Sono invidioso.
Un segreto
che non ho mai rivelato a nessuno.
Io so
che da qualche parte
vive un monello
e l’invidio
da morire.
L’invidio
per come sa fare a pugni;
non ero io così leale e coraggioso.
L’invidio
per come ride;
non sapevo ridere così da bambino.
Lui se ne va in giro
tutto lividi e graffi,
io ero sempre pettinato,
senza cicatrici.
Tutti i brani
che saltavo nei libri
lui non li salterà.
Anche in questo è più forte.
Sarà onesto
e implacabilmente leale
nel difendere il bene,
la verità
e dove io buttavo la penna:
“Tanto a che vale…”,
lui prendendo la penna
dirà
“Oh, se vale!”.
Se il nodo non saprà sciogliere,
lo taglierà,
mentre io
non saprei che fare.
E se amerà
non potrà disamare,
mentre io non farò
che innamorarmi
e di nuovo smarrire l’amore.
Terrò nascosta l’invidia.
Cercherò di sorridere,
facendo lo sciocco:
“Qualcuno deve pur sbagliare,
qualcuno deve pur campare
da sbalestrato…”.
Ma benché cerchi di convincermi:
“A ciascuno il suo destino…”
non potrò
dimenticare
quel monello
che darà frutto più di me.
Evgenij Evtušenko