Magazine Diario personale
E' raro che sulle pagine del mio blog appaia la recensione di un film. Se succede è perché vinco il mio innato timore nel confrontarmi con chi e molto più bravo di me.A dire il vero in giro si trovano pure tanti invasati che ritengono di essere degli dei nel giudicare il lavoro di altri. E se ne escono con arzigogolii di natura epica o con sciabolate irridenti da sembrare vere e proprie iatture.Pieni di boria suvvia... che si capisce dal loro impegno nella derisione o nella riverenza celestiale che, non essendo capaci di farlo quel mestiere, non resta loro altro che provare a raccontarlo.Io invece penso alle persone che hanno lavorato al film. Ne hanno avuto cura, hanno pensato ad ogni inquadratura. A tutti i sorrisi, le risate, le espressioni dei volti. Alle lacrime, ai sospiri.Alle parole, così importanti e vitali della sceneggiatura. Capaci di trasformare un sogno maturato a lungo, in realtà.Alla dizione, alla potenza d'espressione. Al passo lento o veloce. Al sonno perso, alle notti infinite.A TUTTI I PICCOLI E GRANDI GESTI CHE FANNO IL FILM.Che trasformano un'emozione istintiva dettata dal cuore, in una scena fondamentale.Alla musica che avvolge e spiega ogni passo. Alla danza, punto focale.Capita che le parole traggano spunto da un romanzo. Da una storia che nasce in una piccola città del nostro sud. Partendo dalla vigilia di un matrimonio. Tanto atteso e accarezzato. Due coppie, una ad un passo dal destino, l'altra che ha già giocato col suo e perso. La famiglia con il suo ruolo centrale, giù al sud. Non si tralascia nulla, non si vorrebbe cambiare nulla. Eppure tutto è diverso.Avevo voglia di vederlo questo film. Avendo amato il romanzo, essendomi emozionata e avendo riso tantissimo nel leggerlo. Poi ne avevo parlato a suo tempo, quando era uscito.Oggi sono stata al cinema, assieme al gruppo di amici che da tanto tempo è legato all'autore e alla sua scrittura. Ho tenuto tra le mani ogni suo scritto, mi sono appassionata, stimolanti discussioni e confronti.Fin dall'inizio ne ho immaginato i protagonisti e ad ognuno avevo dato un volto, una voce.La sorpresa è stata di ritrovarli esattamente come li pensavo. Il colore e il suono della voce, l'unicità del carattere, mi hanno confermato la bravura degli interpreti.Marco Ponti ha diretto un grande film, da un gran bel romanzo.Un film corale, intenso, in cui il ritmo non si perde mai. Un perfetto equilibrio, tra risate ed emozione, dovuto alla bravura di tutti i protagonisti ed una sceneggiatura premiante. Da Riccardo Scamarcio a Laura Chiatti, i due giovani sposi Chiara e Damiano, stupendi e naturali, a Maria Pia Calzone a Michele Placido, i genitori Ninella e Don Mimì, amorevoli e struggenti. Tutti attenti e magici. E i cooprotagonisti? La strepitosa Luciana Littizzetto che con la sua ironia illumina come un faro i luoghi e le persone già pieni di sole. Eugenio Franceschini, che interpreta il mio personaggio preferito, Orlando, fratello di Damiano. Riesce a dare corpo e sostanza senza eccedere in una macchietta inutile, ad un ragazzo, che per la prima volta, decide di dire al mondo chi vuole amare. E poi, Eva Riccobono, meravigliosa "ragazzona", Dino Abbrescia, in una parte quasi tenera.Ho ritrovato i posti, la generosità di quei luoghi, la bellezza delle persone. Il calore delle case, la luce intensa e vitale. La famiglia e l'amore protagoniste.Quelle famiglie sono la nostra. Spesso nel chiuso delle nostre stanze viviamo momenti duri di cambiamento. Facciamo fatica ad accettarlo e arretriamo spaventati. Ma il mondo non si ferma davanti le nostre paure o i nostri pregiudizi e proseguirà lo stesso, infischiandosene. L'amore POI, è al centro di tutto. Sa essere paziente e sapiente. Sa aspettare o travolgere come un fiume in piena.La misura del futuro passa attraverso il film, come lo è stato nel romanzo.Sembra un tocco lieve, quello di Luca Bianchini, invece è vivido, strutturalmente potente. Ci dona allegria e allo stesso tempo riflessione e consapevolezza. Ci pensi a lungo mentre magari lo rileggi nuovamente. E scopri nuovi spunti, nuove angolazioni.Era un libro destinato a realizzare un sogno, dicevo all'inizio. Quello del suo autore che a volte ne è quasi incredulo.(Credetemi è così). La spiegazione è nella sua bravura: ha dato forza e colore ai desideri, spingendoci a riflettere su come realizzarli. Combattendo e avendo fiducia negli altri. Perché per vincere non si può lottare da soli. Lui tutto questo ce lo ha donato con una naturalezza disarmante. Con vera bellezza.