitari, e i negoziati sono ora giunti alla fase finale.

La creazione di un’area di libero scambio tra i nostri Paesi e quelli dell’EFTA darà un grande impulso allo sviluppo dei legami economici, aumenterà il commercio e attiverà una cooperazione sugli investimenti con i Paesi europei, inclusa la cooperazione fra l’Italia e l’Unione Doganale.
L’ingresso del Kazakhstan nell’EAEC apre ulteriori opportunità per gli investitori italiani poiché consentirà loro un accesso facilitato a un mercato significativo composto di 170 milioni di persone con un PIL totale di svariati miliardi di dollari. Allo stesso tempo il Kazakhstan è il punto di partenza più conveniente per accedere al mercato dell’EAEC. In particolare il nostro Paese è leader in termini di facilità di fare business: nella classifica della Banca Mondiale sulla “facilità di fare business” del 2014 il Kazakhstan si trova al 50° posto, la Bielorussia al 63° e la Russia al 92°.
In più, nella ventisettesima sessione plenaria del Consiglio degli Investitori Stranieri, che si è tenuta a giugno di quest’anno, il Presidente Nursultan Nazarbaev ha riferito su un pacchetto di incentivi a larga scala sviluppato dal Governo per aumentare l’attrattiva sui settori più importanti dell’economica kazaka, come quello delle materie prime, il manifatturiero, la sfera dell’innovazione, le piccole e medie imprese, il turismo e i servizi. In particolare, coloro che investiranno in questi settori dell’industrializzazione saranno esentati dal pagamento dell’imposta sul reddito delle società e dell’imposta fondiaria per dieci anni e dal pagamento della tassa di proprietà per otto anni. Oltre a questo, lo Stato finanzierà gli investitori fino al 30% dei costi di capitale dopo il collaudo delle strutture. Un’altra decisione presa riguarda la possibilità di attirare forza lavoro per tutta la durata di un progetto di investimento e per un anno dopo il collaudo delle strutture senza la necessità di alcuna quota o permesso. Gli investitori saranno inoltre garantiti sulla stabilità della legislazione relativa all’aumento del livello delle aliquote fiscali e delle imposte eccetto che per le imposte sul valore aggiunto e sulle accise. E ancora gli investitori potranno confrontarsi con le agenzie governative con il principio dello “sportello unico”. Infine, per proteggere i diritti e gli interessi degli investitori a livello legislativo, il Kazakhstan introdurrà l’istituzione del “difensore civico d’investimento”.
Relativamente alle questioni come quella dell’impatto delle sanzioni occidentali contro la Russia, il Presidente Nazarbaev ha recentemente affermato in un’intervista che questa è una sfida che potrebbe comportare per il Kazakhstan allo stesso tempo sia rischi, sia opportunità. Sottolineando come, in generale, le sanzioni occidentali contro la Federazione Russa non colpiscano direttamente il Kazakhstan, il Presidente kazako ha affermato che, comunque, esse potrebbero colpire molti settori del vicino Stato. Le restrizioni potrebbero forse costringere alcune imprese russe ad abbassare la produzione e per questo alcune delle materie prime fornite al mercato russo dal Kazakhstan potrebbero subire, di conseguenza, un calo della domanda. È probabile che possa esserci un impatto negativo per alcune industrie estrattive del nostro Paese, come ha indicato il capo dello Stato. Allo stesso tempo però la Russia ha intrapreso delle misure di ritorsione verso le sanzioni occidentali proibendo l’importazione di alcuni prodotti alimentari occidentali nel proprio mercato. Questo offre agli agricoltori kazaki una reale opportunità di aumentare l’esportazione dei propri prodotti verso la Russia, comprese frutta, verdura, carne, ecc. In questo modo gli agricoltori kazaki possono espandere il mercato dei loro prodotti ed aumentare la produzione e i profitti. Comunque, nell’incontro con i produttori kazaki, Nursultan Nazarbaev ha manifestato la speranza che la situazione possa essere risolta nella maniera più positiva. Egli ritiene, inoltre, che le reciproche sanzioni tra la Russia e l’Occidente non impediranno l’accesso del Kazakhstan nell’OMC, né ostacoleranno lo sviluppo delle relazioni commerciali ed economiche fra il nostro Paese e l’UE.

