Eurochambres ha sede a Bruxelles, è un'organismo pienamente europeo ed europeista: crede nell'Europa come motore della crescita; raggruppa oltre 2000 camere locali, regionali e binazionali in 45 paesi, dell'Ue e non: anche la Turchia ne è quindi membro a pieno titolo. Per il 2013, il presidente è stato l'italiano Alessandro Barberis della camera di commercio di Torino e uno dei vice-presidenti il turco - presidente della Tobb - Rifat Hisarcıklıoğlu.
Pur non commentando il rapporto, Bağış non ha nascosto la sua profonda delusione per lo stallo - e la mancanza di prospettive a breve termine - nel processo di avvicinamento tra i 28 e la Turchia: "perché l'Europa invece si allontana da noi ogni giorno che passa e noi ci sentiamo esclusi"; di conseguenza, come mostrano i sondaggi, "l'opinione pubblica non è più interessata all'Europa come in passato".
Gli apprezzamenti rimangono però gli stessi di sempre, l'Unione come successo economico e progetto di pace che dalla Turchia riceverebbe grandi benefici: diventerebbe un progetto globale, avrebbe potuto avere una voce decisiva ad esempio nelle crisi di Siria ed Egitto, potrebbe contare su nuove energie e dinamismo; la Turchia "è infatti la sesta forza economica in Europa, ha la popolazione più giovane (29 anni in media), è a 3 ore di volo da mercati complessivamente da un miliardo e mezzo di persone, è recentemente diventata il quarto paese al mondo per aiuti allo sviluppo".
E Bağış crede ancora nel sogno europeo di Ankara: "malgrado tutti quelli che complicano le cose noi siamo pronti [...], chiediamo solo di distruggere quei muri e quei pregiudizi che ci impediscono di entrare nell'Ue"; e anche - al più presto - di aprire i capitoli negoziali su giustizia e libertà fondamentali: così da rendere più agevole e spedito il cammino della Turchia verso la piena democrazia.
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