Magazine Blog

Io ce l’ho fatta – Volume 1

Da Mazzailpirata

io ce lho fatta volume 1

Bella ragazzi! È già da un mesetto che non ci si sente… Come saprete, sono in Thailandia e sto frequentando un corso di massaggio thai.

Tutto sta procedendo per il meglio (ne parlerò in un articolo), ma non è di questo che voglio parlare oggi.

Visto che viveredirete sta prendendo una piega più sulla crescita personale, ho deciso di aprire una nuova sezione chiamata “Io ce l’ho fatta“.

È una sezione fatta per ospitare la storia di chi è riuscito ad essere padrone della propria vita, di chi sta vivendo dei propri sogni, di chi ce l’ha fatta.

Oggi presento quindi il primo racconto: quello di Davide Marciano. 

Oltre ad essere il primo a raccontare la propria storia su questo blog, Davide è anche un amico oltre che un membro del corso di seo bastardo.

Se anche tu vuoi raccontare la tua storia di superazione, basta mandare una mail e ne parliamo 😉 Facendolo puoi essere d’aiuto a chi sta ancora pensando se buttarsi o no.

Renditi conto del potere che hai fra le tue mani!

Eccovi la storia.

——

Grazie infinite capitano per la possibilità che mi dai di parlare alla tua ciurma. Come probabilmente molti addetti ai lavori del web, ho passato moltissimo tempo sul tuo blog ed ho letto ed interiorizzato gran parte degli articoli più importanti pubblicati su Vivere di Rete. Tra questi, quello che mi è piaciuto di più è 7 consigli per i giovani in tempo di crisi: ho trovato il tuo blog molto tempo dopo che l’hai scritto, nel mentre avevo già iniziato il mio percorso verso l’indipendenza. Leggendolo, mi ci sono in parte rivisto ed ho raccolto la forza che trasmette per andare avanti ancora con più convinzione. Detto questo, cerchiamo di venire a noi e di raccontare qualcosa che può interessare veramente i lettori di Vivere di Rete.

davide marciano

Io in uno dei rari momenti in cui cerco di far trasparire serietà

Mi chiamo Davide Marciano, ho 25 anni e dall’ottobre 2014 ho fondato il blog Affarimiei.biz: ricordo ancora che registrai il dominio pochi giorni dopo il superamento del mio ultimo esame all’università. Il professore mi disse: “Lei supera l’esame con 18 e questo è il giorno più bello della sua vita”. In realtà, in quel preciso istante, non avevo ancora idea di cosa avrei fatto della mia misera esistenza perché non conoscevo ancora il web come oggi. Ero, però, convinto che il mio futuro non sarebbe dipeso da vecchi baroni come lui e da tutti i tromboni che in Italia hanno il culo ben avvitato nei posti di comando per difendere lo status quo.

Nei mesi in cui scrivevo la tesi iniziai a gettare le fondamenta per il mio progetto: ricordo che a febbraio, il giorno prima che diventassi dottore in Giurisprudenza dopo 5 interminabili anni di studio, a casa mia c’era un gran fermento, essendo il primo della famiglia a raggiungere il “traguardo” della laurea. Eppure la mia mente era su Google Analytics e su Search Console, su quel grafico che si impennava giorno dopo giorno e dava gran forza alla mia speranza. La mia storia vuole essere una testimonianza che è possibile cambiare vita come giustamente afferma Mazza il Pirata, rompere gli schemi tradizionali che ci vorrebbero tutti incolonnati nell’infinita corsa verso  il “posto fisso” ed il “lavoro sicuro” e diventare padroni di sé stessi.

