I leggings corti, bianchi, li copre una maglia lunga di cotone a motivo floreale. Ai piedi indossa delle ballerine, che pur sfidando il temporale estivo del luglio capitolino, si accompagnano per precauzione a un ombrello fucsia, lungo, cui si appoggia come fosse un alpenstock in versione hippie. Le cuffie, gli occhiali e il libro che tiene in mano non le bastano per isolarsi dal mondo. Ad Io cammino in fila indiana di Ascanio Celestini preferisce infatti il free press che tiene in mano la signora seduta sotto di lei. Due ragazze chiacchierano poco distante, distraendo ulteriormente la sua lettura con i loro discorsi.
Resta davanti alle porte che si aprono, ingombrando costantemente il passaggio. Ma non può lasciare la sua postazione: da lì orecchie ed occhi curiosi e indiscreti dominano al meglio il Popolo del Vagone.
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