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"Io che ho denunciato un parcheggiatore abusivo una notte di cinque anni fa". La bellissima lettera di Francesca

Creato il 12 febbraio 2014 da Romafaschifo
Non è vero che noi cittadini guardiamo la rovina della nostra città senza intervenire.
Una fredda sera del 2009 ho deciso di accettare l'invito di alcuni amici per bere una birra in Via Libetta, avevo la macchina nuova appena uscita dalla concessionaria comprata con tanti sacrifici e quando mi son trovata a parcheggiare sulle regolari strisce blu, attive fino alle 3 di notte in quel tratto, sono scesa dalla macchina e ho pagato il parcheggio al parcometro.

Nel ritornare alla mia auto ho trovato lui, Mister parcheggiatore abusivo. Avevo la macchina nuova, ero sola, i toni non erano propriamente gentili e rassicuranti, cosa dovevo fare? Ho pagato, mi sono piegata all'estorsione.
Quella stessa estorsione che ha divorato ed inghiottito la nostra città dai luoghi di culto ai luoghi di dolore, come ad esempio il Bambin Gesù al Gianicolo. I nostri occhi vedono ogni giorno quello che nella normalità di una metropoli europea non dovrebbe esistere, la Legge è dalla loro e nessuna forza dell'ordine può intervenire senza una denuncia scritta da parte dei qualcuno.
Quella notte non ho bevuto neanche una birra, avevo il nervoso che mi bolliva nelle vene, Roma, la mia Roma era nelle mani della rovina e io sentivo il dovere morale da cittadina di difenderla e difendere tutti coloro che sarebbero capitati dopo di me.
Quando sono andata a riprendere la macchina il tizio voleva ancora soldi, approfittando della sua distrazione per far parcheggiare un povero sventurato come me sono partita a velocità e ho fermato due pattuglie della Polizia Municipale che erano a pochissimi metri e che potenzialmente potevano vedere tutto, la solita risposta "signora, senza una denuncia non possiamo intervenire, lo denuncia lei"?. Non ci ho pensato due volte, non ho pensato alla mia famiglia e al pericolo alla quale potevo esporla, non ho pensato che erano le 2 del mattino, non ho pensato a mille pensieri terribili che mi hanno assalito dopo qualche tempo ma ho pensato solo alla LEGALITA' e ho detto "si". Si nel nome di una città che volevo difendere, si nel nome della Legge italiana, si nel nome delle tasse che pago con sacrificio, si nel nome di chi arranca ad arrivare a fine mese e lo fa con dignità, si nel nome di tutte quelle persone che non hanno mai avuto il coraggio di farlo.
Parlo di coraggio, perché è stato un vero atto di fede il mio. Mi hanno caricato in una volante della Municipale a sirene spiegate, abbiamo raggiunto l'estorsore che incurante anche davanti ai lampeggianti richiedeva ancora denaro alla gente, l'ho riconosciuto e l'hanno caricato su una seconda volante e poi a sirene spiegate nel cuore della notte dove non esistevano semafori rossi ne verdi fino al comando. Avevo freddo e paura in quella situazione, ad aggravare il tutto il cellulare scarico. Arrivati al comando lui è stato perquisito, aveva un'ingente somma di monete nelle tasche, io sono stata accompagnata nell'ufficio per sporgere denuncia. Il vigile mi incoraggiava, diceva che se tutti i cittadini si fossero comportati come me questa piaga sociale sarebbe finita molto tempo prima, ho risposto a tutte le domande in modo diligente, ho consegnato il mio documento quando richiesto, ho con orgoglio firmato quella denuncia e per un piccolo errore di comunicazione mi son trovata faccia a faccia con l'estorsore, il vigile pochi minuti prima mi aveva detto"signora stia tranquilla, non la vedrà mai in faccia, la tuteliamo noi". Già.
Sono uscita dal Comando alle 3,30 del mattino, il freddo si era trasformato in stanchezza, il cellulare era ormai spento, io avevo tra le mani una denuncia e una premessa "si tenga pronta, verrà chiamata in Tribunale per deporre, ci sarà il processo per direttissima".

Oggi è il 4 Febbraio 2014, non sono mai stata chiamata in Tribunale, l'estorsore probabilmente è sempre li o ha cambiato zona, conosce il mio viso, conosce i miei dati sensibili, ma soprattutto è LIBERO.
LIBERO nel nome di una Legge che concede sconti, davanti ad un sistema marcio, davanti ad un dover costringere i cittadini ad esporsi al rischio di ritorsioni per non dare il potere a chi indossa la divisa di poter denunciare quella che è l'illegalità.
LIBERO come me, che ho messo a repentaglio la serenità e la sicurezza personale e della mia famiglia in nome di una città che non mi appartiene più, che non riconosco più, in nome di quel principio chiamato "legalità", in nome di quei valori che ho appreso da piccola e che trasmetterò ai miei figli.
LIBERO in nome del niente.

Francesca

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