Results
di Andrew Bujalski
con Kevin Corrigan, Guy Pearce, Cobie Smulders
Usa, 2015
genere, commedia, drammatico
durata, 105'
Quante volte vi è capitato di
rimanere colpiti dall’interprete di un film e da quel momento in poi di averlo
cominciato a seguire per quanto è possibile – e oggi diciamoci la verità con le
nuove piattaforme riuscire a farlo è diventata un gioco da ragazzi
– in ogni successiva apparizione?
Se così fosse “Results” potrebbe essere l’oggetto del desiderio dei cosiddetti stalker cinematografici, perché in un sol colpo permette di
aggiornare il file dei tre attori che lo interpretano. Tutti, nessuno escluso,
finiti fuori dai radar dopo aver raggiunto una popolarità che lasciava sperare
in un prosieguo ben più felice. E invece ne Kevin Corrigan, abituè dei film di Scorsese (seppure in ruoli da
comprimario) tantomeno Guy Pearce, protagonista di cult movie come “Priscilla la regina del deserto”, “L.A.
Confidential” e soprattutto “Memento”, come pure Cobie Smulders, ultima arrivata
in termini di popolarità per il ruolo di Robin Scherbatsky nella sitcom
“How I Met Your Mother”, sono riusciti a consolidare
il patrimonio di stima e di consensi che impedisse loro di finire in
quel limbo di precaria
visibilità in cui solitamente finiscono gli attori di opere poco viste e
mal distribuite. “Results” di Andrew Bujalski appartiene a questa
categoria, poiché pur
essendo stato selezionato per il Sundance Film Festival dov’è passato in anteprima mondiale non è riuscito a
costruirsi una percorso distributivo degno di nota.
Se l’appeal del film è costruito e non a torto sulla presenza dei
suoi attori, ognuno dei quali e per diverse ragioni all’altezza del culto che
si sono costruiti nel corso della carriera “Results” può vantare la qualità di
saper corrispondere alla personalità stranulata e nevrotica dei personaggi.
Trattando di un triangolo amoroso variamente corrisposto da parte delle singole
parti, con Danny (Corrigan) che è innamorato di Kat (Mulders) la quale a sua volta sembra essere interessata
a Trevor, il suo datore di lavoro che invece non pensa ad altro che a risolvere
le problematiche della palestra di cui è proprietario e che gestisce con
ossessiva meticolosità, “Results” potrebbe risolversi nella classica
schermaglia sentimentale tra maschio e femmina.
E invece è così solo in parte
perché nel corso dei 140 minuti in
cui la storia si sviluppa il più delle volte l’interesse del regista e con lui
dello spettatore si concentra sul tentativo di capire quali siano le vere
intenzioni degli amanti. Perché se è vero che ad un certo punto il film inizia
a giocare a carte scoperte, separando e unendo affinità e incomprensioni, a
rimanere incerte sono le azioni dello strampalato terzetto, segnate da
un’incomunicabilità drammatica e insieme comica. Bujalski si diverte a esaltarne le contraddizioni con una messa in
scena in cui fa corrispondere la plasticità dei corpi levigati dal fitness (a parte quello di Danny che nel film è appesantito e
fuori forma) all’empasse dei
pensieri che li attraversano. La combinazione funziona a fasi alterne e nei
passaggi meno riusciti ci si ritrova ad invocare un po’ di vivacità da parte
dei personaggi. Che, nella loro disarmante umanità, conferiscono a “Results” il
fascino che di solito riscuote chi non si preoccupa dei propri difetti.