Che cos’è Affari Miei: un esempio di come guadagnare con le proprie passioni

affari-miei

Su queste pagine si parla in maniera molto schietta, ed anche io sono abituato a parlare senza usare troppi giri di parole: un vecchio detto popolare del mio paese d’origine dice, tradotto dal dialetto campano, che “Senza soldi non si cantano messe” e che, cioè, se non si ha abbastanza denaro per fare una cosa nemmeno una messa in chiesa si può celebrare. Il mio progetto ruota interamente attorno ai soldi, in tutte le varie accezioni: si parla di economia, lavoro, finanza, banche, assicurazioni, previdenza, idee imprenditoriali e business in rete. Come faccio ad essere un “tuttologo”? Semplicemente gran parte delle materie che affronto mi hanno sempre appassionato: ho passato le ore a studiare e leggere per capire cosa avrei fatto da grande lavorativamente parlando;

una volta che ho iniziato a guadagnare qualche soldo scrivendo per un giornale locale e per un quotidiano nazionale (tra le varie cose, oltre all’avvocato, da piccolo volevo fare il giornalista e non escludo che un domani potrei riprendere a farlo!) ho iniziato a chiedermi al meglio come gestire i miei primi risparmi;

ho avuto una breve esperienza come consulente assicurativo, che ho mollato perché in pratica dovevo andare a bussare alla porta di emeriti sconosciuti che non capivano un cazzo dei contratti che firmavano e dovevo convincerli a divenire miei clienti;

ho raccontato come cronista le notizie che riguardano la riforma delle pensioni e tutte le vicende post manovra Monti-Fornero;

ho imparato per far crescere il mio progetto i rudimenti tecnici che riguardano la costruzione di un blog o di un sito web, studiando da autodidatta la SEO e tutto ciò che è connesso.

Insomma, Affari Miei altro non fa che mettere insieme i pezzettini di quella che è stata e che è la mia vita divulgando informazioni per i lettori che, ogni giorno, non sanno dove sbattere la testa.

Come monetizzare le proprie passioni

Venendo agli aspetti che più interessano agli addetti ai lavori, concentriamoci ora sulla monetizzazione di un blog e sul metodo che ho usato io. Ovviamente non mi assumo la responsabilità nel garantire il successo degli altri che vorrebbero intraprendere una strada simile perché, oltre alle tecniche di scuola che sono molto importanti, non tutti hanno la medesima storia, lo stesso background culturale e non possono vantare esperienze di vita tali da garantire determinati risultati. Se capite poco di business sul web, ho scritto una guida molto elementare che spiega come ed in che modo si può guadagnare online.

Vivere di rete vuol dire che anche mentre stai bevendo un bel bicchiere, in realtà, stai guadagnando passivamente

Vivere di rete vuol dire che anche mentre stai bevendo un bel bicchiere, in realtà, stai guadagnando passivamente

Il mio blog mette insieme le tecniche usate dai più grandi blogger italiani, adattandole al contesto:

Come Salvatore Aranzulla, Affari Miei è stato basato soprattutto nella prima fase sui ricavi provenienti dalla pubblicità: Adsense è il mezzo di guadagno forse non proprio più immediato ma che, una volta raggiunti determinati numeri, può assicurare una certa entrata. Visti gli argomenti trattati, come il buon Salvatore, ho inserito progressivamente delle affiliazioni tematiche. Inoltre, recentemente, seguendo il consiglio di un webmarketer conosciuto a Torino, ho iniziato a provare anche il sistema di Amazon suggerendo libri inerenti gli argomenti che tratto;

Come Andrea Giuliodori di Efficacemente.com, poi, sto cercando di passare al secondo step che prevede la vendita di info-prodotti. Esattamente un anno dopo l’inizio del progetto, ho scritto l’e-book “Affari Miei – Come Gestire i Risparmi” che assembla in maniera semplice ed elementare tutti gli argomenti più pregnanti della sezione di finanza del blog e spiega ai risparmiatori finanziariamente non molto colti l’abc per non farsi fregare da banche ed assicurazioni. Nel lungo periodo punto a creare corsi e guide anche per gli altri argomenti che tratto.

