Magazine Cinema
7.5 su 10
Un film del genere non ha moltissimo a che vedere con lo standard produttivo francese. Non perchè sia privo di quella originalità marcata, spesso anche troppo, del soggetto e del suo adattamento, in modo quasi da ergersi come pseudo-prodotto "innovativo" e geniale, ma perchè, invece di correre dietro ai clichè, li integra perfettamente nella narrazione, rimanendo in bilico continuo tra commedia e dramma e con un'analisi sulla famiglia che è insieme corrosiva, divertita, buonista, ma anche cinica, arrivista, compromessa, malinconica, comica. Il termine più efficace che riempie le varie tappe della vita famigliare è la contaddizione. Una contraddizione che arriva a compromettere una linearità reale e che viene vista, continuamente, secondo l'ottica del personaggio famigliare centrale, di volta in volta mutevole, con aperture di flashback reiterati che permettono di inquadrarne la personalità. Il film, oltre alla sua natura dispersiva, in realtà limitata da una continua compresenza corale dei personaggi (e non c'è una pedanteria della coralità nè un suo eccesso, giacchè si tratta di membri appartenenti alla stessa famiglia), ha anche una scansione temporale chiara, sebbene non continuata, con collocazione di importanti eventi che convergono nel passaggio dalla fanciullezza alla maturità dei tre figli, di età diverse, e in relazione al rapporto matrimoniale tra i gentori, con annessa relazione complicata tra padre-nonno (leit-motiv che continua per buona parte del primo tempo, per poi interrompersi bruscamente). I personaggi, tramite questa struttura ad incastro, quasi una sorta di scatola unica, al cui interno sono contenuti frammenti di tutti i suoi componenti, vengono delineati con cura, non importa se eccedendo, talvolta, sui clichè e le sfumature originali o banali, a seconda dei casi e delle esigenze narrative. Il film diventa un "romanzo" famigliare vivo e forte, anche tradizionale nell'ottica, capace di colpire lo spettatore per l'ibridismo complesso, o meglio per la sua forte carica sentimentale, comica e drammatica, in un unicum ammirevole. Dirige Rémi Bezançon, con un cast variegato, da Marc-André Grondin di "C.R.A.Z.Y.", il noto Jacques Gamblin, Zabou Breitman, la splendida Déborah François che viene dai Dardenne e un piccolo ruolo per la nota Cécile Cassel, sorella di Vincent.
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