L’Unione Eurasiatica è parzialmente ispirata all’Unione Europea. Può spiegare brevemente quali sono le più importanti differenze nei meccanismi tra Unione Europea e Unione Eurasiatica?

La differenza fondamentale risiede nel fatto che l’Unione Economica Eurasiatica è solamente un’unione economica. Essa non prevede la creazione di istituzioni politiche sovranazionali, come il Parlamento Europeo, alle quali i governi nazionali dovrebbero delegare alcune prerogative limitando di fatto la propria sovranità.
Inoltre, nonostante l’Unione Eurasiatica implementerà delle misure per coordinare la propria politica monetaria e la propria politica finanziaria, come dimostra la volontà di creare un regolatore finanziario sovranazionale, il funzionamento dell’Unione Economica a questo stadio non prevede la creazione di una moneta unica.

Qual è la sua opinione a proposito delle grandi infrastrutture continentali come vettore tra l’Unione Europea, l’Unione Eurasiatica e i Paesi dell’Estremo Oriente?

Uno dei compiti più importanti dell’Unione Eurasiatica è quello di creare un mercato comune per i servizi di trasporto, un sistema di trasporti integrato, la realizzazione del potenziale per il trasporto dei paesi membri dell’EURASEC e lo sviluppo di centri logistici della Comunità. Nel 2015-2020 è previsto il completamento della realizzazione dello spazio comune per i trasporti dell’EURASEC attraverso la creazione di un mercato comune dei servizi di trasporto ed attraverso un sistema di trasporti integrato.

In un contesto altamente competitivo, all’interno del quadro della costruzione di un corridoio internazionale di trasporti che colleghi l’Asia e l’Europa, la più importante infrastruttura e progetto di trasporto dovrebbe essere la costruzione di un corridoio internazionale di trasporto euro-asiatico, assieme alla creazione di centri tecnici e logistici per servirlo. Grazie a questo progetto il corridoio di trasporto consentirà il transito di prodotti dalla Cina all’Europa, ed avrà un impatto positivo anche sullo sviluppo economico delle regioni che attraverserà.
Il Kazakhstan oggi sta costruendo la sezione kazaka del corridoio di trasporto “Europa Occidentale – Cina Occidentale”. L’implementazione di questo progetto incrementerà il volume dei veicoli per il trasporto merci su questa direttrice per una quantità significativa nel 2020: da 13 milioni a 33 milioni di tonnellate all’anno. L’attrattiva economica per questa rotta viene spiegata chiaramente dagli indicatori di calcolo dei tempi di trasporto. Se si utilizza il corridoio marittimo infatti il tempo stimato è di circa 45 giorni, 12-14 giorni è il tempo che si impiega passando per la ferrovia Transiberiana, mentre utilizzando il corridoio di trasporto “Europa occidentale – Cina Occidentale” dal porto di Lianyungang fino ai confini degli Stati europei il tempo impiegato è al massimo di 10 giorni. Per di più il nostro Paese ha lavorato attivamente sullo sviluppo della propria fetta nel mercato globale dei servizi per il trasporto ferroviario nelle direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest. Il Kazakhstan ha recentemente autorizzato la costruzione della ferrovia Zhezkazgan – Beineu e Arkalik – Shubarkol, che fa parte del corridoio di transito dalla Cina all’Europa. Questa nuova direttrice ridurrà di più di tre volte i tempi di spedizione dei beni. Senza dubbio la partecipazione del Kazakhstan in progetti come questi accresce l’importanza del paese nel sistema del trasporto internazionale e lo integra di fatto nel sistema economico globale, che è la chiave per lo sviluppo e la prosperità del nostro Paese

(Traduzione dall’inglese di Alessandra Benignetti)


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