Cosa vuol dire essere autonomi nella società attuale

Il contesto sociale attuale, sebbene ispirato a concetti di “libertà” di cui sono impregnate le moderne Costituzioni degli stati “democratici”, è tutt’altro che popolato da individui liberi. Schiavi del consumismo e del capitalismo estremo, ogni giorni milioni di lavoratori si alzano per recarsi nei luoghi di lavoro: per almeno 42 anni e 10 mesi (ma l’età pensionabile, in pratica, aumenta ogni due anni) devono lavorare e produrre, ricoprendo mansioni che spesso odiano, in cambio di uno stipendio che sperperano in larga parte per acquistare beni di cui sovente non hanno bisogno. Come lo stesso Mazza ha brillantemente raccontato, anche chi arriva a ricoprire ruoli apicali ad un certo punto si rompe le palle e molla tutto.

Io non ho mai firmato un contratto di lavoro e, dopo le prime ansie e paure, posso dire di non ambire assolutamente a farlo se non in caso di necessità che spero di non avere. Non sono affatto ricco perché, vista la pressione fiscale assurda a cui siamo sottoposti in Italia, guadagno quanto un buon impiegato di una normale azienda italiana. Tuttavia posso dire che lavorare da casa mi rende libero di fare tante cose:

  • Posso girare in pigiama per tutto il giorno, senza dover passare le ore nel traffico con un’automobile da utilizzare all’80 per cento solo per andare a lavorare, o senza dover attendere un treno o un pullman insieme a migliaia di pendolari;
Un contratto di lavoro è il baratto di un pezzo della propria vita per soldi

Un contratto di lavoro è il baratto di un pezzo della propria vita per soldi

  • Posso decidere di andare al mercato a fare la spesa anche alle 9 del mattino, insieme ai pensionati, ragionando attentamente sugli acquisti da fare (sto pensando di fare un manuale, per il futuro, che spiega come fare la spesa in maniera intelligente);
  • Posso andare in vacanza quando mi va, senza aspettare agosto quando tutto costa il triplo, ed al tempo stesso avere con me il computer senza perdere il controllo della situazione;
  • Posso decidere io quando, come e quanto lavorare: sono abituato anche a fare tirate da 12 ore ma, essendo tutto fatto con le mie mani e deciso da me, a dire il vero poco mi pesa.

Insomma, sposare in pieno gran parte dei concetti che Mazza Il Pirata ha saputo raccontare prima di me dà dei vantaggi che sono decisamente allettanti.

E’ facile tutto questo? Assolutamente no

Tutto quanto ho costruito mi è costato sacrifici anche personali non indifferenti: ho lavorato e lavoro ancora il triplo degli altri (non sono molto stanco perché mi piace e lo faccio per me, ma ciò non toglie che io mi impegni significativamente), ho studiato e studio ancora ogni giorno tantissimo in maniera assai più approfondita di quando, all’Università, imparavo la pappardella a memoria per superare l’esame e prendere il “pezzo di carta”. Tutto questo in una società che non è assolutamente abituata a “sopportare” individui come me.

Lo scorso settembre, per esempio, mi sono trasferito a Torino per convivere con la mia fidanzata: sono qui non perché, come migliaia di “terroni” come me che vivono in città, dovevo spostarmi insieme ad un impiego, ma semplicemente perché ho deciso di voler trascorrere qualche anno in una grande città, essendo originario di un piccolo centro del Sud Italia. Nonostante fossi venuto a cercar casa con tutte le dovute garanzie che attestano che un lavoro in realtà ce l’ho, nessuno voleva fittarmi un appartamento: parliamo di un bilocale da 50 metri quadri, non di un attico con vista. Tutti gli agenti immobiliari mi dicevano: “Non hai un lavoro sicuro”, “Non hai un posto a tempo indeterminato”, “Il proprietario difficilmente capirà quello che fai e non si fiderà di te”. Alla fine una casa l’ho trovata grazie ad un brav’uomo che, lavorando come libero professionista, se ne è infischiato di chiedermi quanto guadagnassi o cose simili.

