"Tanto vale la vita di un Tutore dell'Ordine per i criminali ma anche per chi non fa di tutto per tutelarla adeguatamente"
"Tremila euro. Ecco quanto vale, nella mente di tre criminali, la vita di un Appartenente alle Forze dell'Ordine. E purtroppo sappiamo che anche per altri il nostro sacrificio non vale molto di più. Certamente per tutti quelli che non comprendono l'assoluta necessità di profondere il massimo dell'impegno e dell'investimento per garantire all'intero Comparto la maggiore funzionalità con il minimo rischio per gli Operatori. La cosa è provata, dal momento che ancora troppe falle e troppe carenze che invece sarebbero facilmente risolvibili non sono al primo posto nell'agenda di Politica e Istituzioni. E, intanto, giornalmente i Tutori della sicurezza continuano a pagare un prezzo altissimo per svolgere il loro dovere, un prezzo rispetto al quale la squallida offerta di 3.000 euro, fatta solo per guadagnarsi uno sconticino di pena, è un'offesa intollerabile. Un prezzo che può trovare un vago senso di compensazione solo e unicamente se la legge sarà applicata in maniera seria, reale e concreta, e se chi ha commesso un reato sapendo bene di stare attentando alla vita di un collega pagherà fino in fondo il suo debito in galera".
E' questo il commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Sindacato Indipendente di Polizia, a proposito delle indiscrezioni giunte da Castelfranco, in provincia di Treviso, dove, secondo notizie non confermate né smentite dal diretto interessato, tre banditi albanesi avrebbero offerto 3.000 euro di risarcimento al Brigadiere Maurizio Biasini, investito durante la trappola tesa loro dai carabinieri dieci giorni fa sotto un condominio di Treviso.
"Ma in un'occasione come questa - aggiunge Maccari - non possiamo che rilevare, invece, quanto lontana dalle reali esigenze degli Appartenenti alle Forze dell'Ordine sia la mentalità sempre più diffusa che non solo non ci riconosce la dovuta tutela, ma anzi va nella direzione di affievolire e neutralizzare quella minima che ancora ci spetta. Come altro dovrebbe intendersi, ad esempio, il progetto di depenalizzare i reati contro i pubblici ufficiali? O gli interminabili tempi per dotarci di strumenti e protocolli operativi che ci garantiscano un maggiore spettro di difesa? O, ancora, il silenzio assoluto rispetto alla necessità impellente di sbloccare assunzioni e turn-over perché le gigantesche carenze di organico vengano colmate ed il roboante proposito, invece, di tagliare e spazzare via innumerevoli presidi di Polizia dislocati sul territorio?".
"E la lista delle storture che riguardano la gestione del Comparto è ancora lunga - conclude il Segretario Generale del Coisp -, e si aggiunge e accresce la sofferenza e allo svilimento di tutti gli Operatori che quotidianamente finiscono all'ospedale e dei colleghi che assistono impotenti".