Le manifestazioni politiche sfociate in proteste che sono culminate con la repressione militare di questo Maggio (l’esercito ha preso il potere e messo in applicazione la legge marziale) hanno decisamente danneggiato l’economia della prima metà dell’anno per la Thailandia: -10% di turismo, calo dei consumi interni e degli investimenti hanno determinato un -0.1% sulla crescita del prodotto interno lordo, gettando - in particolare - ombre abbastanza cupe per il destino del turismo dei mesi a venire (anche dopo l’omicidio di due turisti inglesi avvenuto a metà Settembre a Koh Tao).
Tuttavia, sia il fondo monetario internazionale che la banca dello sviluppo asiatica prevedono una ripresa abbastanza sostenuta, e quest’ultima, stima la crescita del PIL thailandese a +4.5% con inflazione stabile al 2.6%.
Alla base di questo ottimismo: importanti programmi di spesa pubblica (tra cui infrastrutture logistiche) e condizioni vantaggiose per gli investitori, oltre che un aumento delle esportazioni (dovuto a prevedibile crescita della domanda proveniente dagli USA).
(Leggi anche questa interessante pubblicazione del Foreign & Commonwealth Office del Regno Unito.)