Questo per dire, insomma, che la società era ed è completamente ignara di quello che ho fatto sebbene il pubblico di questo blog, che conosce il web un po’ più della media, sappia benissimo che per fare quello in cui sono riuscito non posso essere esattamente l’ultimo dei passanti. Ricordo ancora le facce perplesse che mi guardavano e le porte che si chiudevano. Ad un certo punto, la mia fidanzata mi fece notare che forse la scelta di cercare una casa era un po’ avventata ed io, di contro, morivo dal ridere pensando a quanto fosse indietro gran parte della popolazione.

Spero di non avervi rotto le scatole con questa lunga storia ma, visto il tema del blog, pensavo che in qualche modo il ragionamento che ho condiviso con tutti voi possa dimostrare che, tra i tanti che parlano di guadagnare online e business sul web, c’è qualcuno come il sottoscritto o come lo stesso Mazza Il Pirata che non racconta balle ma indica una strada che, sebbene difficile, è percorribile. Questo mio intervento non vuole comunque essere un endorsement convinto per abbracciare progetti simili ai miei: guadagnare online non è per tutti e, più passeranno gli anni, più sarà difficile emergere perché si alzerà l’asticella delle competenze necessarie per mettersi alla prova.

Per iniziare occorrono alcuni ingredienti indispensabili:

  • Tempo: se non avete tempo da perdere e siete al limite delle vostre forze, mi dispiace, ma questo è un gioco che non fa per voi;
  • Serenità personale ed economica: fortunatamente quando ero a casa con la mia famiglia vivevo tranquillamente e senza grossi problemi. Inoltre, poi, ho iniziato tutto quando non avevo un bisogno impellente di soldi per sopravvivere e, grazie a quello che facevo, avevo comunque una piccola base che mi permetteva di essere in qualche modo autonomo;
  • Competenza: mi dispiace ancora una volta deludervi ma se in vita vostra non avete mai capito un cazzo di nulla o cambiate atteggiamento ed iniziate a studiare oppure è bene che vi mettiate in testa che questa strada non fa per voi;
  • Determinazione: può sembrare un requisito scontato ma in gran parte non lo è. L’Italia è un Paese di pensionati e dipendenti pubblici, spesso assenteisti e fannulloni come i casi recenti di cronaca ci insegnano: basta vedere i volumi delle ricerche sui concorsi pubblici (lo so, voi che smanettate su Adwords l’avete già fatto) per rendersene conto! Anche chi non lavora per lo stato (scritto volutamente con lettera piccola) aspira al posto fisso ed al tempo indeterminato: tutti concetti del Novecento che Mazza il Pirata ha più volte sdoganato su queste pagine. Tanti pseudo imprenditori lo sono solo a parole perché, alla fine, campano grazie ai sussidi pubblici che scroccano foraggiando la politica più corrotta d’Europa. Insomma, quelli che hanno voglia di farsi il culo e sono determinati a superare le difficoltà inevitabili sono davvero pochi: un business in rete per essere solido necessita di mesi, se non anni, ed anche io penso di non aver ancora toccato l’apice nonostante l’impegno.

Conclusioni

Se state lavorando a progetti simili al mio, mi auguro di avervi trasmesso la giusta determinazione: le mie parole rappresentano una visione più che un manuale pratico per agire. Per questo ci ha già pensato il buon Mazza con il suo corso Seo Bastardo.

Se vorreste fare qualcosa di simile ma state tutti i giorni ad arrovellarvi nelle vostre insicurezze e, soprattutto, se vi manca uno solo dei requisiti che ho indicato precedentemente, ve lo dico con tutto il cuore: lasciate perdere. Fuori dal web ci sono tantissime altre possibilità per valorizzare voi stessi ed avere delle soddisfazioni, non riuscire in un settore non vuol dire essere degli inetti o degli incapaci. L’unico consiglio che posso darvi è quello di tracciare una mappa per voi stessi basata su ciò che credete e non su quello che vogliono farvi pensare gli altri: solo così potrete veramente ottenere ciò che desiderate dalla vostra vita.

Un abbraccio a tutta la ciurma!

Io ce l’ho fatta – Volume 1

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog